–Di Enrico Brigi
La potremmo chiamare “la partita infinita”. Il match tra Juventus e Napoli, non disputatosi lo scorso 4 ottobre in seguito alla mancata presentazione della formazione campana sul terreno dell’Allianz Stadium, si dovrà rigiocare. Il verdetto definitivo del Collegio di Garanzia del Coni, arrivato nel pomeriggio di sabato 19 dicembre, ha infatti cancellato la precedente assegnazione della vittoria a tavolino ai bianconeri, con conseguente penalizzazione di un punto in classifica per i partenopei, obbligando le due squadre a tornare in campo. La decisione, inizialmente confermata in sede di ricorso anche da Giudice Sportivo e Corte d’Appello Federale, ha quindi subito un vero e proprio ribaltone. Tutto da rifare, pertanto, con naturale disappunto da parte della società bianconera e giustificata soddisfazione del club napoletano per l’eliminazione del torto – a loro dire – subito.
Il “fattaccio” risale, come tutti ricordano, alla vigilia della partita quando l’Asl della Regione Campania, in seguito alla positività al Covid di due giocatori della squadra di Gattuso, decise di vietare la trasferta in Piemonte. Secondo la tesi della FIGC non esistevano le cause di forza maggiore e, inoltre, il divieto sarebbe arrivato solo all’ora di pranzo della domenica, quindi fuori tempo massimo. L’arringa difensiva di Mattia Grassani e Enrico Lubrano, legali del club di De Laurentiis, invece, si è basata sul fatto che il diniego da parte delle Autorità Sanitarie campane sarebbe arrivato “informalmente” già nel pomeriggio di sabato, con la squadra sul pullman direzione Capodichino, prima di essere “ufficializzato” all’ora di pranzo di domenica. Il Napoli, inoltre, sempre secondo i propri legali, aveva tutto l’interesse a giocare, e non il contrario.
Il nocciolo della questione, però, è un altro. A seguito dell’esplodere della pandemia di Covid-19 il mondo del calcio, d’accordo con il Comitato Tecnico Scientifico, era giunto alla sottoscrizione di un preciso e rigido protocollo sanitario, necessario per assicurare le modalità di prosecuzione dell’attività agonistica, laddove si fossero verificati i casi di tesserati positivi. Ed è proprio in virtù di tale protocollo che si è arrivati alle decisioni della FIGC, poi “sconfessate”, non senza sorpresa, dal CONI. Una decisione che ha, purtroppo, portato ancora alla luce come tra le due massime autorità sportive i rapporti conservino ancora le solite “crepe”.
Tuttavia, crediamo che le regole, una volta stabilite e sottoscritte, debbano essere sempre rispettate. Diversamente si può discutere su una loro modifica ma mai su un rispetto delle stesse, adattandolo in un certo senso alle proprie vicissitudini, talvolta in parte anche indipendenti dalla propria volontà, confidando anche nella capacità dei diversi gradi di giudizio di confermare o ribaltare una precedente pronuncia.
Salvo nuove prese di posizione da parte del club di Andrea Agnelli, che al momento non ha preso alcuna posizione, l’attenzione si sposta ora sulla data nella quale la partita potrà essere rigiocata, visto il fitto calendario di impegni che attende entrambe le squadre. Questo, però, è forse il male minore.