di Mirko Rimessi
Il Mondo dello Sport (così come quello della cultura, dello spettacolo di qualità ed altri) ha pagato molto, moltissimo al COVID, ma ha rispettato le regole, anche quelle che parevano più assurde.Nonostante questo ha atteso, ha prestato i suoi Campioni come testimonial a varie campagne (distanti ma uniti, esco solo per donare, io mi proteggo sempre,…), si è organizzato per raccogliere fondi ed aiutare. Dopo la “ripartenza” ha continuato a seguire le regole, sanificando, spendendo, attendendo…Tutti questi sforzi sono messi a repentaglio da negazionisti e da “mondi” che da troppo tempo vivono ai limiti delle regole, credendo probabilmente di esserne immuni (in tutti i sensi). Sono mesi che vediamo immagini di movida sregolata, locali pieni come prima, mascherine quando va bene al braccio, protocolli completamente disattesi. Il tutto cercato di arginare solo con provvedimenti spesso tardivi. Il tutto affidato al buon senso (assente) della gente, perché, dove prima si faceva la caccia al runner o alla motivazione “border-line”, ora i controlli sono spariti.È inaccettabile che gli sforzi di questo Mondo, che si è così tanto speso in questi mesi, anche svolgendo un ruolo sociale non indifferente (compagnia e assistenza online durante la “chiusura”, ripresa delle benefiche attività motorie e sportive per le varie fasce di età e centri estivi alla riapertura), fatti con notevole dispendio (economico e non solo), e che ora accetta le manifestazioni a porte chiuse, le premiazioni a metà con le mascherine sul podio (più per dare l’esempio che per effettivo bisogno), e tante altre limitazioni, siano messi a repentaglio da chi è abituato a vivere senza regole, da chi dal mondo dello sport avrebbe dovuto solo prendere insegnamenti di vita.