-Da Pavia: Angelo Porcaro–
Si disputeranno nei territori dell’Oltrepo pavese i Mondiali di Enduro 2021 con la partecipazione di più di 40 nazioni e più di 500 agonisti, oltre ai supporters.
La manifestazione ha destato assai scalpore sia per l’importanza dell’avvenimento che per la presa di posizione delle associazioni ambientaliste:
- Da un lato gli organizzatori favoleggiano, come dice lo stesso Presidente della FMI, che: “L’Italia sarà al centro dell’attenzione internazionale e non c’è dubbio che sul territorio le ricadute, anche economiche, saranno di grande e positivo impatto.”, e che ci sarà turismo di qualità, messa in moto delle attività alberghiere e di ristorazione, visibilità internazionale,
- Dall’altro le molte associazioni ambientaliste si chiedono quali conseguenze si avranno sul territorio, quali limiti verranno imposti, quali tutele saranno prese in una pratica di motociclismo che implicando competizioni su fondi sterrati di vario genere, ghiaie, mulattiere, torrenti, crinali boschivi e declivi incolti, determinano conseguenze assai severe sull’ambiente.
Il problema è più grave di quel che a prima vista possa apparire. Si tratta di decidere se questo tipo di sport sia adatto ad un contesto territoriale come l’Oltrepo oppure esso confligga con altri modelli di attrazioni turistiche irrinunciabili per quel territorio.
E noi del Panathlon cosa facciamo, cosa diciamo? Ci schiereremo nei nostri commenti a favore del mondiale tout court o ci porremo qualche domanda sull’opportunità o meno che questa disciplina si svolga su strade, sentieri e viottoli delle nostre campagne?
In questa occasione, così come in tante altre che investono problematiche generali, che esulano dalla normale trattazione di un evento sportivo, sarebbe interessante conoscere il pensiero del nostro movimento, naturalmente se interpellato e documentato dagli interessati.
Il nostro comunque sarebbe un parere e non un giudizio.
Caro Porcaro, ho letto quanto scrivi circa il Mondiale di enduro che coinvolgerà prossimamente il territorio dell’Oltrepo pavese. Non conscendo la zona né il percorso gara, né se lo stesso fosse già esistente, viene difficile esprimere un parere. Immagino però, che l’ubicazione del mondiale scelta, sia stata studiata, discussa ed approvata dopo lunga meditazione, alfine di non arrecare danni alla natura. Un cordiale saluto, Massimo Rosa/Direttore Panathlon Planet