Cade l’impero di Sky, ed caos totale per il calcio in televisione: SPEZZATINO DI ABBONAMENTI. MANO DUNQUE AL PORTAFOGLI
Qui Reggio Calabria – Tonino Raffa – Area8
Diceva Aristotele che una cosa invecchia presto al mondo : la gratitudine. I dirigenti del calcio italiano hanno dimostrato che può invecchiare molto prima del previsto. Messi all’angolo dai debiti dilatatisi a dismisura per effetto dell’epidemia (ma anche per gli errori frutto di gestioni dissennate), hanno scaricato il vecchio “padrone”. Nel senso che, dopo essersi legati mani e piedi alla televisione, adesso nel nome del Dio denaro, hanno cambiato…canale e hanno deciso di rendere la vita impossibile ai tifosi. Tutta la serie A a partire dal prossimo triennio verrà trasmessa da DAZN e non più da Sky, che ha perso la titolarità dei diritti. Una rivoluzione epocale, perché si passerà dalla trasmissione su piattaforma satellitare a quella in Streaming, cioè via Internet. La Lega calcio di Milano (su venti società, sedici hanno votato a favore) incasserà 840 milioni di euro a stagione, per trasmettere 380 partite, 266 in esclusiva e 114 in coabitazione con un altro network che verrà scelto con un bando successivo. Se lo potrebbe aggiudicare Sky per trasmettere in co-esclusiva tre partite per ogni turno versando una ottantina di milioni (ne aveva offerti settanta ma la proposta non è stata ritenuta congrua). Uno “spacchettamento” che finirà col disorientare la maggioranza degli utenti.Qualcuno ha fatto una mano di conti, e, analizzando la situazione alla luce di questa “parcellizzazione” esasperata ha scoperto che per seguire il calcio serviranno quattro abbonamenti, con tanti saluti a quanti amano lo sport ma sono costretti a stringere la cinghia per mantenere le loro famiglie in un periodo nel quale il lavoro è crollato (persi nell’ultimo anno un milione di posti), la produzione ristagna e l’economia è a pezzi. Dovranno pagare il campionato su Dazn (con tre gare a settimana trasmesse anche da un’altra emittente) ma per seguire la Champions e l’Europa League si dovranno ancora abbonare a Sky. E non è finita qui, perché per la Champions una partita ogni settimana verrà trasmessa anche da Mediaset, e per le migliori sedici gare del mercoledì è entrata in gioco Amazon, che farà il suo debutto e spremerà altri quattrini all’utenza. In più una partita per ogni turno di Europa League, Sky potrebbe mandarla in chiaro su un altro canale consociato, TV 8. Come ci si dovrà attrezzare sul fronte tecnologico, tenuto conto che la connessione internet non copre tutto il territorio e in molte zone è assai debole ? Per il pacchetto di Dazn, il cui segnale verrà irradiato in streaming, il decoder non servirà più. Basterà un APP, poi fruibile su smart tv, sul telefonino, sul tablet e sul computer. Ma i titolari del Network hanno sottolineato che il 99 per cento delle famiglie italiane può già dotarsi di una connessione a banda larga da otto megabit. ottima per la di ricezione di tutti i servizi internet. Il decoder invece dovrà essere mantenuto ( o acquistato) per gli eventi trasmessi da Sky. Da aggiungere che a fine anno l’Italia passerà ad un nuovo standard televisivo, il DVB T 2, ma non tutti i televisori sul mercato o già in possesso degli abbonati, sono in grado di supportarlo. Bisognerà ancora mettere mano al portafoglio, acquistare un televisore di nuova generazione o dotarsi di altra attrezzatura per scaricare le APP. Un panorama così frastagliato, sembra uscito dal cervello morboso di un erede di Hitchcock. Se non ci avete capito nulla, vi basterà sapere che dell’unica componente passionale del calcio, cioè del pubblico (che, dopo la pandemia vorrebbe tornare sugli spalti), non importa più niente a nessuno. Per tanti anni ai tifosi hanno chiesto supporto, calore, incitamento e …quattrini. Adesso li hanno condannati a pagare e a starsene sul divano di casa. Stanchi per gli orari impossibili, per la frantumazione demenziale del calendario, per gli abbonamenti gettati al vento, per le regole sempre più complicate dopo il flagello del Covid. Nessuno pensa più a loro. Di questo passo si arriverà a far disputare il primo tempo di una partita il lunedì mattina e il secondo in altra data, magari verso la mezzanotte. Se il vendere l’anima alle televisioni fosse servito in questi ultimi venticinque anni a salvare i bilanci e ad avviare le riforme che tardano, ce ne saremmo fatti tutti una ragione. I conti dei club, invece, sono sempre più in rosso perché i proventi dei diritti TV sono stati utilizzati solo per pagare calciatori e procuratori. Ma attenzione. Tirare troppo la corda, può essere rischioso : si potrebbe spezzare. Tonino Raffa