” Dica 33 “
–da Castelfranco Veneto: Dott. Piera Vettori-
Va operata una distinzione tra attività fisica ed esercizio fisico.
Per attività si intende qualsiasi tipologia di movimento del corpo prodotto dalla contrazione muscolare che aumenti il dispendio calorico rispetto al basale.
L’esercizio fisico invece è una categoria all’interno dell’attività fisica e comprende movimenti ripetitivi, programmati e strutturati, specificatamente destinati al mantenimento e/o miglioramento della forma fisica e della salute.
E viene declinato in termini di frequenza (quanto spesso) intensità (a che carico ) tempo (durata)tipo (quale esercizio )e progressione (con incremento graduale del carico )etc ..
I benefici di un regolare esercizio fisico nel soggetto che lo pratica consistono in effetti diretti ed indipendenti sull’apparato cardiovascolare e muscolare ed effetti mediati attraverso il miglioramento dei fattori di rischio cardiovascolare.
Ad esempio in presenza di ipertensione arteriosa l’esercizio fisico contribuisce ad abbassare i valori pressori consentendo qualche volta di ridurre il dosaggio dei farmaci in uso e aiuta ad evitare l’eccessivo ingrossamento del cuore…
In presenza di colesterolo elevato (che va a “incrostare “ le pareti interne delle arterie con conseguenze di tipo circolatorio spesso quando ormai è troppo tardi …)aumenta il colesterolo buono (HDL colesterolo)e riduce anche i trigliceridi.
In presenza di prediabete e di diabete migliora la sensibilità all’insulina e contribuisce molto a ridurre le complicanze di questa malattia (raccomandati almeno i 10.000 passi al giorno !)
In presenza di sovrappeso e di obesità (molto diffusi nel mondo ed anche nelle fasce di età pediatrica in Italia)aiuta a mobilizzare il grasso viscerale (della cintura addominale)assieme ad altri adeguamenti dello stile di vita (alimentazione)
Ma fa sempre bene l’esercizio fisico ?
In linea con il concetto del paradosso dello sport dobbiamo anche ricordare qualche effetto sfavorevole che può occorrere soprattutto se l’esercizio viene affrontato con vigore/intensità brusca ed improvvisa e di più in soggetti non allenati adeguatamente ed in particolare in età non più giovane…
Questo perché la risposta in acuto ad uno sforzo intenso comporta adattamenti cardiovascolari notevoli(modificazioni emodinamiche importanti,aumento del consumo massimo di ossigeno, squilibrio del sistema simpatico e vagale,rischio di aritmie pericolose)a cui si associano stress emozionali e squilibri elettrolitici. Fenomeni tutti questi che possono fungere da possibili trigger per infarto e morte improvvisa qualche volta anche slatentizzando una patologia cardiaca fino ad allora silente.
La risposta cronica all’esercizio fisico comporta adattamenti cardiovascolari al training ( “cuore d’atleta”)che in qualche caso potrebbero peggiorare l’ evoluzione di alcune cardiopatie sottostanti(cardiopatia ipertrofica, displasia aritmogena del ventricolo destro etc )
Sono effetti rari -quelli sfavorevoli – ma assolutamente non trascurabili.
La bilancia propende certamente a favore degli effetti favorevoli che quindi riassumendo si estrinsecano nel controllo di più fattori di rischio contemporaneamente e nella riduzione di morbilità cardiovascolare e di mortalità.
La liberazione di endorfine durante esercizio fisico fa si che si assista ad un allontanamento di stati di tensione psichica,ad una ridotta percezione del dolore con miglioramento del tono dell’umore.
Alcuni studi scientifici di confronto tra soggetti attivi /allenati e soggetti sedentari monitorati per molti anni dimostrano come i benefici acquisiti tendano a mantenersi a lungo,per tutta la vita in pratica…ciò dovrebbe motivare fortemente noi tutti a considerare più da vicino,a fare nostra la “piramide” dell’esercizio fisico (Società Europea di Cardiologia 2012) per contrastare in maniera efficace la sedentarietà e le sue conseguenze.