- –Intervista a Federico Casarin, presidente di Umana Reyer Venezia, Vice Presidente della FIP e Consigliere in rappresentanza delle Società partecipanti al campionato professionistico.
- di Alessandro Fontana
- Martedì 29 dicembre il presidente della Lega Basket Umberto Gandini è intervenuto al primo panel di Meet The Best 2020 UnipolSai, workshop organizzato da A Better Basketball sul tema Basket:dal Covid al futuro, trattando temi molto delicati sul futuro del movimento cestistico nazionale.
Ne abbiamo parlato con il presidente di Umana Reyer Venezia Federico Casarin.
Il presidente Gandini ha auspicato l’introduzione di “un set di regole, per le quali chi inizia il campionato dia le garanzie di arrivare a fine stagione con quella sicurezza che ci si aspetta da una società professionistica. Solo a quel punto potremo decidere quante saranno le squadre partecipanti e quale sarà la formula ideale per il campionato di Serie A”. - <<Sono valutazioni assolutamente condivisibili, che vogliono portare ad una crescita del movimento e come tali non possono che essere ben accette. Questa stagione purtroppo è anche figlia del periodo particolare che stiamo vivendo e che ha coinvolto tutti i settori dell’economia italiana. È palese che l’incertezza e la difficoltà nel reperire risorse abbiano fortemente penalizzato il mondo dello sport e dello sport professionistico in particolare, che vive di investimenti da parte degli imprenditori o, come nel caso nostro, delle oltre 200 aziende del territorio che da anni hanno sposato il progetto Reyer. Sappiamo che la situazione non è facile e che saranno necessari ancora molti sacrifici. Ma proprio per questo sono convinto che avere una Lega con un’idea e un’identità forti, che sappia garantire certezze, sia gratificante per tutte le società che partecipano al campionato e sia un messaggio importante per tutti coloro che vogliono investire nel prodotto basket.>>
- Molto spesso si parla di modello Reyer: continuità, equilibrio nella gestione, oculatezza nelle scelte, investimento sui giovani. Una strategia che ha permesso alla società di restare stabilmente nelle posizioni di vertice.
- <<Questo è il quindicesimo anno con la denominazione Umana Reyer, anche se la nostra società ha quasi 150 anni di storia (l’anno di fondazione è il 1872, ndr). Da quando è arrivata la nuova proprietà del patron Luigi Brugnaro, la vera anima di questo progetto, abbiamo fatto passi da gigante, non solo nell’organizzazione ma anche nelle idee. Partendo dal settore giovanile, che è il vero motore del progetto Reyer, per arrivare a creare le due “metà del cielo” che sono la parte femminile e la parte maschile. A livello di prime squadre abbiamo intrapreso un percorso che ci ha permesso di toglierci molte soddisfazioni. Ma più che i trofei, motivo peraltro di grandissimo orgoglio, la cosa più importante è stata la capacità di restare nelle posizioni di vertice mantenendo fede ai valori che da sempre ci contraddistinguono. Mettendo la persona al primo posto. La realtà è che tutti, dal presidente al custode, hanno una parte fondamentale nel progetto, a prescindere dai risultati. E tutti si sentono ugualmente coinvolti, nelle vittorie come nelle sconfitte.>>
- Problema licenze e garanzie. Il presidente Gandini ha parlato di criteri organizzativi che permettano alle società di fare del professionismo in tutti i campi, a livello di gestione delle strutture, della comunicazione, dei social e del marketing. Dal punto di vista mediatico secondo lei quali potrebbero essere le soluzioni per innalzare la qualità dell’offerta?
- <<Il percorso iniziato qualche anno fa con il servizio sulla piattaforma di Eurosport a mio modo di vedere ha dato grande visibilità al movimento, soprattutto tra i giovani. Questo è stato fondamentale per iniziare un percorso di crescita che ha avuto risvolti molto importanti dal punto di vista economico, almeno per quanto riguarda le società professionistiche. Chiaro che anche il ritorno in Italia di un campione come Belinelli, solo per citare il caso più eclatante, abbia contribuito ad alzare il livello dell’offerta, ma sarebbe un errore limitare l’orizzonte alle prime squadre. Noi crediamo tantissimo nel settore giovanile, a partire dal minibasket, perché è funzionale a tutto il progetto ed è un volano di crescita, non solo economica, ma anche e soprattutto sociale. Quindi credo sia importante dare spazio e visibilità a tutte le iniziative collegate al basket giovanile, come facciamo ogni anno con la Reyer School Cup, un evento a mio modo di vedere che non parla solo di basket ma che porta socialità e a stare insieme.>>
- Un auspicio per questo 2021, che oltretutto è l’anno del centenario della FIP.
- <<Qualche tempo fa, nel corso di un intervento, mi chiesero di trovare una parola che potesse rappresentare al meglio il nuovo anno. Molti colleghi dissero tenacia, resilienza, sacrificio. Io dissi che speravo in un 2021 di poesia. Poesia intesa a 360 gradi, come sentimento, voglia di vita, di rinascita, di bellezza. Poesia è ritmo, regole, metratura, che sono condizioni imprescindibili anche per giocare una pallacanestro di alto livello. Vedere il 2021 come poesia credo che potrà aiutarci a vivere con maggior serenità.>>