-di Mirko Rimessi–
Lo scorso 8 settembre il VBC Casalmaggiore, società militante nella serie A1 femminile di pallavolo, annuncia festante la gravidanza del proprio capitano Carli Lloyd. Una notizia bellissima quella comunicata dal Club, soprattutto perché rappresenta un modo nuovo di tutelare lo sport in rosa: fino a non molto tempo fa l’alzatrice statunitense sarebbe infatti stata licenziata nell’indifferenza generale. Oggi invece la tutela della maternità nello sport femminile segna un punto decisivo, molto più importante del “professionismo” del quale tanto spesso ci si riempie la bocca, senza sapere realmente cosa rappresenta lo “status” di professionista nello sport italiano: “è professionista sportivo, colui il quale esercita attività sportiva a favore di una società sportiva a titolo oneroso con carattere di continuità, nell’ambito delle discipline regolamentate dal CONI che hanno riconosciuto il professionismo”. Le federazioni sportive italiane affiliate al CONI, che hanno riconosciuto il professionismo per alcune parti del loro movimento sono: Federazione Italiana Giuoco Calcio (F.I.G.C.), Federazione Pugilistica Italiana (F.P.I.), Federazione Ciclistica Italiana (F.C.I.), Federazione Motociclistica Italiana (FMI), Federazione Italiana Golf (F.I.G.), Federazione Italiana Pallacanestro (F.I.P.).
Chiunque lavori o ha lavorato nell’ambito delle “prestazioni sportive dilettantistiche”, donna o uomo che sia, sa che l’inquadramento del compenso come reddito diverso lo priva di tutele e diritti stabilendo il mancato assoggettamento dei compensi agli obblighi assicurativi e previdenziali. Ne consegue niente pensione né prestazioni di tutela quali malattia, maternità o infortunio.
Parlando nello specifico di maternità e lavoro si pensa subito ai diritti delle mamme lavoratrici, sanciti dalla Costituzione (art. 37 “le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione”) e dal Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità che introducono i concetti di: astensione obbligatoria, astensione facoltativa, congedo di paternità, riposi giornalieri, congedi di malattia del figlio. Il Testo Unico, nel prevedere il diritto all’astensione obbligatoria per gravidanza e puerperio (prevista due mesi prima del parto e tre mesi dopo, oppure un mese prima e quattro mesi dopo) e contemplando, per tutte le lavoratrici, un’indennità e il contemporaneo divieto di lavorare durante tale periodo. Peccato che la collaboratrice sportiva dilettante è esclusa da queste forme previdenziali, affidando completamente il sostentamento al rapporto instaurato con l’associazione sportiva.
Tornando al nostro caso specifico il fatto che la VBC Casalmaggiore “augura una gravidanza serena ed è al fianco del proprio capitano” è una dichiarazione di intenti, nonché una visione completamente nuova di affrontare questo problema in campo sportivo dilettantistico. E poco importa che un manipolo di “tifosi”, che poco hanno a che fare con i veri valori dello sport, abbiano insultato in rete la Lloyd, scrivendo di tutto, finanche di “strapparle il contratto”. Tutto questo ha prontamente generato grande indignazione da parte della dirigenza della società lombarda che, tramite il Presidente Massimo Boselli Botturi, li definisce “infima minoranza” e ribadisce che “a Casalmaggiore il diritto alla maternità viene prima di ogni altra cosa.”. Inoltre, come spesso accade su queste tematiche, sono lapidarie le parole dell’attuale n°1 del CONI Giovanni Malagò che sentenzia “La vicenda di Carli Lloyd mette una tristezza infinita” e aggiunge “Un conto è che il tifoso esprime il suo giudizio sul fatto che l’atleta non può rispettare un contratto attraverso le sue prestazioni, ma come si fa a non riconoscere un diritto a una donna di diventare madre?”
L’auspicio è dunque che questa condizione sia sempre più tutelata anche nel campo dei contratti sportivi dilettantistici, così come tutte le tutele assicurative e previdenziali.