” TERZO TEMPO “
Federazione Rugby: 7 candidature per una sola Presidenza. Troppe? forse !
di Paolo Avezzù
Nello scorso numero della rubrica “Terzo tempo”, alla fine citavo il fatto che il 13 marzo si vota per il nuovo Presidente della FIR Federazione Rugby e che vi sono ben 7 candidati per un solo posto. Ma chi sono i candidati? Tre sono della maggioranza uscente: Alfredo Gavazzi, fondatore del Calvisano, attuale presidente FIR e in carica negli ultimi otto anni; Nino Saccà, vice-presidente di Gavazzi e Paolo Vaccari, ex-Calvisano, ma soprattutto fratello di Alessandro, ex-Presidente del Calvisano. Una terna tutta spostata in Lombardia, che di fatto esclude il Veneto, culla della palla ovale e con ben tre squadre nel Top10 (Femi Cz Rovigo-Petrarca Padova-Mogliano), oltre al Benetton Treviso, società numero uno del Nordest, unica in Pro 14.
Gli altri candidati sono: Marzio Innocenti, Presidente veneto FIR ed ex capitano della Nazionale; Gianni Amore; Giovanni Poggiali ed Elio De Anna. Il più quotato rivale del trio filo-Calvisano è Innocenti, che ha già avuto l’appoggio esplicito del patron della Rugby Rovigo Francesco Zambelli e della quasi totalità delle società di B e C del Triveneto, oltre al Vicenza di serie A. Innocenti uscì sconfitto 4 anni fa proprio dall’attuale Presidente Gavazzi e stavolta ci riprova. Outsider con un curriculum di tutto rispetto è Elio De Anna, grande amico personale, per 13 stagioni giocatore della Rugby Rovigo (anche il fratello Dino, scomparso alcuni anni fa, indossò la maglia rossoblù), nazionale di rugby, medico chirurgo, già Presidente dei Dogi. Scelse poi la strada politica, prima Presidente della Provincia di Pordenone, poi consigliere regionale Friuli-Venezia Giulia e dal 2008 al 2013 assessore regionale allo Sport, con incarico di coordinatore nazionale degli assessori allo Sport delle regioni italiane. Da un po’ di tempo è fuori dai giochi “federali” e quindi non si sa quanto appoggio possa avere dalle società sportive, ma certamente una candidatura “politica” che ridarebbe prestigio al rugby italiano e ben ancorato al cuore Nordest della palla ovale. Ma da qui a marzo ci possono essere sorprese, con il ritiro di qualche candidato in appoggio a quelli più quotati. Vedremo, ma certamente il rugby italiano ha bisogno di un cambio di passo e di mano.
Concludo questa nota con la scelta come “logo” di questa rubrica con una foto di una meta, simbolo del rugby giocato. Simbolo di vittoria, ma anche di quel fair play che domina nel mondo del rugby e che tanto lo avvicina nello spirito a quello del Panathlon. Non per niente il motto di noi Panathleti è “ludis iungit”, cioè il gioco unisce, e dal rugby è nato il “Terzo tempo”, cioè un momento di unione tra i giocatori delle due squadre che si sono fino a poco prima affrontate sul campo e che alla fine si ritrovano uniti alla fine della partita per festeggiare insieme. Di terzo tempo ne ha tanto bisogno lo sport in generale, ma anche la nostra società italiana. Ma sarebbe un discorso lungo…..