Qui Malpensa – Giovanni Castiglioni – Area 2
Fair Play. As usual. Il business di Riccardo Colombo è vincere correttamente. Perché (diversamente), non è davvero il caso. Retorica? Gli scettici consultino le cronache dell’1-1 a Gorgonzola con la Giana Erminio: 24’ della ripresa, 16 metri locali, il fagnanese a terra e rigore per la Pro Patria fischiato da Andreano di Prato. In assenza del Var, ci ha pensato il capitano biancoblu a rimettere le cose a posto: “Ho agito d’istinto. C’era una palla vagante in area, ci sono andato, sono scivolato sopra e sono caduto. Ho detto subito di no. Di istinto non me la sono sentita. Si vede anche dalle immagini. Una cosa spontanea. Ho detto all’arbitro che ero scivolato. Lui mi ha ringraziato e ha tolto il rigore”.
A poche ore da un episodio che fa da eccezione ad una regola non sempre allineata e coperta con le elementari regole del galateo sportivo, il 21 tigrotto prova a delimitare i contorni dell’accaduto. Perché nella stretta attualità scioccata dall’ipotesi SuperLega, c’è spazio anche per un gentleman player d’altri tempi: “Una cosa che ho dentro di me, inconscia. Quello che mi ha sempre caratterizzato in questi 20 anni di carriera: la correttezza, il fair play. Una cosa che mi è uscita così. Non ci ho neanche pensato. Ovvio che mi è dispiaciuto perché non siamo riusciti a vincere. Però non era quello il modo giusto per farlo. Magari qualcuno non sarà d’accordo con quello che ho fatto perché si dice che la vittoria è la cosa più importante. Chi mi conosce sa che sono una persona così. Anche se mi rendo conto di quanto non sia scontato in un mondo così dove si guarda solo agli interessi economici. Il calcio dovrebbe basarsi più sulla passione e l’amore per lo sport. Come hanno dimostrato anche ieri i nostri tifosi venendo a sostenerci prima della partenza da Busto”.
Lo sfoggio di fair play assume rilevanza ancora maggiore se si pensa ai gravi infortuni accusati da Parker e Bertoni (entrambi ricoverati per accertamenti). Con la Giana accusata di eccesso di agonismo. Colombo non accampa alibi: “E’ sempre una partita di calcio. Importante sia per noi che per gli avversari. Non è che si possa imputare loro granché. Dobbiamo accettare anche il gioco duro. Fa parte del calcio”. Un piccolo passo per un giocatore di Lega Pro. Un grande passo per il nostro calcio.