Da Lecce, di Ludovico Malorgio
‘La solita americanata’, ho pensato subito, quando il nostro direttore mi ha chiesto se volevo scrivere qualcosa sul ‘Lingerie Football League’. Non avendone mai sentito parlare, quel ‘lingerie’, associato allo sport, mi suonava quanto meno strano. Noi di qualche generazione fa, peraltro, definivamo ‘americanata’ tutto ciò che aveva il carattere dell’esagerata platealità, quelle manifestazioni clamorose, eccentriche e di discutibile gusto, tipiche degli americani del nord. Perciò mi sembrava quanto mai calzante. Oggi, forse, ha poco senso usare questo termine, in quanto la globalizzazione ha uniformato i comportamenti, anche i peggiori, certe per manifestazioni sopra le righe si registrano ad ogni angolo della terra. La sorpresa, comunque, era stata grande ed é andata via, via crescendo, mano a mano che approfondivo l’argomento e mi rendevo conto che, però, si trattava di una cosa seria.
L’idea di accoppiare delle donne bellissime con lo sport più diffuso d’America, con l’intento non tanto velato di fare spettacolo, era venuta a Mitchel Mortaza, non a caso regista cinematografico, che nel lontano 2004 ha inventato il Lingerie Football League (con sede a Los Angeles nel Nevada) , una variante del football in salsa sexy, che egli ha definito ” Sport ed intrattenimento di prima linea”, un ‘unicum’ al mondo nella storia dei giochi di squadra. Le giocatrici, infatti, non hanno le classiche divise colorate, a strisce o a quadri, guarnite di paracolpi, degli uomini, ma intriganti lingerie, per essere più precisi solo il reggiseno e le mutandine. Queste splendide ragazze, con un background di modelle, atletica, basket, pallavolo, fitness, softbal, si… concedono solo il casco e il paraspalle. Tutto il resto del loro bellissimo corpo viene generosamente esposto con ridotti bikini lontani parenti, tanto per intenderci, da quello storico e castigato di colore bianco, indossato da Ursula Andress nel film Agente 007 licenza di uccidere (1962), diventato ormai una icona del cinema e del costume nazionale. Per i primi anni due squadre, la Team Dream e la New York Euphoria, composte da sette elementi ciascuna, hanno portato in giro per gli States questo sexy sport con partite esibizioni, che venivano trasmesse in ‘pay per wiev’, sollecitando la curiosità morbosa dei maschietti, molto attenti a scrutare i corpi seminudi delle giocatrici nelle concitate azioni di gioco.
E’ facile pensare, infatti, che il successo registrato dal Lingerie Footbal, più che dai ‘blockingbn’ o i ‘touchdow ‘delle giocatrici in due pezzi, sia stato favorito dai loro esplosivi ‘pettorali’ e dai possenti e formosi ‘quadricipiti femorali’. In effetti in quelle partite l’aspetto spettacolare prevaleva sempre su quello agonistico, in quanto le ragazze, scimmiottando il gioco dei maschi, mostravano generosamente tutto il ben di dio di cui disponevano. Per essere ancora più attrattive scendevano in campo truccate di tutto punto e con i tatuaggi coperti per esaltare ancora di più la loro femminilità, sicché la loro bellezza prevaleva sulla forza e quando nei placcaggi o nelle mischie saltava qualche reggiseno l’apoteosi… erotica toccava i massimi livelli. Nel 2009 Michtell Mortaza, incontrastato ‘deus ex machina’ del lingerie fooball, per la prima volta ha fatto disputare un campionato a dieci squadre (Chicago, Dallas, New York Los Angeles ed altre) e nel “2013, in accordo con la League, ha deciso di dare alla sua creatura il crisma dello sport vero, eliminando il termine ‘lingerie’.
Mantenendo l’acronimo LFL, ha dato vita alla Legends of Footbal League, senza però rinnegare la sua originaria natura di show sportivo come il vrestling. Le giocatrici in sexy-divisa e con una ottima condizione fisica e atletica hanno continuato ad affrontarsi e a suonarsele in campo, proponendo, al contempo, nuove ed interessanti linee di abbigliamento sportivo. Col passare degli anni questo sport-spettacolo, che ha mirabilmente fuso l’aspetto agonistico con quello teatrale, si é molto diffuso negli Stati Uniti, in Canada e in Australia. In Italia il sexy footbaal americano non é arrivato, ma come dice il vecchio detto: “se la montagna non viene a Maometto, Maometto va alla montagna”. In Usa, infatti, per provare l’ebbrezza del lingerie footbal, nel 2015, é volata un’italiana, Luna Francesca Stefanelli, splendida atleta salentina, sposata con Stefano e madre di Roberto, all’epoca 18enne.
Quarant’anni, di Lecce, 1 metro e 80 di altezza, un passato di modella, Luna ha ereditato la passione per lo sport dal padre Manlio, ex calciatore, oggi 77enne, ma é andata molto oltre, é un’autentica iron- women: ‘nazionale’ Under 16 di pallavolo, brevetti di nuoto e immersione, domatrice di cavalli selvaggi, paracadutista, esperta di arti marziali e tiro a segno. E’ anche una ricercata chef e brava scrittrice. Racconta di avere ricevuto pesanti insulti per la scelta ardita e anticonformista del lingerie footbal. << Non avevo alcun problema a mostrare il mio corpo – ha dichiarato Luna – non mi sentivo sminuita come donna perché si giocava in slip e reggiseno, ma ben presto mi sono resa conto che non era il Football che cercavo e che avevo praticato a Milano con una squadra maschile. Mi sono trovata dentro uno show giocato in arena per la televisione, in un ambiente totalmente avulso da me. Dopo un paio di mesi ho deciso di lasciare l’Atlanta Steam e lo stesso giorno mi sono presentata al’Atlanta Phoenix, una squadra vera, formata da grandi atlete con cui ho disputato un campionato di serie A e due in ‘flag’, il foot ball nazionale senza contatto fisico >>. Da aggiungere che nel 2016 é diventata mamma della bellissima Catherine, che ha disputato una partita al terzo mese di gravidanza ed é tornata in campo dieci giorni dopo il parto. Nel 2018 l’atleta salentina ha concluso la sua avventura americana. Oggi vive a Lecce, ma continua a mantenere stretti rapporti con le sue compagne di squadra. Negli anni americani si erano accorti di lei anche i selezionatori della Nazionale USA , ma non ha potuto rispondere alle convocazioni perché priva di passaporto americano. Da tempo la vogliono come coach e presto Luna accoglierà una di queste proposte. Nel 2023 conta di stabilirsi definitivamente negli States per assicurare un futuro americano a Catherine, che oggi ha cinque anni. Sogna anche una lavoro da ‘chef ‘ pentastellato e un ranch con tanti cavalli. Il lingerie footbal non l’ha conquistata, ma le ha cambiato la vita.
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