-Capitolo n. 15-
FIAT ABARTH 850 TC con VIDEO
di Roberto Gerosa
Anni 60’: siamo negli anni dei Beatles, quando i loro dischi andavano a ruba e cantavamo Michelle o Let it Be, di Don Camillo e Peppone, di Jurij Gagarin che nell’ aprile del 61’ affrontò il primo volo orbitale e ci lasciò a soli 34 anni. Nel marzo del 60’ nacque Ayrton Senna il pilota che salì 80 volte sul podio in 10 stagioni e nell’ottobre dello stesso anno il grande Maradona “El Pibe de Oro” che ci ha recentemente lasciati. Siamo anche negli anni in cui presero vita diversi carrozzieri ed elaboratori di motori tra cui l’austriaco Karl Albert Abarth, nome modificato poi in Carlo Abarth (1908-1979). Oggi si parla in maniera diversa del monopattino, un mezzo utilizzato dall’ allora ragazzino Carlo Abarth per gareggiare con i ragazzi del quartiere. Un innovatore “il Carlo”, che sin da subito ebbe ideeutili al miglioramento del mezzo, rivelando una sua predisposizione alla tecnica, all’agonismo ed alla velocità. A sedici anni fece esperienza presso le Officine Castagna e a soli venti creò il suo primo telaio motociclistico. Dopo alcune vicissitudini nel 29’ acquistò una moto usata, ne modificò il telaio e gareggiò con buoni risultati.
In seguito ad un incidente, nel 30′ dirottò la sua attenzione verso i sidecar e vi apportò significative migliorie tecniche. Verso gli anni 40’ si trasferì a Merano correndo con i colori italiani. Ottenne la cittadinanza e, dopo la seconda guerra mondiale, grazie a vecchi contatti con Ferry Porsche, prese parte al gruppo di lavoro. La svolta arrivò nel 1949, quando decise di aprire la sua azienda con il nome Abarth ed il famoso simbolo dello scorpione. Proseguì negli anni 51’, 52’ e 53’ con varie rielaborazioni di vetture esistenti, ma fu nel 55’ che Abarth elaborò la Fiat 600 rendendola una 750 GT. Seguirono le vendite dei kit di elaborazione Abarth ai privati, comprendendo successivamente anche la marmitta di scarico, il tutto in “cassetta” al non modico prezzo di 245.000 lire; consideriamo che in quegli anni lo stipendio medio di un operaio era di 50.000 lire e il pane costava 140 al chilogrammo! Intervenne anche con elaborazioni di auto disegnate dai carrozzieri Pininfarina e Zagato di cui abbiamo recentemente parlato. Conseguì così tante vittorie che all’inizio degli anni 60’ arrivò anche la nuova Fiat 600 derivazione Abarth 850 (847cc), con 52CV e un carburatore Solex da 32, al prezzo di 885.000 lire. Ottenne poi l’omologazione FIA e le nuove 600 si chiamarono “FIAT ABARTH 850TC”. Seguirono le 1000 TC e nel 1965 le versioni da corsa a 2.350.000 lire (non certo bruscolini per quei tempi). Molte furono le migliorie che seguirono e le conseguenti vittorie, ma ciò comportò anche un incremento dei costi di gestione tali che nel 1971 l’attività Abarth venne rilevata direttamente dalla FIAT e il materiale ceduto alla Osella corse. Ciò detto, le gare e le vittorie di queste Abarth proseguirono fino al 1976.
Ai giorni nostri, questi modelli di auto, come alcuni altri, si prestano purtroppo al “tarocco”. Non è tutto oro ciò che luccica e nei miei quarant’anni di esperienze in questo settore ho imparato, anche a mie spese, che le apparenze possono ingannare. Tanto per fare qualche esempio, alcune auto inglesi super lucide fuori potrebbero nascondere sorprese sotto l’antirombo, qualche auto italiana potrebbe avere un motore o un monoblocco diverso, oppure un colore di carrozzeria non conforme all’originale. Ricordo, frequentando un amico carrozziere, che smontando un’Alfa Romeo 2600 Sprint (l’auto del Commenda negli anni 60’) apparentemente sana con qualche piccolo striscio per sabbiare la verniciatura, il carrozziere trovò dei rappezzi sulla porta e, udite, udite, i motorini dei finestrini fissati con del cemento a presa rapida! Roba da matti! Va da sé che alcuni di questi modelli Abarth 850 possano essere semplici Fiat 600 con accessori o kit Abarth oppure repliche e pertanto non originali. I più attenti conoscono dove e quali siano le punzonature sulla carrozzeria e/o sul monoblocco motore, se gli strumenti Jaeger siano dell’epoca, se le pinze dei freni siano le Girling, se il libretto di circolazione risulta corretto, ecc., ecc. Tutto questo accade in quanto tra la semplice Fiat 600 e la Fiat Abarth 850TC, uguali in carrozzeria e in qualche altro componente, è la storia sportiva a fare la differenza: alcune importanti modifiche al motore e ad altri componenti e, conseguentemente, il prezzo, in quanto la “Fiat 600” storica, oggi, varia da 6.000 a 8.500 euro, mentre la “Fiat Abarth 850TC” da 35.000 a 50.000.
Ricordo di aver guidato e vinto più volte con alcune di queste vetture in rievocazioni storiche di gare in salita nel Veneto e gare di regolarità nelle zone del Trentino quando si partiva il venerdì per rientrare a casa la domenica sera. In una di queste gare, sempre con i colori del Panathlon, partecipai con un’Abarth 850TC di un carissimo amico purtroppo scomparso, coadiuvato da suo figlio Nicola come navigatore e meccanico attualmente operante; fummo confortati da un’ottima organizzazione, da un preciso cronometraggio e facemmo, come Gruppo Sportivo, incetta di coppe.
*Ringrazio come sempre tutti i lettori/lettrici anche per i loro commenti, auspicando il coinvolgimento di tanti altri amici appassionati o semplicemente interessati agli argomenti pubblicati su questo Panathlon Planet.
*Per richieste relative alle auto storiche o per essere informati direttamente quando verrà pubblicato un nuovo articolo, il numero dedicato è: 3755459855 tramite WhatsApp.
*Notizie in breve: La FIVA (Fédération Internationale des Véhicules Anciens) ha prodotto un documento, poi tradotto in Italiano e presentato recentemente dall’ ASI, avente l’obiettivo di costruire in futuro, garanzie maggiori al motorismo storico.
8 Comments
Salvatore( io-me )
Gli anni 60 quando nelle auto si ascoltavano i Beatles con il mangia dischi. Belle auto bei ricordi. Grazie Roberto Gerosa.?
Luca+Veloso
Non ho vissuto, se non in fasce, quegli anni ma è sempre e comunque un piacere poterli rivivere e ricordare in questi racconti… Grazie e in bocca al lupo per tutto ? ?
Emanuela
Articolo interessante ricco di dettagli che fanno comprendere quanto sia importante conoscere le differenze per non rischiare di trovarsi con un auto tarocco
Alessandro
Visto il titolo e la foto ho pensato ad un errore, nei miei ricordi la fiat 850 molto diversa e solo leggendo l’articolo ho capito di cosa si stava parlando, ancora oggi il marchio dello scorpione contraddistinguono auto da prestazioni sportive d’eccellenza.
Giampaolo
Come al solito è sempre un piacere leggere le notizie storiche sul mondo delle auto! Grazie Roberto!
GIACOMO
Sono stato un felice possessore di Fiat 500… e al tempo stesso un “taroccatore” purtroppo non con kit abarth ma con altri compromessi piu’ economici… a 20 anni si ha piu’ passione nel petto che grano in tasca… ma mi permetteva comunque di immaginare di essere alla guida di una Abarth…
Panathlon D.I.
L’importante era ed è divertirsi con ciò che si ha.
Massimo Rosa/Direttore Panathlon Planet
Enrica da Udine
Grazieeee Roberto anche questo articolo come tutti i precedenti ha catturato la mia curiosità. Ottime le descrizioni sui particolari della vettura e grazie per avermi fatto sapere anche il suo valore . Chissà in un prossimo futuro…….