Caro Massimo,
la nascita in questi giorni della nipotina Vittoria , nome evocante lo sport ,mi ha indotto a scrivere il seguente nuovo articolo sul tema in Oggetto . Grazie . Ciao
Renato
Articolo dedicato alla piccola Vittoria, benvenuta tra noi
La Costituzione italiana , entrata in vigore l’ 1 gennaio 1948 , a differenza di quanto stabilito nelle Costituzioni di altri Stati , purtroppo non contiene alcun riferimento diretto allo sport che , in base al primo comma dell’art. 2 della Costituzione europea dello sport , approvata a Rodi nel 1992 , e’ definito come ” qualsiasi forma di attivita’ fisica che ,attraverso una partecipazione , organizzata o non , abbia per obiettivo l’espressione o il miglioramento della condizione fisica e psichica , lo sviluppo delle relazioni sociali o l’ ottenimento di risultati in competizioni di tutti i livelli ” .
Una gravissima dimenticanza oppure , vista l’esperienza fascista , un modo per preservare lo sport da fenomeni estranei ai valori e alle finalita’ che lo hanno sempre contraddistinto come,ad es. , strumentalizzazioni politiche o scopi militari ,tramite un ingabbiamento in schemi rigidi e riduttivi di natura costituzionale? Per la verita’ , la crescita esponenziale dell’ importanza e della diffusione dello sport ai vari livelli , con tutti i suoi risvolti agonistici , culturali , salutistici , economici , sociali, ha indotto i governanti ad una particolare considerazione verso il mondo sportivo . Tant’e’ vero che nella Riforma del Titolo V° , Parte 2^, della Costituzione mediante la legge cost. n. 3 /2001 , il terzo comma dell’art. 117 ha introdotto l ‘ ” ordinamento sportivo ” tra le materie assegnate alla competenza legislativa di Stato e Regioni . Inoltre ” la Repubblica riconosce e favorisce l’autonomia dell’ordinamento sportivo nazionale quale articolazione dell’ordinamento sportivo internazionale ” (art. 1 , legge 280/2003 ) , sancendo cosi’ l’essenziale distinzione tra l’ordinamento statale e quello sportivo .
Malgrado cio’ , resta comunque il fatto che tuttora la legge fondamentale dello Stato italiano , non contenendo esplicitamente la parola ” sport” , non garantisce al cittadino il diritto allo sport come avviene ,ad es. , per la salute o l’istruzione . A questo proposito , visto l’assai consolidato regime democratico in Italia , Mauro Berruto , scrittore , già C.T. nazionale pallavolo e D.T. nazionale tiro con l’arco , ipotizza tutto ciò come una “follia” da combattere , riecheggiando così quanto era già emerso nel 2016 durante un Convegno nazionale del Panathlon Padova sul tema ” Olimpiadi e Olimpismo” , svoltosi presso l’Università di Padova , ove egli stesso era intervenuto come relatore assieme a Luca Pancalli , Manuela di Centa , Rossano Galtarossa e Stefano Edel .
Noi panathleti , impegnati a promuovere e diffondere la cultura e l’etica sportiva per mandato ufficiale del CIO e del CONI , siamo sempre al fianco di quanti , aldilà di ogni appartenenza politica , ritengono necessaria ed urgente la scomparsa di tale ” follia” , dopo ben 73 anni dalla promulgazione della Costituzione italiana. Tanto più’ in questi tempi , ove la devastante pandemia sta mettendo in ginocchio anche lo sport oltreché’ la salute , l’istruzione , l’economia e via discorrendo .
” Lo sport ha il potere di cambiare il mondo , d’ispirare , di unire le persone , parla ai giovani in una lingua che comprendono , può portare speranza laddove c’è disperazione ” diceva Nelson Mandela . Parole di estrema attualità . Ai governanti il compito di tradurle in concreto , partendo proprio dal riconoscimento costituzionale dello sport .
Renato Zanovello Presidente emerito Panathlon Padova