di Roberto Gerosa
Premessa: Sarebbe desiderio di questa Rubrica, nata da pochi mesi, che descrive il mondo delle auto storiche nonché di piloti, ingegneri, costruttori, designer, gare, manifestazioni e storie di club, costruire un “contatto” quindicinale con lettori esperti o semplicemente curiosi di notizie. I Vostri contatti lo confermerebbero. Ringraziamo quindi tutti i lettori/lettrici che ci seguono auspicando la loro continuità e, per i loro commenti, Alessio, Angelo, Emanuela, Emanuele, Emilia, Enrica, Giacomo, Giorgia, Giorgio, Luca, Lucio, Marco, Nicola, Paolo, Roberto, Silvano, scusandomi con coloro di cui, mentre scrivo, non ricordo il nome. Sarà inoltre possibile trasmetterci per essere pubblicati, previo avvallo della direzione, brevi filmati o notizie di raduni, manifestazioni o gare sempre collegate alle auto storiche. Il numero del cellulare è: 3755459855 solo tramite WhatsApp.
Per quanto riguarda l’odierno articolo, molti sono stati i marchi storici dei vari costruttori. Tra questi, sicuramente meno conosciuto ai più è il marchio TVR. Queste tre lettere dicono poco ma, nel mondo delle vetture inglesi sono storia. Deriva da alcune lettere del nome del suo costruttore inglese TreVoR Wilkinson (1923/2008), che costituì l’azienda meccanica nel 1947. Nel 1949 nacque la prima auto TVR mentre il modello Grantura, di cui parleremo, nascerà nel 1958. Si dice che il suo fondatore non avesse una specifica formazione tecnica, ma che iniziasse assemblando vari pezzi nella sua spartana officina, come se li prendesse da una “scatola di montaggio”. A ragion di cronaca segnalo che nel 1999, grazie al progettista Al Melling, venne costruita una vettura con motore V 12 da 7,7 litri e con una potenza di circa 1000 CV (incredibile!!!). Le auto avevano elementi di classica bellezza, e il loro aspetto interno era degno di un “lord” grazie ai rivestimenti in morbida pelle e la bellezza del cruscotto. Ancora oggi queste vetture hanno uno strano fascino che, a vederle, non lascia indifferenti. Tra i vari modelli del marchio TVR, ho avuto la fortuna di guidare una Grantura MK2 del 1961 che, grazie alla carrozzeria in vetroresina, aveva un peso di soli 750 kg. La guida ovviamente a destra, un cambio ravvicinato tipo corsa e un motore Ford da cc 1340 leggermente elaborato. Tra le poche gare cui ho partecipato con questa vettura, ricordo in particolare una gara di regolarità in un Gran Premio di montagna. Il tutto ebbe inizio il venerdì pomeriggio con i preparativi della vettura, l’applicazione dei numeri di gara, gli adesivi degli sponsor (quelli del Panathlon erano già presenti) e la lettura del regolamento di gara.
Il sabato mattina, alle ore 8.30, io e un giovane navigatore alle prime armi, mio figlio Filippo, ci presentammo nel grande piazzale riservato alle auto partecipanti per il controllo documenti con un po’ di tensione, per poi ascoltare il direttore di gara (briefing) con in mano il road book o radar (il libro dove vengono indicati, percorso, tempi e prove di precisione) e i cronometri portatili, il fisso era in auto, pronti per affrontare la gara su strade trafficate. Non volendo annoiarvi con i tecnicismi della disciplina, ricordo solo che la caratteristica principale delle gare di regolarità è che l’auto transiti “sul tubo” (pressostato) nell’orario indicato.
Durante i 265 chilometri totali di percorrenza della prima parte della gara, immersi in un bellissimo paesaggio, tutto andò liscio, o quasi… La vettura molto bassa e rigida, su uno strano dosso “grattò” l’asfalto con la parte finale della marmitta da farla quasi staccare. Niente di grave, il peggio arrivò il giorno dopo.
Rientrati il sabato sera, controllammo auto e classifica provvisoria che ci dava terzi di categoria (non male), e dopo una salutare doccia e un cambio d’abito eravamo pronti per recarci in un noto Hotel per la cena a base di prodotti tipici.
Si ripartì la domenica mattina (mezzi addormentati) per attraversare un tragitto montuoso con la prospettiva di ulteriori 160 chilometri. A metà gara avevamo purtroppo accumulato un bel ritardo dovuto a errori del giovane navigatore (è sempre colpa degli altri, ovviamente), attraversando piccoli paesini sperduti rispettando la velocità, malgrado alcuni paesani ci incitassero, con gesti e voci comprensibilissimi, di… darci dentro. Bisognava recuperare il tempo e così affondai sull’acceleratore rimanendo “ciechi” a qualche limite di velocità. Nel controllo orario successivo, che avremmo avuto dopo circa 25 km e, con solo un po’ di ritardo, entrammo in un paese mentre stavano uscendo i fedeli dalla chiesa. Cavolo! Ulteriore rallentamento! Durante la gara non si è certamente rilassati e pazienti, quindi qualche imprecazione, a bassa voce a onor del vero, era sfuggita. Con apprezzabile gentilezza questi signori si fecero da parte ma, il ritardo tornò ad aumentare. Affrontando tornanti in discesa con freni surriscaldati e velocità ai limiti per recuperare, il pericolo effettivamente c’era e infatti in una curva, sia per la tensione, sia per una marcia che non entrava bene, la vettura si “imbarcò” e il rischio burrone ci stava attendendo. Non ricordo bene, in quei decimi di secondo, cosa feci o come lo feci, ma riuscimmo a raddrizzare la vettura che con due ruote era già sull’erba che divideva l’asfalto dal vuoto. Credo che la poca abbronzatura che avevamo maturato, in quell’istante fosse completamente sparita dai nostri volti e, facendo finta che non fosse successo nulla, si fa per dire, arrivammo nei tempi ma ovviamente non tra i premiati.
Il premio più grande lo avevamo già ricevuto.
29 Comments
Stefano
Me la ricordo benissimo….il suo navigatore classe 72 come la mia deve fare più esperienza…ah ah ah.. avanti così e buon divertimento
Giacomo
Le gare ti fanno sentire vivo, se poi le condividi con le persone che ami diventano indimenticabili (questo dopo la gare, durante la gara non ci si sopporta)… se aggiungiamo la fortuna di farle su mezzi stupendi il livello di soddisfazione arriva alle stelle indipendentemente dal risultato… bravi
Andrea Cabianca
Bellissimo articolo
Mi fa rivivere la voglia di guidare un “ mostro “ come questa TVR
Macchina eccezionale !!!!
Roberto leo
Complimenti per i risultati, per la macchina e sopratutto per la condivisione della bellissima passione tra padre e figlio!!!!!
Patty
Un brivido è venuto anche a me leggendo ?… Comunque bravi!
Luca Veloso
Ritornano, piacevoli come sempre, storie di un passato ormai superato dalla tecnologia. Che bello quando le corse erano decise più dall’uomo che dalla vettura… Rischi maggiori certo ma… Adrenalina pura che entrava in circolo… Luca
Giorgio Biolo
Buonasera.
Ho letto con particolare piacere l’ articolo della TVR, auto che non conoscevo, rilevando che il Vostro redattore oltre che esperto della materia, ha anche praticato questo entusiasmante sport.
Complimenti !
Giorgio
GIORNATA MONDIALE MOTORISMO STORICO
Apprezzo sempre le iniziative che si rivilgino agli aspetti meni conosciuti del motorismo storico perche’ ritengo che questo sia uno dei modi piu’ efficaci per fare cultura nella materia che tanto.ci appassiona. La TVR, che rientra nel settore delle KIT CAR, e’ un ottimo esempio per cogliere un aspetto che definirei liberale della mentalita’ inglese di vivere l’automobilismo storico. Un modo che, purtroppo, a noi italiani viene negato da un evvesso di burocrazia nel quale le cose vietate sono molte di piu di quelle consentite. Credo che, in questo, noi abbiamo molto da imparare. Complimenti, quindi, per questa bella iniziativa editoriale.
Panathlon D.I.
Buongiorno,
La ringrazio per l’apprezzamento dell’articolo del nostro Roberto Gerosa appassionato e conoscitore del mondo automobilistico, al quale abbiamo affidato la rubrica “Ruote d’Oro”.
Tra le finalità del Panathlon vi è anche quella della diffusione della cultura sportiva, ed ecco il motivo di avere dato vita a Panathlon Planet, Web House Organ Quotidiano del Panathlon Distretto Italia.
Panathlon Planet, come avrà notato, tratta diversi argomenti legati ai vari sport. Quello dell’automobilismo d’antan è l’ultimo nato e, sinceramente, ne siamo davvero soddisfatti per il continuo crescente interesse grazie alla penna di Roberto.
Il Panathlon, parola greca dal significato “Tutti gli sport”, è riconosciuto sia dal CIO che dal Coni come Associazione Benemerita culturale. A livello del CIO essa fa parte della Commissione internazionale culturale-scientifica.
Esso opera nei vari territori con progetti ed azioni in partnership con Istituzioni e Privati.
In Italia vi sono circa 170 club sparsi nelle diverse regioni. Verona ne vanta due: Verona 1954, del quale ne fu anche presidente Roberto Gerosa, e Panathlon Gianni Brera Università di Verona.
Continui a leggerci, chissà che il Suo interesse non la porti a divenire un Panathleta.
Grazie ancora per l’attenzione, un cordiale saluto,
Massimo Rosa
Direttore Area Comunicazione
Panathlon International Distretto Italia
Filippo
Ricordo come se fosse oggi quella gara e le peripezie affrontate.
Vincere non significa sempre solo arrivare primi…
Grazie papà.
Filippo
Nicola
Complimenti Roberto. Dal tuo racconto sembra effettivamente di vivere questa tua esperienza sportiva ed è un piacere imparare e conoscere l’esistenza di auto che la gran
parte delle persone, compreso il sottoscritto, non conoscono. Grazie.
Nicola
Filippo
Ricordo quella gara e le sue peripezie come fosse ieri…
Vincere non significa sempre solo arrivare primi.
Grazie Papà!
Filippo
Panathlon D.I.
Caro Filippo, hai un bravo Papà altruista e generoso, nonché grande appassionato d’auto. Passione che trasmette attraverso i suo scritti molto seguiti dai lettori.
Un saluto,
Massimo Rosa
Direttore Area Comunicazione
Panathlon International Distretto Italia
Angelo
Mi piace molto la vostra storia raccontata e scritta con amore mi appassiona nella lettura che mi porta in un mondo tutto virtuale avanti così Angelo
Paola
Piacevole sorpresa entrare negli aspetti della vita personali ed essere accompagnati indietro nel tempo. Atmosfere d’altri tempi, non troppo lontani che si ripensano con piacere. Verrebbe da scrivere “attenti a quei due”
Paola
Panathlon D.I.
Gentile Paola,
grazie per leggerci e per l’apprezzamento espresso, da cui emerge la sua sensibilità.
Panathlon Planet è la voce ufficiale del Panathlon Distretto Italia, tra i cui obiettivi vi è anche quello della diffusione dei valori etico-morali insiti nel nostro Movimento da diffondersi attraverso la cultura dello sport.
Continui a legegrci e diffonda il nostro Panathlon Planet.
Un cordiale saluto,
Massimo Rosa
Direttore Area Comunicazione
Panathlon International Distretto Italia
Roberto
Storia affascinante che ha il pieno sapore di altri tempi…devo ammettere che non conoscevo nulla di questa casa automobilistica inglese…complimenti!
Panathlon D.I.
Gentile Roberto, grazie per leggerci, continui a leggere Panathlon Planet ci sarà sempre qualcosa da scoprire.
Massimo Rosa
Direttore Area Comunicazione
Panathlon International Distretti Italia
Panathlon D.I.
Caro Roberto, le cosiddette auto d’epoca sprigionano tutte un fascino assente da quelle attuali, poiché ognuna d’esse si differenziava dalle altre. Oggi in questo momento storico di globalizzazione c’è un appiattimento generale, per cui le auto moderne mancano di quell’appeal andato perduto.
Un saluto,
Massimo Rosa/Direttore
Oliver
Ciao,
mio compagno Steve passionate TVR ha trovato vostro sito.
Articolo very good.
Molto fortunato.
Scusate mio italiano da poco in Italia.
Oliver
Panathlon D.I.
Grazie Mr. Oliver, per la segnalazione fattaci. Non fa che piacere vedere che “Someone” ci legge anche dal Regno Unito (I suppose).
Visto che ci ha scoperto continui a leggerci. Panathlon Planet quotidiano d’informazione e cultura dello sport, è il Web House Organ del Panathlon International Distretto Italia.
Il Panathlon International è presente nei diversi continenti. In Italia conta 170 club.
Ruote d’Oro, curato da Roberto Gerosa, nostro esperto d’auto ed eventi motoristici, è una delle 14 rubriche di questo giornale.
Un cordiale saluto,
Massimo Rosa/Direttore
Emanuele
Bellissimo articolo e complimenti all’equipaggio , è’ bello vedere padre e figlio condividere questa passione
Ciao Emanuele
Panathlon D.I.
Caro Emanuele, non può che farci piacere quel “Bellissimo”, che c’invoglia a continuare per migliorare sulla strada intrapresa.
Un saluto, ed al prossimo racconto di Roberto Gerosa.
Massimo Rosa/Direttore
Silvano Quintarelli
Tra le pieghe del suo racconto sulle auto d’epoca (sempre molto esaustivo ed interessante) Roberto Gerosa infila sempre qualche pennellata di humour che è come il cacio sui maccheroni, così facendo rende i suoi articoli sapidi e gustosi. Nell’ultImo articolo mi riferisco in particolare a questi due brani che hanno scatenato la mia ilarità. “A metà gara avevamo purtroppo accumulato un bel ritardo dovuto a errori del giovane navigatore (è sempre colpa degli altri, ovviamente)” e “Entrammo in un paese mentre stavano uscendo i fedeli dalla chiesa. Cavolo! Ulteriore rallentamento! Durante la gara non si è certamente rilassati e pazienti, quindi qualche imprecazione, a bassa voce a onor del vero, era sfuggita”. Ho voluto riportare il testo integrale per dimostrare il climax umoristico. Non vorrei che la cosa fosse fraintesa come irrispettosa ma devo dire che certe volte la scrittura di Roberto Gerosa mi ricorda quella del grande e compianto Paolo Villaggio, che riusciva a far ridere insinuando la sua ironia all’interno di un racconto apparentemente realistico ma alla fin fine grottesco.
Panathlon D.I.
Caro Silvano, a Roberto Gerosa l’ironia non difetta certamente. Infatti, come rilevi tu, nel raccontare la sua impresa, questa è il condimento che fa scorrere con leggerezza il racconto, coinvolgendo il tuo sorridere.
Continua a leggere Panathlon Planet, anzi divulgalo.
Con simpatia,
Massimo Rosa/Direttore
Giulio Brignani
Iniziativa editoriale interessante e ben strutturata, si coglie una indiscussa conoscenza storica sua dei mezzi, sia degli eventi trattati, complimenti a Roberto Gerosa
Panathlon D.I.
Caro Signor Brignani, grazie per apprezzare l’iniziativa editoriale di Panathlon Planet dedicata alle auto ed agli eventi di un lontano ma ancor recente passato, capace di regalarci emozioni.
L’aver affidato la rubrica a Roberto Gerosa è stata una carta vincente.
Un saluto,
Massimo Rosa/Direttore Panathlon Planet
VANNA
Ho trovato veramente gradevole la lettura di questo racconto che mi ha immerso nell’atmosfera senza tempo in cui riescono ancora a trasportarci le auto d’epoca.
Complimenti
Panathlon D.I.
Gentile Vanna, grazie per l’apprezzamento.
E’ indubbio che l’appeal delle auto di un tempo sprigionino ancora quel fascino quasi scomparso da quelle di oggi. E chi le apprezza è evidentemente una persona romantica.
Un cordiale saluto,
Massimo Rosa/Direttore Panathlon Planet