–di Francesco Schillirò–
Quando circa 8 mesi fa ho scritto su Panathlon Planet l’articolo su Tullio Lanese, pensavo fosse solo un’espressione di stima ed amicizia per un uomo mio conterraneo conosciuto in età scolare.
Invece piacevolmente ho riscontrato che i sentimenti da me espressi erano condivisi da moltissimi del mondo arbitrale e non. Possiamo, senza ombra di smentita affermare che Lanese ha fatto rinascere l’AIA con la democratizzazione e mi fa piacere riportare uno stralcio di quanto commentato da Pino Napoli su un post di Liberato Esposito ex arbitro di serie A ,dirigente dell’AIA e Presidente del Panathlon Costiera Sorrentina e Vesuvio, a vent’anni dalla elezione di Tullio Lanese a Presidente AIA:”…la prima nomina del più grande e nostro Presidente Tullio Lanese…”
Per chi effettivamente l’ha conosciuto, è tutto vero, perché Tullio è nato così e né l’autorevolezza raggiunta , nè i dispiaceri ,hanno trasformato questo UOMO retto e disponibile con tutti. Cesare Sagrestani, Governatore Panathlon del Lazio, nel suo commento ha messo in evidenza ,l’importanza del momento ,con uno stralcio che riporto:”……..L’elezione di Tullio Lanese a Presidente AIA fu il risultato di un momento di vero coinvolgimento di tutta l’associazione. Tullio durante il suo mandato portò l’AIA a rappresentare il 2% nelle Assemblee FIGC nel 2004 e alla nomina degli Organi Tecnici Nazionali nel Marzo 2006.
Si potrebbe scrivere molto su di Lui senza trovare alcun tipo di “sbavatura”, ma voglio ricordare che dopo la sentenza di Napoli invitato da molti, ha preferito trascorrere le ore del desco con me, Pino Napoli e Liberato Esposito ,dicendomi in un orecchio :”preferisco queste ore lievi, passarle con un amico d’infanzia mio concittadino e con due cari amici. Non potevo rifiutare il tuo invito “.La delicatezza, la disponibilità, l’impegno verso la categoria ,non può che avere un solo esito: la riconoscenza di “ dirigente benemerito ”che, come peraltro affermato da Pino Napoli è previsto dal regolamento dell’AIA.
Amicum cum vides ,obliviscere miserias.