-di Massimo Rosa–
LA STORIA
Non c’è una vera e propria storia di questo sport, di certo è risaputo che l’Orienteering nasce nei Paesi scandinavi, e nasce perché i loro territori sono ricoperti da lussureggianti zone boschive di conifere. Quando parliamo di Scandinavia, ovviamente, ci si riferisce a Norvegia e Svezia, che appunto ne costituiscono la penisola scandinava. E, com’è risaputo da molti, la Scandinavia è attraversata in senso longitudinale da quelle che sono le Alpi scandinave, che ne costituiscono pertanto l’ossatura. In questo territorio i boschi la fanno da padroni, andando dalle montagne sino al bordo del mare.
Ed è in questo contesto che l’uomo scandinavo, già dalla notte dei tempi, deve fare i conti per ritrovarsi. Dunque raggiungere una meta presuppone delle conoscenze di orientamento, ed ecco, quindi, che da quest’esigenza nasce lo sport dell’Orienteering.
Un tempo l’Orienteering era un modo di allenamento codificato dei soldati svedesi, introdotto ufficialmente nel loro esercito nel 1895.
Diviene sport-divertimento di chi ama l’atletica e la natura intorno ai primi anni del 1900, e ben presto conosce quella popolarità che lo fa divenire un vero e proprio cult: in poco tempo attraversa l’Oceano Atlantico ed approda in America, sbarcando successivamente in Asia.
Nel 1961 i Paesi, dove l’Orienteering è fortemente praticato, fondano l’International Orienteering Federation (IOF). In Italia a gestirlo e promuoverlo vi è la Federazione Italiana Sport Orientamento (FISO).
Il primo campionato del mondo si svolge nella terra di Sibelius, nelle foreste di betulle finlandesi nel 1966. Da allora in poi il suo appuntamento è biennale.
Oltre al Mondiale si disputa anche la World Cup. I praticanti dell’orienteering sono oltre un milione.
COS’E’ L’ORIENTEERING
Esso consiste nel raggiungere il traguardo d’arrivo nel minor tempo possibile.
PERCHE’ E’ UNO SPORT PARTICOLARE ?
Perché è uno sport della libertà e della natura in tutti i sensi.
PERCHE’ PRATICARLO ?
Perché è uno sport completo che abbina lo sforzo fisico a quello mentale.
COSA SVILUPPA ?
L’Orienteering sviluppa:
- Capacità di osservazione
- Percezione dello spazio
- Rappresentazione dello spazio
- Concentrazione
- Capacità di scelta
- Autonomia
- Proprie capacità e propri limiti
- Memorizzazione
- Personalità
E ANCORA
- Educazione motoria: A) orientamento nello spazio; B) coordinazione dinamica generale; C) miglioramento della resistenza e della forza.
- Educazione artistica: osservazione e rappresentazione degli ambienti
- Educazione tecnica: A) realizzazione di cartine in scala; B) realizzazione di plastici in scala.
- Matematica: A) Concetto di scala grandezza; B) Rapporti, proporzioni, equivalenze, e misurazione degli angoli.
- Scienze: A) bussola; B) magnetismo terrestre; C) rosa dei venti; D) studio dell’ambiente.
- Geografia: A) carte topografiche; B) curve di livello; C) equidistanza; D) meridiani, paralleli; E) coordinate geografiche.
COME SI FA ?
Prima del via viene ad ogni concorrente è consegnata una carta topografica dove sono indicati l’intero percorso ed i punti di controllo.
Ogni concorrente deve trovare la via più vantaggiosa per raggiungere le lanterne, cioè i punti controllo. La difficoltà di questa disciplina è quella di trovarsi a scegliere la strada migliore. Il concorrente meno navigato preferirà, infatti, un percorso su sentieri e con tracce facilmente percorribili: Quello invece più esperto sceglierà percorsi anche non guidati da tracce.
La fatica è una componente che si fa sentire, infatti, man mano che passa il tempo, la capacità di ragionamento si affievolisce.
I PUNTI DI CONTROLLO
Perché la gara sia valida bisogna che il concorrente abbia punzonato tutti i punti di controllo.
Questi sono indicati con dei prismi bianco-arancioni muniti di una pinza-punzone. Nel gergo di chi pratica l’Orienteering sono chiamate lanterne.
Sulla carta le lanterne sono contrassegnate con dei bollini rossi.
IL CARTONCINO DI CONTROLLO
E’ la scheda consegnata al momento dell’iscrizione suddivisa in caselle (es. punto 1 casella 1; punto 2 casella 2, etc). All’arrivo il concorrente consegnerà la scheda-testimonial punzonata ad ogni lanterna.
Su ognuna di queste è riportato nome e cognome, società o scuola di appartenenza.
I CORIANDOLI
Gli organizzatori mettono ai piedi di ogni lanterna dei pezzettini di carta, chiamati in gergo coriandoli, nel caso che questa fosse asportata.
Ogni concorrente per provare di essere transitato da quel punto ne raccoglie uno e lo consegnerà al momento dell’arrivo.
Chi non facesse così verrebbe squalificato per salto di controllo.
L’ELETTRONICA FA LA SUA APPARIZIONE
Negli ultimi anni l’Orienteering non si avvale solamente dei cartellini in carta da punzonare, ma nelle gare, per lo meno quelle più importanti, hanno fatto la loro apparizione i cartellini elettronici, che permettono ad ogni concorrente, una volta appena tagliato il traguardo, di conoscere il proprio tempo-gara, facilitando così anche il compito alla giuria che non deve più verificare cartellino per cartellino.
DOVE SI SVOLGE
L’Orienteering, come abbiamo già visto, è nato tra i boschi, e tra i boschi continua a regnare. Ma visto che ormai non è più uno sport per soli Paesi nordici, ha trovato diverse altre location, come: montagna, boschetti collinari, campi di pianura, e centri abitati.
L’Orienteering lo si pratica a piedi, con gli sci, e con le mountainbike.
IL CONSIGLIO
Chi decidesse di provare l’emozione una gara di Orienteering è consigliabile, che prima di affrontare una prova, si rivolga ad una società di orientamento affiliata alla Federazione.
In ogni società, infatti, vi sono degli istruttori abilitati come Tecnici federali.
LA TECNICA
Nell’Orienteering si riconoscono due tipi di tecnica:
- Principianti
- Progrediti
PRINCIPIANTI
Nella tecnica, per chi si avvicina per la prima volta, si cerca di fare capire all’allievo che l’avanzamento non è un caso, bensì esso risponde ad una precisa lettura delle informazioni contenute sulla mappa.
I punti importanti di apprendimento di questa tecnica sono identificabili in due presupposti:
- I segni convenzionali, riportati sulla mappa, i dettagli minuti e sicuri; le linee conduttrici e di arresto; la bussola per orientare la mappa e, quindi, la scelta del percorso più favorevole.
- Man mano che si apprende sempre più aumenta l’autonomia dell’allievo, infatti, dopo le prime uscite con l’istruttore, si passa alla fase senza. Le esercitazioni si svolgono su: percorsi segnalati sul terreno (percorsi lungo la corda); esercizi di andata e ritorno (percorso a stella); esercizi di doppia andata e ritorno (percorso a farfalla); percorsi ciechi, avvalendosi del solo aiuto della bussola e di una schizzo; brevi tracciati con scelte di percorso.
PROGREDITI
Va da sé che in questo caso la tecnica è un fatto acquisito, cioè in ognuno vi è la sicurezza della perfetta conoscenza tipica dell’agonista. I punti su cui si basa sono:
- Comprensione delle curve di livello
- Individuazione e suddivisione delle zone ad andatura sostenuta
- Individuazione delle zone morte, cioè di facile lettura per le loro inesistenti difficoltà
- Memorizzazione
- Conteggio dei passi
- Corsa sull’ago
- Punto d’attacco
- Diverse alternative di scelta-percorso
L’AGONISTA
Chi è a buon livello o è un professionista svolge un allenamento improntato sul potenziamento muscolare e cardiovascolare.
La lettura della mappa sarà corretta e veloce, senza che debba rallentare la corsa.
L’ABBIGLIAMENTO
La scelta degli indumenti da indossare in gara deve cadere su quelli dal tessuto resistente ed in grado di fare continuamente traspirare il calore ed il sudore.
Le scarpe sono particolari. Esse devono essere leggere, impermeabili e resistenti. La suola sarà con chiodi in metallo o gomma.
Comunque non preoccupatevi perché l’abbigliamento possono essere anche semplici pantaloni della vecchia tutta (attenzione ai rovi, alle ortiche) e le scarpe da jogging.
GLI STRUMENTI
Sono due gli strumenti da utilizzarsi:
- La carta topografica
- La bussola
LA CARTA TOPOGRAFICA
E’ sicuramente lo strumento principale di questo sport. Con la carta il concorrente studia il percorso, anticipando le scelte del tragitto. Infatti attraverso la corretta interpretazione della lettura si può comprendere dove si trovano gli ostacoli da evitare.
I più rousés (scaltri), per dirla alla francese elaborano scelte di corsa veloce sul sentiero o attraverso scorciatoie tecniche.
Le carte sono particolarmente dettagliate, ed elaborate da persone espertedel settore.
La scala è 1:10.000 o 1:15.000 nelle competizioni ufficiali, mentre per quelle promozionali la scala è anche inferiore.
Cosa vuole dire la scala, vuole dire ad esempio (1:150.00) che ad ogni centimetro corrispondono 150 metri.
La mappa è consegnata solo al momento del via. Alle volte nella zona di ritrovo si può vedere una carta cosiddetta muta, cioè non indicante i punti di controllo.
LA BUSSOLA
La bussola serve per orientare la carta scegliendo così la direzione di marcia. Quelle dell’Orienteering si caratterizzano per la base trasparente e per la stabilità dell’ago magnetico.
LA GARA
Nessuno conosce il luogo e la cartina. I concorrenti vengono portati al via, partendo, quindi, intervallati. Ognuno può scegliere il percorso da seguire. Come abbiamo detto ogni lanterna è il testimonial dell’avvenuto passaggio. Il numero degli ufficiali di gara varia in base al terreno prescelto. Alla partenza ed all’arrivo vi è un giudice ed un cronometrista.
Lungo il percorso possono essere anche giudici nascosti per verificare che non si bari tagliando.
Le gare di livello possono avere percorsi maschili che variano tra i 10 ed i 20 km, da percorrersi in 90 minuti, mentre quelli femminili sono sulla lunghezza variante tra i 7/15 km., da effettuarsi in un tempo massimo di 75 minuti.
L’Orienteering ha quattro specialità: A staffetta
- Sci di fondo (sci-o)
- Mountainbike (mtb-o)
- Corsa (c-o)
- Trai-o (diversamente abili)
SCI DI FONDO
Tecniche ed attrezzature sono quelle tipiche di questa specialità sciistica.
La gara, che può anche protrarsi per alcuni giorni, avviene lungo le piste battute nei boschi.
Contrariamente a chi corre a piedi, chi scia ha le mani occupate poiché impugna le racchette. Niente paura è stato inventato un leggio fissato al petto tramite delle cinghie, che permette così la lettura della mappa.
Il leggio è girevole ed ha la bussola incorporata, tant’è che ad ogni cambio di direzione si è obbligati a ruotare in senso opposto la cartina per poter leggere bivi ed incroci. Dunque l’abilità consiste nel memorizzare il più possibile la mappa per non dover continuare a leggere mentre si scia.
Altra difficoltà che spesso s’incontra in questa specialità è il proliferare di piste tracciate, vere e proprie ragnatele create ad arte, ma sempre riportate sulla mappa. E qui ci vuole abilità nell’individuare il tracciato giusto.
MOUNTAINBIKE
Questo nuovo mezzo, si fa per dire, a due ruote fa parte di quelli che non disturbano la natura, e, quindi, niente di meglio che competere nell’Orienteering, avendone tutte le carte in regola.
Una delle peculiarità maggiori è quella sicuramente legata all’aspetto della sicurezza e del rispetto ecologico. Infatti, chi percorre un sentiero-gara non deve uscire dai tracciati indicati sulla carta, tagliando o prendendo scorciatoie nei boschi, pena la squalifica.
ORIENTEERING DI PRECISIONE
Il Trail Orienteering è la specialità che offre a tutti la possibilità di partecipare, anche a chi ha una disabilità.
Sono, infatti, permesse carrozzine manuali ed elettriche, handy bikes, etc.
E’ permesso anche l’utilizzo di un accompagnatore, purchè questi non influenzi le scelte del concorrente.
CHI VOLESSE SAPERNE DI PIU’
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