“Pillole di storia”
Da Perugia Gino Goti
C’era una volta “Quelli…che il calcio”, quello originale firmato e condotto da Fabio Fazio. Una trasmissione divertente che divertiva anche tutti coloro che erano impegnati nella produzione. In redazione, a Milano, si lavorava tutta la settimana prevedendo e organizzando anche i collegamenti esterni dai campi di calcio, o meglio dalle tribune e comunque dall’esterno delle linee che delimitano il rettangolo di gioco. Perché durante la partita era rigorosamente vietato proporre anche un minimo angolo del campo pur senza giocatori. Arrivava subito la telefonata da Roma a intimare rimproveri e sanzioni.
I collegamenti esterni si perfezionavano via telefono fino al venerdì, poi il sabato eravamo nella città prescelta per la partita, sempre la più importante del campionato, per scovare curiosità, personaggi, eventi da affiancare o alternare ai sostenitori della squadra, personaggi scelti da Fazio e dalla redazione. Alcuni nomi? Almeno alcuni di quelli “diretti” da me nei collegamenti: Suor Paola, Nando Martellini, Idris, Paolo Brosio, Vittorio Citterich, Fiona May, Piero Pelù dei Liftiba, Dody Battaglia dei Pooh, Pantani, Orietta Berti, Piero Barucci, Gino Bartali, Marcolino e Padre Buozzi, il Trioreno, il Duo di Piadena, Pupo, Ceccherini e Paci, Gaspare, i Tenores di Bitti, Stefano Carloni (quello dietro la colonna), Enrico Vaime, Everardo dalla Noce. Un mondo meraviglioso quello dello sport, di questa fortunata trasmissione e della televisione in generale. Un lavoro interessante, creativo, sempre nuovo che ha subito affascinato il “regista” e in cui lui ha riversato energie, inventiva, tempo sacrificandolo ad altri suoi interessi: il teatro, la letteratura, l’astronomia, l’archeologia, la poesia: i miei hobby preferiti oltre all’amata bicicletta.
Il sabato era impegnativo, ma i problemi venivano la domenica mattina come quella volta a Vicenza che all’ultimo momento la direzione sportiva della squadra ci negò gli spazi e i posti per la postazione dei nostri ospiti, perché avevano venduto tutti i posti: si disputava Vicenza-Milan. Ripiegammo allestendo il set sul roof garden di un hotel lato curva nord dove Everardo dalla Noce riuscì con il binocolo a raccontare a modo suo la partita. La sua era una falsa ignoranza del calcio: sapeva a memoria formazioni, schemi di gioco delle squadre, allenatori, direttori sportivi: una vera enciclopedia. Ma a “Quelli che il calcio” doveva figurare come falso inesperto.
Sempre a Vicenza, rispettando il sottotitolo della trasmissione che riguardava l’automobilismo, riuscimmo a far arrivare Everardo a bordo di una auto da rally che “inchiodò” proprio a ridosso della bandierina del calcio d’angolo prima del calcio d’inizio dato, con il fischietto, da Everardo dietro la rete della porta tra i sorrisi del portiere e del guardalinee. A fianco di Everardo c’era sempre Giacomo Forte autore televisivo sul campo o in postazione.
A Parma, sempre con Everardo, il sottotitolo della trasmissione era “Su e giù” e io sorpresi tutti, anche la regia di Milano, aprendo il collegamento con la telecamera rovesciata facendo apparire un imperturbabile Everardo che iniziava il suo collegamento a testa in giù. Immediata la reazione di Milano con il regista che rispose con lo studio rovesciato sotto sopra.
Ma anche altri collegamenti erano divertenti da Perugia era ospite il perugino Stefano Carloni, basso di statura ma con una voce particolare da ex annunciatore RAI: la sua postazione era, casualmente, dietro una colonna della tribuna che gli impediva di vedere il campo e non sapeva mai cosa dire delle azioni quando Fazio, agli applausi e al brusio dello stadio, chiedeva cosa era successo. Carloni aveva una telecamera a perpendicolo sulla testa e si vedevano i suoi movimenti a destra o a sinistra per cercare di individuare e raccontare sprazi di azioni.
C’era sempre da inventare situazioni divertenti, da improvvisare stacchi su quello che succedeva sugli spalti o sulle tribune per raccontare il contorno della partita: gente che mangiava, giovani che si baciavano, anziani con problemi di dentiera, spettatori con gli abbigliamenti più strani coinvolgendo quindi ignari spettatori distratti da quello che si svolgeva in campo.
Imprevisti però sempre dietro l’angolo. A Firenze accanto all’allora presidente Cecchi Gori apparve una bellissima top model. I nostri ospiti erano gli attori Ceccherini e Paci: impossibile, a partita già iniziata e con la tribuna affollatissima, “microfonare” Ceccherini inviato vicino a Cecchi Gori e alla sua ospite. Allora chiesi a Ceccherini di fare delle domande ai due personaggi e di mimare le risposte a Paci, che era in postazione e microfonato. Venne fuori grazie a loro, alla loro professionalità e confidenza un collegamento molto divertente.
Poi quando i nostri ospiti erano Orietta Berti,Piero Pelù, Pantani, Dodi Battaglia non era semplice “difenderli” dall’entusiasmo dei fans, dimentichi della partita che si stava disputando.
Ricordi stupendi anche per l’accoglienza e la collaborazione delle squadre orgogliose di essere presenti a “quelli che il calcio” fossero pure Milan, Juventus, Inter, Roma, Lazio, Napoli o Bergamo per l’Atalanta, Bologna, Perugia, Firenze o Cremona quando indugiai a lungo sulla poltrona n.101 perché il sottotitolo della trasmissione era “la carica dei 101”. Si giocava molto sul sottotitolo cercando elementi che lo identificassero sul campo o sulla città che ci ospitava. Memorabile un collegamento da Padova dove una delle postazioni era posta nella Cappella degli Scrovegni a fare da contraltare a quello che si svolgeva in campo con un gioco di regia che alternava Everardo dallo stadio Euganeo alla famosa cappella affrescata da Giotto. Sport e arte, divertimento e cultura: era anche questo quella fortunata edizione di “Quelli che il calcio” cui ho dato per anni il mio modesto ma impegnativo contributo.
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