–da Verona, Alessandra Rutili-
“Il covid19 mi ha tolto anche la gamba con la quale feci il mio unico gol in carriera al Borussia Monchelgladbach”. Un gol pesante. Il difensore dell’Inter Mauro Bellugi segnò una rete importante in quella sera del 3 novembre 1971 , che vide i neroazzurro vincere per 4 a 2. Un solo gol ma tante presenze anche vestendo la maglia del Bologna, Napoli e Pistoiese. Vestì anche la maglia della Nazionale per ben 32 volte. La sua carriera tra le big inizia nei primi anni ’70. Il Presidente dell’Inter Angelo Moratti lo vuole a tutti i costi, tanto da regalargli, al momento della stipula del contratto, una villa in Sardegna. Scelta azzeccata perché quella squadra vincerà lo scudetto nella stagione 1970- 1971.
L’idillio però non dura molto e per problemi “di spogliatoio” Bellugi viene ceduto al Bologna. A soli 31 anni, dopo aver militato nel Napoli e nella Pistoiese lascia il calcio giocato. Nelle sue oltre 200 presenza in Serie A nessun gol. Intraprende la carriere d’allenatore nel settore giovanile toscano e di commentatore.
Lo stopper d’emergenza lo aveva definito un giornalista in un articolo de “Il Guerin Sportivo” nel 1978 e proprio una situazione straordinaria come la pandemia lo ha colpito. Bellugi ha combattuto il virus per molti mesi, dopo il ricovero nel novembre scorso, il quadro clinico aggravato, anche da comorbosità pregresse, è peggiorato. L’amputazione di una gamba prima, della seconda poi. Ma Bellugi, seppur provato dalla difficile scelta di far a mano degli arti inferiori, si era sempre mostrato positivo ” ne metterò di nuove”, aveva detto.
Qualche giorno fa, dopo il compleanno festeggiato il 7 febbraio, un ultimo messaggio “Scusate, sono stanco”.