” Saranno Famosi? “
Il College Universitario per Canottieri e Canoisti
Qui Pavia – Giacomo Saglio
Il College è uno dei capisaldi nell’organizzazione sportiva del mondo anglosassone, infatti basta scorrere i curricola dei più famosi campioni originari di quei paesi per constatare come l’esperienza del college sia stata centrale nella loro formazione e come questa sia trasversale nella quasi totalità dei profili, sia che essi pratichino sport di squadra che sport individuali, indipendentemente dal contesto in cui operano sia strettamente professionistico oppure rientri comunque nell’ambito dilettantistico. Un modello opposto è quello che vede lo stato direttamente impegnato nell’organizzazione e nella gestione dell’attività sportiva, sostenendo in prima persona, anche economicamente, i migliori talenti attraverso percorsi formativi pianificati che travalicano l’ambito strettamente sportivo. Entrambi i modelli hanno dei pro e dei contro, ma questo tema meriterebbe un’analisi più approfondita ed una sede opportuna per fare una analisi non facile.
Ciò che invece è importante considerare come il modello sportivo italiano dal secondo dopoguerra in poi sia stato costruito seguendo un paradigma a cavallo fra questi due modelli, affidando al terzo settore, cioè all’associazionismo sportivo nella sua forma più pura, le azioni inerenti alla promozione, all’organizzazione e alla gestione dall’attività di base sino al medio livello, ed al CONI, tramite le federazioni sportive nazionali, il cosiddetto alto livello. Ed è proprio per quest’ultimo aspetto che il ruolo dello stato ritorna ad essere centrale nel garantire un ritorno economico agli atleti di vertice attraverso l’arruolamento nei gruppi sportivi militari che, in linea di massima, garantisce loro un futuro anche a carriera sportiva conclusa. Tale modello, che nel tempo si è per alcuni versi dimostrato funzionale, oggi ci pone di fronte a due limiti:
- i gruppi sportivi, per forza di cose, possono puntare su un numero limitato di atleti che sovente vengono selezionati ancora all’inizio del loro cammino sportivo, scommettendo più su singole prestazioni raggiunte nel corso di una stagione che valutando un solido curriculum, con il risultato che non di rado a posteriori ci si trova nella condizione di dover ammettere di aver scommesso sul cavallo sbagliato.
- la permanenza presso i centri sportivi militari o presso i centri federali sovente focalizza l’attenzione dell’atleta solo sull’aspetto sportivo portandolo a considerare il proseguimento degli studi come un obiettivo marginale.
E’ quindi evidente l’importanza di posticipare tale scelta e per questo diventa importante individuare un ambito dove i giovani, terminata la scuola secondaria, possano da un lato svolgere attività sportiva di alto livello, dall’altro intraprendere con profitto studi universitari che consentano loro, conclusa la parentesi sportiva, di approcciarsi al mondo del lavoro senza limitazioni. E’ con questo intento che nei primi anni ’80 a Pavia è stato istituito il College Remiero Federale e, parecchi anni dopo, il College Federale della Pagaia.
Pavia è la sede di una prestigiosa Università, da sempre frequentata da un gran numero di studenti fuori sede grazie alla presenza di una fitta rete di collegi e di strutture in grado di erogare loro tutti i servizi necessari. Pavia è anche una città a “misura d’uomo” posta a cavallo del Ticino e dove gli sport fluviali solo da sempre praticati dalla popolazione. Anche per il CUS Pavia, quindi, è stato naturale occuparsi di canottaggio e di canoa, dotandosi, nel corso dei decenni, di impianti, attrezzature e soprattutto competenze tali da essere considerata una delle migliori realtà sportive italiane.
Il primo allenatore che ha creduto e realizzato questa idea è stato Angelo Porcaro. Queste premesse hanno consentito di sviluppare un rapporto di collaborazione fra le due competenti federazioni (Federcanoa e Federcanottaggio) e le tre componenti del mondo universitario pavese (Università, EDiSU e CUS Pavia) che sono gli attori delle convezioni che hanno dato vita ai due College. Questa opportunità dà agli atleti più promettenti la possibilità di intraprendere gli studi universitari beneficiando del posto in collegio e di tutti servizi EDiSU e, nel contempo, proseguire il proprio cammino sportivo avvalendosi dell’organizzazione e delle competenze presenti nel CUS. Inoltre l’Università mette a disposizione di ciascun studente-atleta un tutor che lo guidi lungo il cammino universitario agevolandolo, soprattutto, nel rendere compatibili le scadenze universitarie con quelle sportive.
Nell’anno accademico in corso gli atleti che seguono questo programma sono complessivamente 12, 5 sono ragazze, anche se non ci sono regole sulla parità di genere in quanto sono i risultati sportivi e universitari a determinare l’ammissione o la riconferma al college. Tutti questi studenti-atleti alloggiano presso il Collegio Gerolamo Cardano e per i pasti si avvalgono delle mense universitarie. La loro giornata tipo prevede due sedute di allenamento che si tengono presso la sede nautica del CUS Pavia, la prima all’inizio della mattinata prima di recarsi in facoltà per attendere agli impegni universitari, la seconda a metà o nel tardo pomeriggio in funzione degli impegni universitari. I direttori tecnici pongono grande attenzione a preparare programmi di allenamento che siano nel contempo tanto sportivamente efficaci quanto compatibili con i tempi da dedicare allo studio, ma nella gestione del tempo è di grande aiuto la dimensione cittadina che consente tempestivi spostamenti con la bicicletta.
Alessandro Rognone, segretario generale del CUS Pavia ci informa che gli atleti che hanno beneficiato sinora di questa opportunità sono più di 200, alcuni di loro hanno partecipato ai Giochi Olimpici, molti hanno vinto Campionati mondiali ed europei, più dell’80% sono giunti alla laurea inserendosi con successo nel modo del lavoro. Rognone indica come esempio proprio il primo atleta giunto a Pavia per il College Remiero, il canottiere Piero Poli, Campione Olimpico a Seoul nel 1988 e oggi affermato ortopedico. Per verificare di persona ci rechiamo presso la sede nautica del CUS dove a lato della porta di ingresso fa bella mostra una targa “Il Capannone dei Campioni”. Entriamo e vediamo che una lunga parete dell’atrio è interamente occupata da un tabellone dove in caratteri giallo su fondo blu (sono i colori del CUS Pavia) sono scritti tutti i nomi degli atleti che hanno conquistato un podio a Campionati europei e mondiali o hanno partecipato ai Giochi Olimpici. L’oro di Poli per ora resta ineguagliato, ma i nomi si susseguono fitti, ne contiamo ben 154; ne scegliamo alcuni a caso e sullo smartphone Google ci rimanda a importanti profili professionali.
Oggi il College conta sulla presenza di dieci canoisti e due canottieri; fra i canoisti ben sette sono discesisti che costituiscono l’ossatura della Squadra Nazionale ed hanno già conseguito risultati di primissimo piano in ambito internazionale, mentre i restanti praticano la velocità. Un caso a parte è poi Mathilde Rosa che, nata discesista, a Pavia ha iniziato a cimentarsi con continuità pure nella velocità ottenendo in pochi mesi risultati di tutto rispetto tanto da essere selezionata, con la compagna Elena Ricchiero, nella Squadra Nazionale di velocità. Dal punto di vista universitario ben cinque di loro frequentano la facoltà di Ingegneria, gli altri si dividono equamente fra Economia, Biologia, Scienze Motorie, Chimica, Fisioterapia e Giurisprudenza, una scelta molto ampia quindi, che va anche ben oltre a quelle materie con un’attinenza prettamente sportiva.
Concludo con la risposta che Piero Poli pronunciò in occasione delle cerimonia organizzata presso l’Ateneo Pavese per celebrare i primi 25 anni del College Remiero: alla domanda se ricordava gli anni pavesi come anni di sacrificio; il campione di canottaggio rispose che quelli erano stati anni di fatica tutt’al più, ma non di solo sacrificio perché in quel periodo si stava impegnando per raggiungere i suoi due obiettivi preminenti: remare per vincere le Olimpiadi e studiare per diventare medico.
Grazie al College nel 1988, li aveva raggiunti entrambi a poche settimane di distanza uno dall’altro.