Qui Verona – Romano Mattè – Redazione Panathlon G.Brera Università di Verona
Si chiama match-analyst, o video-analista ed è ormai considerato alla stregua di un allenatore vero e proprio, sia pure virtuale. Si tratta di una figura entrata di recente in attività fino ad acquisire tuttavia sempre maggiore importanza in un calcio diventato sempre più tecnologico e sempre meno romantico. Più datata è invece la figura del mental-coach, o motivatore, anche se ci sono allenatori, cito Del Neri, che la rifiutano: “Solo io -taglia corto- sono il motivatore mentale dei miei giocatori”.
Per alcuni allenatori (Conte, Sarri, Pioli, De Zerbi, tanto per citarne alcuni) le lezioni video sono talmente importanti da essere considerate, come sottolineavo in apertura, un’autentica seduta di allenamento. Inizialmente il video-analista aveva solo il compito di studiare le squadre avversarie con particolare riferimento alle caratteristiche fisico-tecnico-tattiche dei giocatori, per coglierne i punti “forti” (da evitare) e quelli “deboli” (su cui picchiare). Poi, con l’evoluzione tecnologica sempre più accelerata anche del calcio, i suoi compiti si sono moltiplicati e lo sfruttamento dei dati raccolti è considerato fondamentale per preparare al meglio una gara. Per Allegri, tuttavia, questi dati non rappresentano una religione, un mantra, ma hanno solo valore indicativo.
Questi, in sintesi, i nuovi compiti del video-analista:
1) analizzare i tempi di costruzione del gioco della propria squadra e quelli degli avversari individuandone, nel caso di questi ultimi la catena tattica per spezzarla allorché si perde palla;
2) valutare il rendimento della catena esterna: tempi di inserimento e numero degli assist che vengono forniti dalla propria squadra e da quella avversaria;
3) controllare il movimento dei propri giocatori e degli avversari nella zona di rifinitura (ultimi 25-30 metri);
4) monitorare i tempi di esecuzione e il numero delle transizioni offensive e difensive dalla propria squadra e di quella degli avversari;
5) curare la preparazione delle situazioni di palla inattiva (corner e piazzamenti vari) diventate ormai sempre più importanti e decisive ai fini del risultato con un’attenzione quasi maniacale ai dettagli che fanno la differenza; la stessa attenzione è rivolta all’analisi delle combinazioni inattive degli avversari per preparare le adeguate contromisure;
6) individuare i giocatori avversari che effettuano i passaggi chiave e quelli che hanno il più elevato indice di pericolosità (ricerca del rigore, occasioni-gol create, battute da fuori area, tendenza alle simulazioni) negli ultimi 20 metri.
Come si può verificare, i compiti di un video-analista si sono accresciuti nel tempo a dismisura e mentre alcuni allenatori li considerano fondamentali per preparare al meglio la partita, per altri (vedi Allegri) i dati raccolti sono solo indicativi.
Vi è anche un altro strumento divenuto a sua volta importante: il tracking, o tracciamento, che misura i movimenti in partita senza palla dei giocatori di entrambe le squadre, fondamentali per accentuare la pressione per lo smarcamento, per creare superiorità numerica in fase di possesso e di non possesso palla e, infine, per favorire i profondi recuperi difensivi. Citazione d’obbligo per un fuoriclasse come Juan Alberto Schiaffino: “Un grande giocatore tattico è colui che si muove intelligentemente senza palla”.