-di Massimo Rosa–
Molti appassionati di sci di fondo, che seguono la Coppa del Mondo, si chiedono dove sia finita la formidabile nazionale norvegese, scomparsa subito dopo l’inizio stagione a Ruka, località della Lapponia finlandese. Chi però è stato attento ricorderà che a Ruka era stato trovato positivo al tampone Covid il tecnico Eirik Myhr Nossum. Di lì la messa in quarantena di tutti i componenti della nazionale. Da allora la Norvegia ha dato forfeit in CdP. Un bel danno per sponsor e televisione l’assenza di questi prestigiosi atleti scandinavi, che assicurano lo spettacolo.
C’è comunque da considerare che la Norvegia mette in standby tutti coloro che provengono da un qualsiasi Paese della UE a color rosso. Dunque se Therese Johaug e Johannes Klaebo, le due fenomenali lepri da inseguire del circo bianco, gareggiassero dovrebbero subire lo stop della quarantena, un lusso che non potrebbero permettersi in vista dell’appuntamento del Mondiale di Obersdorf il prossimo 25 febbraio.
C’è però un rivolto della medaglia: mentre chi sta gareggiando in Coppa del Mondo (oggi e domani sono a Dobbiaco per poi trasferirsi in Val di Fiemme, dove domenica li attenderà la terribile salita del Cermis, per l’epilogo del Tour de Ski, un circuito nel circuito) macina chilometri su chilometri, consumando tanta energia, gli atleti norvegesi si allenano tranquillamente sulle nevi di casa loro, lontani dallo stress agonistico, ma freschi per arrivare in perfetta forma all’appuntamento iridato in Germania.
Viene comunque da chiedersi: “Perché discesisti e fondisti del Biathlon gareggiano? Non sono norvegesi anche loro? Forse, ma molto forse, non faranno ritorno a casa.
Aldilà di ogni qualsiasi mal pensiero, la Norvegia non ha bisogno di astuzie per portare a casa medaglie iridate, tanto sono forti i loro atleti. Johaug e Klaebo in primis.
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