Oggi il nostro Paolo Avezzù prenderà per mano la giovane Miriam accompagnandola nel suo cammino di crescita sportiva. Lo farà tenendoci informati, per informare a nostra volta i lettori di Panathlon Planet. MR
Da Rovigo, Paolo Avezzù
Stavolta, per un momento non parlo di rugby, ma di atletica leggera, rivolgendo alcune domande ad una giovane atleta di Rovigo, Miriam Tarè Bergamo, 16 anni, vera promessa dell’atletica leggera. Una ragazza brava, capirete la sua storia nel corso dell’intervista, e di cui sentiremo ancora parlare.
Sei una promessa dell’atletica leggera italiana. Salto in lungo, peso, corsa 60 mt. E soprattutto lancio del disco, la tua specialità. Come è nata questa passione?
La mia passione per l’atletica è nata grazie a mio nonno allenatore di atletica che mi ha fatto conoscere questo meraviglioso sport.
Nella tua famiglia infatti ci sono importanti precedenti sportivi: un bisnonno calciatore e allenatore di calcio e rugby, un nonno storico tecnico di atletica leggera ed insegnante di educazione fisica al Liceo Scientifico di Rovigo (tra l’altro è stato anche mio insegnante), una nonna campionessa italiana di pattinaggio. Questo clima familiare ha voluto dire qualcosa nelle tue scelte?
Certamente devo ringraziare tutta la mia famiglia per le mie scelte , prima di praticare atletica infatti praticavo pattinaggio.
So che ti alleni 5 giorni alla settimana, 4 giorni avanti e indietro da Padova in treno, il quinto a Rovigo. Sei anche studentessa del Liceo Scientifico ad indirizzo sportivo. Ti pesa tutto questo? Come fai a far coincidere studio, sport, canto (so che ti piace molto cantare) ed amicizie?
Sono sincera, è dura! Non è semplice andare 4 volte a settimana a Padova, è molto stancante soprattutto il viaggio in treno mi porta via molto tempo, spesso per studiare devo svegliarmi molto presto alla mattina, nonostante numerosi sacrifici lo faccio molto volentieri amo questo sport non saprei farne a meno. Amo cantare e possiamo dire quanto lanciare un disco: mi provoca emozioni grandissime.
10 giorni fa, nelle tua prima gara stagionale a Mestre(Ve), hai fatto un lancio del disco a 42,23, tuo nuovo personale, misura che è già il minimo di qualificazione per i Campionati Europei Under 18 che si disputeranno quest’anno in Italia a Rieti. Soddisfatta o pensi sia solo l’inizio?
Sono felice, è un buon inizio, devo lavorare ancora molto sulla tecnica, ma sì è solo l’inizio.
Quest’anno ci sono le Olimpiadi: tra 4 anni ti piacerebbe esserci?
Molto spesso le persone mi dicono “non vediamo l’ora di vederti alle Olimpiadi”: per me le Olimpiadi sono un sogno ancora lontano, anzi non ci penso, ora il mio obiettivo sono gli Europei e poi chissà se raggiungerò il sogno olimpico, io ci credo.
A dicembre hai ricevuto il Premio FairPlay dal Panathlon di Rovigo perché esattamente un anno prima, di ritorno in treno da Padova, hai ritrovato un portafoglio di una persona di 54 anni con all’interno la bellezza di 1.800 euro. Non ci hai pensato nemmeno un momento ed appena arrivata a Rovigo sei andata a consegnare il portafogli ai Vigili Urbani di Rovigo. Perché lo hai fatto e secondo te altri ragazzi della tua età avrebbero fatto lo stesso?
Trovo ancora strano il fatto che molta gente si sia stupita di questo gesto, ho fatto quello che i miei genitori mi hanno insegnato, non posso togliere uno stipendio a una persona, perché se capitasse alla mia famiglia sarebbe terribile. Perché bisogna essere egoisti? Non è più bello aiutarsi tra di noi? Voglio sperare che altri ragazzi della mia età, ma anche più piccoli o più grandi, avrebbero fatto lo stesso, perché sennò abbiamo perso in partenza.
Quale è il tuo sogno nel cassetto per il futuro?
Penso che per un atleta le Olimpiadi siano il sogno più grande, io sogno anche di poter rendere orgogliosi di me il mio grande allenatore, mio padre , mia sorella, mia nonna, i miei prof, i miei amici e tutte le persone che mi vogliono bene e che mi sostengono. Voglio rendere orgogliosa anche me stessa.
Grazie a Miriam Tarè e buona fortuna nella vita e nello sport!
2 Comments
Paolo Dazzi
Effettivamente una bella storia. Mi domando perché andare avanti e indietro Rovigo Padova ? Solo per allenarsi o per la scuola.
Peccato perdere tempo in treno.
Panathlon D.I.
Caro Dazzi, giriamo la tua domanda all’interessata