Dedicato a tutti quei piccoli ed anonimi protagonisti della quotidianità sportiva che, con il loro spirito di sacrificio, permettono ad altri di divenire “Grandi”
-di Massimo Rosa-
PREFAZIONE (Domani Capitolo 1)
La moderna storia sportiva di Verona e provincia non può prescindere dall’attività, ancora attuale, dell’istituzione pubblica Marcantonio Bentegodi. Bisogna quindi fare qualche passo indietro da questo 1901 per capire meglio la filosofia in cui lo sport prendeva corpo.
Alla parola sport, si legge sul vocabolario: attività che impegna, sul piano dell’agonismo oppure dell’esercizio individuale o collettivo, le capacità fisico-psichiche in connessione o meno con intenti ricreativi.
Possiamo tranquillamente affermare che sino alla metà dell’Ottocento l’attività ludico-fisico-sportiva era cosa riservata a pochi eletti.
I periodi aurei dello sport in senso lato, infatti, si perdono nella notte dei tempi. Bisogna risalire ai periodi storici di Atene e di Roma per trovare un gran movimento di praticanti e di pubblico interessato.
Come spesso accade ancora oggi, o è accaduto, lo sport muove primi passi dal mondo anglosassone. Da ciò che emerge scorrendo certe letture, sembra che i nobili inglesi dell’ottocento, avendo parecchio tempo libero a disposizione, ingannassero lo stesso facendo molta attività fisica, come d’altronde era ed è nelle loro tradizioni, o praticando giochi di recente apparizione come il Football od il Rugby, nati, tra l’altro nell’isola di Albione.
Questo fermento imponeva la creazione di regole, se non altro per dare corpo, attraverso queste, ad una definizione di “vittoria”, che altrimenti avveniva, da sempre, per sfinimento dell’avversario, come nel caso della boxe, tanto per fare un esempio calzante.
Ecco allora fare capolino i regolamenti che avrebbero dato il via allo sport moderno, anche se tutto ciò avveniva in punta di piedi come era costume quel tempo.
Chi dunque praticasse sport lo faceva con il più alto e puro spirito di piacere, poiché il detto latino “ Mens sana in corpore sano “ era il leit-motif di quelle generazioni.
E’ in questo contesto che il barone Pièrre De Coubertain darà l’avvio alla più imponente macchina sportiva di tutti i tempi: le Olimpiadi.
A Verona, un paio d’anni dopo l’indipendenza dall’Austria, un gruppo di signori davano vita alla “ Società Veronese di Ginnastica e Scherma “.
I benemeriti di questa iniziativa, che sarebbe poi divenuta l’Istituzione Comunale Marcantonio Bentegodi, sono i notabili del tempo: Aleardo Aleardi, Marcantonio Bentegodi, Emanuele Bergmann, Giovanni Boffi, Francesco Cayol, Carlo Inama, Giovanni Ipsevich, Lodovico Kaiser, Enrico Libanti, Guelmo Mosconi, Agostino Renzi Tessari, Emanuele Patuzzi e Silvio Rossi.
E’ con la nascita di questa ultracentenaria società che ha così inizio la storia moderna dello sport veronese.