di Francesco Schillirò
L’attuale situazione pandemica non è delle migliori per poter prevedere un futuro roseo.L’associazionismo è in chiara sofferenza e in questi mesi si sono persi molti “pezzi “.Ciò è suffragato dalla non possibilità di qualunque tipo di attività, con la spada di Damocle del lockdown.Ormai ,come ci viene sempre ripetuto,bisogna limitarsi al”necessario” e sicuramente ,ad eccezione degli”innamorati”, da una analisi a caldo,ma che non condivido,far parte di qualunque tipo di associazione ,non è tra le necessità della vita .In questo momento sembra tutto aleatorio.All’inizio di questa pandemia,in un mio articolo sulla stessa testata,l’avevo definita una “guerra di logoramento”ovvero di trincea,per evitare che il virus camminasse con le nostre gambe.Oggi si parla di coprifuoco e questo ha scatenato nella nostra città ,quel che si è visto.Purtroppo otto mesi fa,eravamo mentalmente “più freschi” e pensavamo che tutto si risolvesse con qualche periodo di sacrificio.Oggi,in molti di noi ,vige lo sconforto e i dubbi per il domani.Qualcuno parla di “ infodemia” con forse qualche spunto di negatività sulla battente informazione.Quel che è certo ,è che a rimetterci siamo tutti ,anche se più colpite sono le componenti fragili del “villaggio globale”,sotto tutti gli aspetti ,psicologici ed economici.In questo “piano inclinato” sicuramente l’associazionismo assume un piano marginale ,ma sicuramente anche se in stand by ,non deve essere cancellato nel nostro futuro.Bisogna rimboccarsi le maniche,la governance deve stare più vicina ai più fragili.Dobbiamo tutti insieme essere “soci” di una “Associazione “che è la nostra “Nazione”.