Helsinki 1952 (seconda parte)
Adriana Balzarini
Era il periodo della Guerra Fredda, caratterizzato da una contrapposizione molto rigida e agguerrita delle due nazioni più potenti del mondo, gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica ma, durante quei giorni, gli atleti sovietici e americani gareggiarono lealmente, secondo lo spirito olimpico. Eccoli ritratti in una foto denominata “panchina amica” dove per la prima volta i giovani atleti delle due nazioni rivali si incontrano e si conoscono personalmente. I sovietici conquistarono infatti 71 medaglie, solo 5 in meno degli americani. I paesi dell’Est adottarono il “dilettantismo di stato” introdotto dalla Germania nazista :gli atleti venivano mantenuti dallo stato dedicandosi i interamente allo sport senza infrangere le regole CIO.
“Ai confini del dolore i veri uomini si distinguono dai ragazzini.” “Correrò con più grazia quando a vincere saranno i corridori con lo stile migliore.”
Emil Zatopek.
Il re dei Giochi di Helsinki fu sicuramente Emil Zapotek che arrivò all’edizione del 1952 affermadosi fra i migliori corridori nelle gare di fondo e visto che già ai Giochi di Londra del 1948 aveva vinto l’oro nei 10.000 mt e l’argento nei 5.000mt. il suo capolavoro lo siglò proprio a Helsinki vincendo addirittura tre medaglie d’oro ponendosi ancor oggi l’unico atleta ad aver vinto tre gare sulle lunghe distanze ottenendo inoltre su tutte e tre le gare il record olimpico. L’ultima gara ,dopo avere concluso queste due gare che gli conferirono l’oro olimpico prese la decisione che lo portò nella leggenda: scelse infatti di correre anche la maratona, nonostante non avesse mai gareggiato su quella distanza prima di allora percorrendo gli ultimi dieci km in solitaria. “Se desideri vincere qualcosa puoi correre i cento metri. Se vuoi goderti una vera e propria esperienza corri una maratona”.
Emil Zapotek fu soprannominato “l’uomo cavallo”, perché il suo stile di corsa non era bella da vedersi e la sua fatica e la contrazione agonistica rimanevano stampate sul suo volto per tutta la gara. Ma oltre a questo sopprannome ebbe anche quello di “locomotiva umana” per quel suo modo disperato di prendere aria attraverso “ uno sbuffo pesante”.
Il suo stile forse era dovuto anche al fatto che, prima di quelle Olimpiadi, non aveva mai seguito un programma di allenamenti studiato scientificamente, dovette praticare l’atletica solo quando ebbe 20 anni perché prima fu costretto a lavorare per aiutare la famiglia di modeste condizioni economiche. Correva e si allenava, prima del lavoro e dopo il lavoro, come lui stesso affermo “ la corsa come abitudine”
Fu anche l’uomo che ai Giochi potè gioire dell’oro conquistato dalla moglie nel lancio del giavellotto nello stesso giorno in cui lui vinse i 5.000 mt. e che si presentò in pedana con la sua medaglia d’oro appena conquistata come portafortuna. La loro fu una unione unica nella storia per molteplici motivi: insieme fecero la rivoluzione, scritto la storia delle Olimpiadi e sfidato un regime totalitario soffrendo fino al punto che tutti e due furono in in seguito perseguitati in quanto simpatizzanti dell’ala democratica del Partito comunista dopo la “Primavera di Praga”. Lui venne rimosso dagli importanti incarichi lavorativi e spedito in una miniera d’uranio, a lei venne tolta la possibilità di insegnare.
In una Olimpiade succede sempre delle cose inaspettate e fra queste la perdita di una medaglia d’oro che sulla carta era già assegnata. Questo capito al giamaicano Herbert McKenley che pur essendo un atleta straordinario primatista del mondo nei 400 mt. decise di partecipare anche ai 100 mt. arrivò in finale ma la medaglia la sfiorò perchè il fotofinish al termine della gara la assegnò a Lindy Remigino, atleta non conosciuto ma per aver portato la spalla avanti sul filo di lana vinse la gara inaspettatamente. A questo punto McKenley puntò tutto sulla sua gara dei 400 mt. ma arrivò al traguardo contemporaneamente con un altro giovane giamaicano della sua squadra, George Rhoden, ma al fotofinish risultò per la seconda volta secondo. Vinse finalmente la medaglia d’oro nella staffetta 4 x 100 risultando il migliore staffettista con una corsa capolavoro con il tempo di 44,6. Dopo questo successo venne celebrato per ringraziarli del risultato un giorno di festa nazionale. Un altro evento fu la vittoria del lussemburghese Josy Barthel che vinse la finale dei 1500 mt. , regalò la soddisfazione alla sua nazione la sua nazione la prima e l’ultima volta di sentir risuonare l’inno del principato nello stadio dei Giochi. Nel 1952 non esistevano ancora i
La Blankers , grande atleta olandese protagonista dei Giochi di Londra 1948, partecipò portando sulle spalle i suoi quattro titoli olimpici ottenuti nei Giochi precedenti ma negli 80 mt ostacoli cadde rovinosamente dopo aver inciampato nell’ostacolo, zoppicante e dolorante riuscì, dopo esser rientarta negli spogliatoi piangente, riuscire per fare un giro campo per ricevere gli applausi del pubblico ma disperata dovette dare l’addio ai Giochi . Helsinki, grazie a questa grande campionessa che diede impulso alla partecipazione femminile, registrò il numero di 521 donne che per la prima volta superarono il 10% ( esattamente 10,6%) nonostante solo la metà dei paesi partecipanti presentò donne iscritte alle gare.
Cinque furono i record mondiali femminili che si registrarono in atletica: l’australiana Marjorie Jackon nei 100 mt e nei 200 mt, Shirley Strickland , anch’essa australiana, negli 80 mt ostacoli, per la prima volta l’URSS con Galina Zybina con il getto del peso, le americane con la staffetta 4 x 100, la neozelandese Yvette Williams nel salto in lungo e infine la sudafricana Esther Brand con il salto in alto.
Novità assoluta fu la possibilità alle donne non solo di partecipare alle gare di equitazione fino ad allora riservate solo agli uomini, ma di essere ammesse a gareggiare contro gli uomini . Quattro furono le donne e fra queste l’atleta Lis Hartel che si avvicinò all’equitazione per motivi legati alla poliomelite contratta durante la gravidanza. Seppur paralizzata dalle ginocchia in giù vinse l’argento. Anche la squadra italiana ebbe come atleta un atleta con problemi fisici in quanto sordomuto , Ignazio Fabbra, che conquistò l’argento nella lotta. Edo Mangiarotti vinse l’oro individuale nella spada individuale e sarà il suo unico oro individuale vinto davanti al fratello Dario che conquistò l’argento.
Nel basket la squadra americana vinse contro l’URSS dopo una partita esasperata dalla tattica e dal gioco lento al punto che il risultato 36 a 25 fa capire la lentezza di ogni azione . al terzo posto arriverà l’ Uraguay che si distinguerà nel torneo per aver avuto nei suoi incontri risse sia in campo che sugli spalti. . il torneo di calcio lo vinse l’Ungheria che dominò con 5 vittorie su cinque incontri. La Jugoslavia conquistò l’argento vincendo contro l’URSS che non diede assolutamente la notizia della perdita della partita agli organi d’informazione.
Giuseppe Dordoni vinse nella marcia l’oro dopo aver percorso tutta l’Europa in treno per ben 52 ore di viaggio. Nonostante pochi giorni prima gli furono tolte le unghie degli alluci gareggiò sotto una pioggia battente e un clima freddo. Riuscì ugualmente a stabilire il record mondiale e venne definito da Italo Calvino “il marciatore atleta solitario” .
Nel fioretto femminile Irene Camber vinse l’oro e fu la prima donna italiana a vincere le Olimpiadi come schermitrice. Impugnò un fioretto per la prima volta a otto anni, dopo che la madre aveva tentato senza successo di iscriverla con la sorella Giulietta a ginnastica artistica. La scherma fu la sua passione ma non il suo unico obiettivo: studiò pianoforte e si diplomò al conservatorio; dopo la maturità si iscrisse a Chimica industriale, all’Università di Padova dove si laureò , diventando la prima donna laureata nella storia dell’ateneo. Ricorda :” prima della gara arrivata l’ora di pranzo chiesi alla mensa una bistecca, non me l’hanno data perche dissero che erano contate e l’unica rimasta era riservata a non so chi. Mangiai un uovo e una mela”
MEDAGLIE per l’Italia : L’Italia ebbe un totale di 21 medaglie (8 di oro, 9 di argento e 4 di bronzo).
Edoardo Mangiarotti – con 2 ori e 2 argenti nella scherma divenne la stella più brillante. In seguito, con 15 medaglie olimpiche, Mangiarotti è ancor oggi l’atleta più medagliato della storia dello sport italiano.
ORO n. 8
Giuseppe Dordoni (atletica) — Enzo Sacchi (ciclismo) — Loris Campana, Mino De Rossi, Guido Messina, Marino Morettini (ciclismo) — Aureliano Bolognesi (pugilato) — Edoardo Mangiarotti (scherma) — Roberto Battaglia, Franco Bertinetti, Giuseppe Delfino, Edoardo Mangiarotti, Dario Mangiarotti, Carlo Pavesi (scherma) — Irene Camber (scherma) — Nicolo’ Rode, Agostino Straulino (Vela)
ARGENTO n. 9
Adolfo Consolini (atletica) — Marino Morettini (ciclismo) — Dino Bruni, Gianni Ghidini, Vincenzo Zucconelli (ciclismo) — Ignazio Fabra (lotta) — Sergio Caprari (pugilato) — Edoardo Mangiarotti (scherma) — Giancarlo Bergamini, Manlio Di Rosa, Edoardo Mangiarotti, Renzo Nostini, Giorgio Pellini, Antonio Spallino (scherma) — Dario Mangiarotti (scherma) — Gastone Dare’, Roberto Ferrari, Renzo Nostini, Giorgio Pellini, Vincenzo Pinton, Mauro Racca (scherma)
BRONZO n. 4
Antonio Maspes, Cesare Pinarello (ciclismo) — Ermenegildo Arena, Lucio Ceccarini, Renato De Sanzuane, Raffaele Gambino, Salvatore Gionta, Maurizio Mannelli, Geminio Ognio, Carlo Peretti, Vincenzo Polito, Cesare Rubini, Renato Traiola (pallanuoto) — Bruno Visnitn (pugilato) — Manlio Di Rosa (scherma)
Curiosità:
Mezzo limone fu fatale durante la maratona. Zatopek e Jansson si ritrovarono insieme in testa alla corsa. Al 23° km diedero ad entrambi mezzo limone, Zatopek suggerì a Jansson di non mangiarlo perchè gli avrebbe fatto male. Lo svedese non seguì il consiglio e, dopo 500 metri, ebbe un malore che lo costrinse ad abbandonare.
Il francese Jean Boiteaux, dopo aver vinto l’oro dei 400 stile libero, vide suo padre gettarsi in acqua per la felicità e per abbracciarlo. Prima della finale l’olimpionico fece promettere a suo padre di lasciargli sposare la sua fidanzata in caso di vittoria.
Il Comitato organizzatore dovette costruire tre villaggi: il primo era destinato agli atleti dei Paesi alleati con gli USA, il secondo per gli atleti dei paesi alleati all’URSS e il terzo alle donne. Precauzioni inutili perche gli atleti fraternizzarono nonostante quelli dell’URSS fossero sati messi in guardia di non avere rapporti con persone dell’occidente.