-di Lorenzo D’Ilario–
Il tecnico viareggino, campione del mondo con la Nazionale italiana nel 2006, ospite al convegno organizzato dalla cattedra di Diritto Sportivo dell’Università degli Studi Roma Tre.
Martedì 17 novembre, nell’aula virtuale del convegno intitolato “La guida tecnica di un club e della Nazionale di calcio: il coraggio delle scelte e la tenacia nel perseguirle conducono alla vittoria” e promosso dalla cattedra di Diritto Sportivo (Prof. Ettore Battelli) presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi Roma Tre, Marcello Lippi ha guidato tutti gli studenti e gli operatori del settore, tra cui Lorenzo D’Ilario in rappresentanza del Distretto Italia del Panathlon International (vedi foto sopra Lippi), alla scoperta di uno dei ruoli più complessi e affascinanti del mondo del calcio, ossia quello dell’allenatore. Il superamento delle tensioni di spogliatoio e nei rapporti con la stampa, il peso delle scelte e la competenza tecnica sono solo alcuni dei passaggi-chiave che rendono unico il compito del tecnico. Fino al raggiungimento di un sogno cullato per tutta la carriera: guidare la Nazionale sino alla vittoria dei Mondiali.
Nella sua straordinaria carriera ha allenato i migliori talenti del calcio italiano e mondiale. Come è riuscito a gestire calciatori dalle personalità così importanti e diverse e, soprattutto, a costruire un gruppo vincente?
“Le squadre sono gruppi di lavoro composti da uomini con caratteri e pensieri diversi ed è proprio qui che emerge la qualità più importante che un allenatore deve possedere: entrare nella testa dei calciatori e cercare di convincerli a mettere le proprie qualità al servizio dei compagni. La mia filosofia è «si vince se si riesce ad entrare nella testa dei calciatori». Se vogliono far parte di grandi squadre, vincere e raggiungere i loro obiettivi professionali ed economici i calciatori devono imparare a sintonizzarsi con il gruppo. Il lavoro di una squadra intera non può essere rovinato da un singolo: la parola chiave è cooperazione”.
Come fa un calciatore a diventare un campione?
“La natura può regalare soltanto qualità individuali, che da sole non saranno mai sufficienti per raggiungere successi importanti. Non ci dimentichiamo che i risultati personali, come ad esempio la vittoria della classifica marcatori, sfumano velocemente dalla memoria delle persone. Soltanto i risultati di squadra rimangono nella storia. Il calcio è pieno di potenziali campioni che non sfruttano pienamente le doti che hanno ricevuto perché pensano solo a se stessi o ad arrabbiarsi con l’arbitro o con l’allenatore. I veri campioni sono quelli che sul campo e fuori dal campo sono determinanti per la vittoria della propria squadra”.
Può farci qualche esempio?
“Un esempio eclatante era Fabio Cannavaro. Basta pensare che nel 2006 è stato insignito del FIFA World Player e del Pallone d’Oro, riconoscimenti davvero rari per un difensore. Ancor prima di essere un leader in mezzo al campo era un fuoriclasse come uomo. I leader sono la fortuna degli allenatori, ci aiutano a creare un forte legame all’interno del gruppo. Ovviamente ho saputo costruirmi questa fortuna sapendo mettere alla porta chi non voleva sintonizzarsi con il resto del gruppo. A volte bisogna metterci la faccia e fare scelte coraggiose, altrimenti si creano precedenti scomodi e vengono fuori invidie e gelosie. In ogni caso il leader non viene prescelto a tavolino dall’allenatore ma nasce dalla quotidianità del lavoro.
Quanto agli allenatori attuali, invece, in chi si rivede maggiormente?
“Sicuramente Rino Gattuso. Per tanti motivi: il carattere, la grinta, la gestione del gruppo. Mi ha confessato più volte di avermi preso come esempio e me ne rendo conto in maniera evidente quando lo vedo allenare. E poi smontiamo il mito che sia soltanto grinta e determinazione: le sue squadre giocano benissimo”.
Non sono mancati, infine, aneddoti esclusivi raccontati dal tecnico viareggino agli studenti.
Sul rigore decisivo di Francesco Totti contro l’Australia
“Appena ho visto Francesco dirigersi verso il dischetto ho temuto che facesse il cucchiaio e l’ho confessato subito a Ciro Ferrara che era seduto accanto a me. Meno male che ci ha pensato Fabio (Cannavaro, ndr) a metterlo sulla strada giusta. Si è avvicinato a Francesco e, mentre lo abbracciava per incoraggiarlo, gli ha detto: «tiralo come sai fare tu ma non fare il cucchiaio!»”
Sull’insolita richiesta di Gianluca Vialli
“Appena arrivai alla Juventus, Vialli mi disse che voleva parlarmi da solo. Ci conoscevamo già dai tempi della Sampdoria quando lui giocava in prima squadra ed io allenavo la Primavera e ci organizzammo subito per un pranzo presso la sede della Toro Assicurazioni. In quest’occasione mi pregò, in nome della nostra amicizia, di aiutarlo a tornare alla Sampdoria perché a Torino non si trovava bene. Gli risposi: «come puoi pensare che, appena arrivato alla Juventus, possa lasciare andare via il più forte centravanti italiano ed europeo? Semmai sei tu che devi dare una mano a me. Togliti i calzini rossi e comincia a metterti la cravatta come tutti gli altri. Io devo creare un gruppo coeso e voglio che tu sia decisivo per farlo». Gianluca mi guardò e mi diede il cinque. Da lì inizio la nostra collaborazione che ci ha portato a vincere la Champions League”
Sul gol di Alessandro Del Piero contro la Germania
“Durante i Mondiali alternavo spesso Totti e Del Piero perché avevano caratteristiche simili. Quando ha saputo che avevo deciso di partire con Totti ci è rimasto malissimo. Aveva così tanta voglia di giocare che non la smetteva mai di riscaldarsi e continuava a guardarmi. Quando l’ho fatto entrare prima dei tempi supplementari mi sono girato verso la panchina e ho detto: «volete scommettere che fa gol?». Era talmente carico che quando Cannavaro ha recuperato il pallone ha fatto uno scatto di 70 metri all’ultimo minuto per accompagnare l’azione e farsi trovare pronto sull’assist di Gilardino”
Le foto ed i video presenti su PANATHLON PLANET sono state in parte prese da Internet, e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, basterà segnalarlo alla Segreteria di redazione: segreteria.redazione@panathlondistrettoitalia.it, che provvederà prontamente alla rimozione delle immagini utilizzate, segnalando prontamente il nome del fotografo. Si ringrazia comunque l’autore.