-RUOTE D’ ORO – Capitolo n. 16–
Moto Rumi 125cc
-di Roberto Gerosa
A seguito delle richieste ricevute al numero a Voi dedicato (3755459855 WhatsApp), parleremo oggi delle due ruote. Devo dire che la mia preparazione in tale settore è un po’ carente ma, avendo avuto zio e padre centauri negli anni 50’/60’, oltre ad aver “annusato” benzina e olio di ricino che usavano per dare maggior sprint ai motori, ho avuto modo di imparare le storie correlate ad alcune motociclette.
L’ azienda F.O.R (Fonderie Officine Rumi) fondata da Achille Rumi nel 1914, aveva Sede a Bergamo e inizialmente costruiva periscopi ed eliche destinati principalmente alla Marina e alla Aviazione nel periodo anteguerra mentre, successivamente, anche macchinari per l’industria tessile. Fu però il figlio Donnino (1906/1980), che dopo aver iniziato la scuola artistica presso l’Accademia Carrara di Bergamo, in quanto dotato di talento e di ogni forma d’arte quale pittura e scultura, iniziò, dopo aver tralasciato gli studi e aver fatto il garzone nella ditta di famiglia, la produzione diretta di queste motociclette a seguito del cessato accordo del 48’ con la piccola Società AMISA. Nel 1950 partì la commercializzazione delle moto Rumi con il modello
Turismo e nel 1951 il modello Sport che aveva la stessa cilindrata ma con linea e caratteristiche più sportive la cui produzione proseguì fino al 1958. Nel 1953 uscì il modello Bi-carburatore con due versioni di carburatori Dell’ Orto S.p.A., uno da 18 e uno da 22mm. Ricordo che in alcune gare, le due marmitte di scarico venivano sostituite da due tromboncini lasciando a Voi immaginarne il conseguente rumore del motore bicilindrico che preferirei definire un “dolce suono”, come un acuto da cantante lirico. Una delle note innovative per quell’ epoca, fu che le Rumi disponessero del mozzo posteriore dotato di un parastrappi in gomma scomponibile così da poter sfilare la ruota senza dover togliere, come in altre moto, la corona e la catena in caso di foratura. Molte furono le partecipazioni a gare con diverse vittorie e nel 54’ le moto Rumi saliranno ai vertici di molte classifiche comprese le 4 medaglie d’ oro conquistate alla ISDT Inglese. Nel 55’ la Società “inventerà” anche il serbatoio a due scomparti non comunicanti così nel caso di caduta importante, non si sarebbe rimasti appiedati perché senza benzina. Sempre nel 55’, vinse un po’ dappertutto, anche nel settore del fuoristrada, producendo la più sofisticata moto di quei tempi. Purtroppo in quel periodo, accadde che la Società Rumi trasferì una nave intera, verso l’Argentina, di telai e accessori di motociclette e macchine tessili per un valore di ingenti milioni di lire. Come sappiamo in Argentina a quell’ epoca ci fu un colpo di Stato e il presidente Peron venne delegittimato; le merci della Rumi che erano state consegnate e stipate nei magazzini vennero rubate ed i nuovi governanti non sentirono ragione di pagare. E’ una triste canzone: dont cry for me Argentina, cantata da Madonna, ma l’ingente esposizione bancaria che la Rumi aveva accumulato per concludere questo affare, divenne un grosso peso finanziario tale da creare problemi non indifferenti e che, nonostante gli sforzi, diverranno “letali” per l’azienda. Di fronte a queste difficoltà la Rumi proseguì comunque fino al 1959 la produzione, utilizzando anche gli ultimi telai di moto rimasti in magazzino avviandosi però nel 1960 alla chiusura definitiva. Non si può dimenticare il genio creativo di Donnino Rumi che oltre ad alcune sue opere d’ arte, permise di costruire delle motociclette dalla piacevole linea grazie anche alla progettazione di Pietro Vassena, dotate di caratteristiche innovative per l’epoca e che ancora oggi attirano l’attenzione di molti appassionati. I motori rimasti in circolazione verranno utilizzati anche per la preparazione dei go-kart che negli anni 60’ divenne uno sport emergente.
Ho gareggiato con uno di questi go-kart a telaio tubolare con motore Rumi e con cambio manuale laterale ma, non era certo di facile conduzione in quanto alcuni telai venivano costruiti artigianalmente con le ovvie conseguenze, utilizzando inoltre le ruote degli scooter Vespa o Lambretta. Per questi go-kart, oltre ai motori Rumi, vennero applicati anche i motori Bultaco poi utilizzati anche per il trial.
Oggi le moto Rumi si possono rivedere in qualche museo o in alcune rievocazioni di gare storiche e sono ricercate dai collezionisti in modo particolare i modelli Gobbetto, Junior o lo scooter Formichino con quotazioni che variano da 6.000 a 15.000 euro secondo il tipo di modello e di restauro.
Ringrazio per i loro commenti Salvatore, Luca, Emanuela, Alessandro, Emanuela A., Giampaolo, Giacomo, Giacomo B., Enrica, tutti i lettori/lettrici simpatizzanti inglesi compresi, trasmettendo, con particolare affetto, Auguri per un sereno Santo Natale e un migliore 2021!
7 Comments
Gianni
Da possessore di una moto Rumi ho molto apprezzato l’articolo di Roberto Gerosa.
Gianni
Roberto+G.
Anche questa volta sono rimasto meravigliato…una storia che non conoscevo…sempre interessanti le storie di Roberto Gerosa!complimenti!
Curioso di conoscere la prossima…
Salvatore( io-me )
Rumi formichino mi piaceva molto. Grazie a Roberto Gerosa l’ho rivisto in foto . Bei tempi ?
Alessio
Complimenti per il racconto bellissimo e sempre interessanti e avvolgenti.
Oliver
In England they are in great demand
Merry Christmas
Ciao Italy
Oliver
GIACOMO
Da possessore di moto d’epoca e da partecipante di numerose gare rievocative e di regolarita’ su due ruote ho apprezzato questi contenuti… bravo Roberto sempre avanti
Angelo
Come appassionato di moto anni fa in compagnia di un mio amico abbiamo smontato e sezionato un motore Rumi ebbene signori e veramente fantastico. Dopo averlo assemblato ed averlo messo in moto era una musica con quel rumore particolare ringrazio Roberto per questo articolo e di avermi portato indietro nel tempo