Qui Lecce – Ludovico Malorgio – Area8
Si può essere fenomeni in tanti modi. Nell’arte, la scienza, la cultura, lo sport. Spesso anche in astuzia, che é la ‘sottigliezza d’ingegno, con cui si riesce abilmente a volgere a proprio vantaggio situazioni sfavorevoli’ (Treccani). Nella mitologia greca questa qualità ha reso immortale Ulisse.
Nel tennis questo riconoscimento é dovuto al giovanissimo americano del New Jersey, Michael Chang (Te Pei il suo nome cinese) che il 5 giugno del 1989 a Parigi, appena diciassettenne, sconfisse Ivan Lends, numero uno del ranking mondiale, e vince il Roland Garros. Se l’impresa gli riuscì lo deve sicuramente alla sua astuzia e, non sembri strano, alle banane che mangiò in quantità durante l’incontro e gli permisero di volgere a suo favore il confronto con il campione cecoslovacco. Non era mai accaduto prima un fatto del genere, probabilmente perché si conoscevano poco le eccellenti proprietà energetiche di questo frutto esotico, o solo perché si era abituati a consumare solo acqua. Certo é che Chang fu l’indiscusso pioniere di questa pratica oggi diffusissima, ma all’epoca considerata a dir poco “rivoluzionaria”. Le banane apparvero sulla scena al quinto set degli ‘ottavi’ di finale del grande torneo parigino, che lo opponeva al ‘mostro sacro’ cecoslovacco. Chang in vantaggio per 4 set a 3 in preda ai crampi meditava di abbandonare, ma cambiò idea mentre si avvicinava all’arbitro per comunicargli questa decisione. Decise di continuare e iniziò a mettere in atto uno straordinario show di stranezze e furberie con l’evidente scopo di destabilizzar ed innervosire il grande avversario. E ci riuscì. Perdeva tempo nei cambi di campo, si fermava per lo streching, un massaggio o per andare in bagno.
E poi ingurgitava acqua e mangiava banane in continuazione, costringendo Lendl a lunghe e snervanti attese. Non contento di tutto questo, durante il gioco sbeffeggiava il grande rivale in mille modi. Batteva la palla da sotto invece di lanciarla in aria, sparava la palla in alto con strani colpi da fondo campo. Al match point si dispose nel quadrante di servizio per ricevere la battuta di Lendl suscitando una gran risata tra il pubblico, che si trasformò in impietose urla di biasimo quando Lendl, ormai svuotato di ogni energia fisica e nervosa, con un doppio fallo, regalò la vittoria al dispettoso ‘enfant terrible’. Per la cronaca, nei ‘quarti’ del torneo parigino Chang si impose su Agénor, un haitiano naturalizzato americano, eliminò il russo Andrej Česnokov in semifinale, e chiuse con la vittoria finale in cinque set contro un altro grande campione, lo svedese Stefan Edberg.
A soli 17 anni il cino-americano divenne il più giovane tennista ad aggiudicarsi il Roland Garros. Dopo la vittoria di Parigi tutto sembrava proiettato verso una sfolgorante carriera, invece Chang fu molto limitato da due grandi ‘stelle’ del tennis mondiale Pete Sampras e Andre Agassi e il ‘Roland Garros’ rimase l’unico slam nella sua bacheca. Fisico minuto Michael Chang non era alto, con i suoi 175 centimetri era ben al di sotto dell’altezza media dei tennisti. Sopperiva a questo limite con un tennis di regolarità, un atteggiamento attendista, ma soprattutto con l’intelligenza e la caparbietà. Andava in campo dopo aver studiato ogni avversario che affrontava con una tattica mirata soprattutto a logorarlo sul piano nervoso. “Non avevo il fisico, ma vincevo ragionando” ha sempre dichiarato, riconoscendo i suoi limiti tecnici, che non gli hanno, però, impedito di vincere una trentina di tornei Atp oltre al Roland Garros. Le sue vittorie gli sono bastate per diventare ricco e famoso. Il resto lo hanno fatto… le banane, entrate con lui nella grande storia del tennis.
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