–UNA BELLISSIMA STORIA GRAZIE AL GRANDE CUORE DI ISRAELE–
“Venerdì sera, un piccolo ristorante nel cuore di Stoccolma. Finisco di mangiare e chiedo il conto.
La cameriera si avvicina e le passo la mia carta di credito che improvvisamente cade a terra. Si china immediatamente, la prende e guarda la carta.
“Di dove sei?” Mi chiede. “Israele”, rispondo. Mi guarda con la bocca aperta, tremando e iniziando a piangere.
In pochi secondi lei scompare e mi affretto a prendere il cappotto per trovare l’uscita più vicina: sono ebreo in un ambiente ostile penso.Qualche istante prima che io scappi nella strada ghiacciata, ritorna con un’altra ragazza dalla cucina e mi indica, ancora piangendo e tremando.
Sono già in una posizione di ritiro rapido, ma mi rendo conto che non c’è ostilità da parte loro. La cameriera mi chiede perdono e sua sorella mi spiega che non hanno mai incontrato un israeliano, e tutto ciò che vogliono è dire grazie.
Apparentemente sono rifugiati dalla Siria e alcuni anni fa la loro madre era molto malata, sul suo letto di morte. Nel bel mezzo della notte, fu portata al confine con Israele e da lì per 3 settimane all’ospedale Safed. Oggi la madre è sana, vive con le sue figlie in un sobborgo di Stoccolma.
La cameriera non si tira indietro e chiama sua madre, e mi ritrovo a parlare in inglese, misto a tedesco, con una donna emozionata e piangente, che mi ha chiesto solo una cosa: ringraziare tutti i tuoi fratelli in Israele, che hanno dato alle sue figlie il privilegio di avere una madre”.
Noam Shalev