Appena appresa la notizia ,mi sono tuffato nei ricordi del catino del San Paolo dove tutti inneggiavano al Pibe de oro cantando a squarciagola “ Maradona è megl’ePelè”, composta da Bruno Lanza spinto dal musicista e tifoso Emilio Campassi.
Ho avuto la fortuna di incontrare personalmente Maradona prima che venisse presentato ufficialmente agli ottantamila spettatori che il 5 Luglio del 1984 gremivano gli spalti del S.Paolo ,apprezzando subito la semplicità di questo campione “umile tra gli umili”.A quei tempi molti calciatori erano stati radiografati da me ,collaborando con il Prof Del Vecchio che era il radiologo ufficiale del calcio Napoli,ma pochi erano come “Dieguito”.È stato per i Napoletani il “Re” e nell’inno la frase “ num putimmo cchiù aspettá,finalmente ce putimme vendicà……..è una rivalsa verso lo strapotere di qualche squadra del NORD.Maradona li ha accontentati con due scudetti ma soprattutto ha avuto la capacità di farsi apprezzare su tutti i campi che ha calcato .A me non piace discutere l’uomo con le sue debolezze umane ,che nel suo caso,visto il grande personaggio ,erano sempre messe in gran risalto ,ma sono personalmente convinto che tra i giocatori che i miei coetanei hanno avuto la fortuna di vedere è il Number one.Diegol noi terreni ti abbiamo perso,ma lassù ti attendono per deliziarsi con Te “piccolo grande funambolo”.
*Francesco Schillirò, radiologo, giornalista e Governatore Panathlon Distretto Italia Area 11 Campania