-Adriana Balzarini-
La decisione che i Giochi si facessero a Berlino avvenne già nel 1931, quando Hitler non era ancora al potere; attraverso il congresso del CIO la scelta cadde su Berlino e non su Barcellona anch’essa candidata per le XI Olimpiadi. Le votazioni furono fatte attraverso una votazione postale e i tedeschi vinsero per 43 voti si 59. Sicuramente la scelta voleva essere un segnale del ritorno della Germania nella comunità internazionale, dopo il suo isolamento nel periodo successivo alla sconfitta nella Prima Guerra Mondiale, ma in seguito questo sua riabilitazione servì alle sue politiche espansionistiche oltre che ad aver sottovalutato la persecuzione degli Ebrei e di altri “nemici dello Stato” culminando, poi, nella Seconda Guerra Mondiale e nell’Olocausto. Dei segni poco edificanti si erano già avuti durante i giochi di Los Angeles dove un giornale tedesco attraverso un suo inviato rifletteva attraverso uno scritto che era indecente che i bianchi competessero con i neri e che sperava che questo non succedesse a Berlino. Nel 1933 i primi segni di razzismo pervadevano la Germania : Hitler dischiarava che gli ebrei venivano interdetti dai pubblici uffici e nel 1935 varerà le leggi di Norimberga per limitare a loro i diritti.
Per la prima volta nella storia delle Olimpiadi, in Europa e negli Stati Uniti vi furono appelli al boicottaggio dei Giochi a causa delle violazioni dei diritti umani che avvenivano nel paese organizzatore ma non furono così incisive al punto che il movimento per il boicotaggio fallì. Rimase solo come un precedente importante per attirare in seguito una maggiore attenzione internazionale e forse un maggior coraggio, auspicabile ancora oggi, per porre attenzione sull’abuso dei diritti umani nei paesi organizzatori dei Giochi. Il boicottaggio fallì ma Baillet- Latour, membro del CIO da molti anni, sottolineò che gli ebrei non dovevano essere discriminati e la Germania (a parole putroppo!) dovette cedere. L’ultima parola per acconsentire che i Giochi si facessero la diede Avery Bruntage, futuro presidente CIO, in discordia con il giudice newyorchese Jeremiah Mahoney che affermava che non dovevano essere fatte a Berlino per questioni umanitarie. Bruntage chiuse affermando che i Giochi sono al di sopra di ogni posizione politica e che, dopo aver visto personalmente, tutto era in regola.
Così il primo agosto del 1936 un’imponente cerimonia d’apertura si svolse di fronte ad una folla di 110.000 persone che applaudirono Hitler quando entrò nello stadio per prendere posto sul palco delle autorità.
La torcia, innovazione per i Giochi Olimpici di de Coubertin, arrivò a Berlino dopo esser stata accesa sul Monte Olimpo in Grecia. Furono impegnati 3000 corridori e servì per simboleggiare lo spirito di armonia; entrò in città fra un’ala di folla che si radunò lungo la strada che conduceva allo stadio, tutti rigorosamente con in mano la bandiera nazista.
Un’altra innovazione apparsa ai Giochi di Berlino fu la Campana Olimpica i cui rintocchi segnarono l’apertura dei Giochi. La campana pesava nove tonnellate con un diametro di 275 centimetri e 270 centimetri d’altezza, su di essa era impressa la porta di Brandeburgo, l’aquila che teneva i cinque cerchi olimpici con gli artigli e due svastiche a fianco, era inciso lo slogan “ richiamo la gioventù del mondo”.
Alcune delegazioni usarono il saluto olimpico ( braccio destro steso lateralmente) passando di fronte al palco delle autorità e il più grande applauso da quel palco fu per la squadra francese formata da 250 membri; la squadra americana ricevette solo qualche applauso e anche dei battiti di piedi di disapprovazione, in più quando la squadra passò davanti alla tribuna d’onore, non venne abbassata la bandiera a stelle e strisce. Il pubblico festante invece applaudì tutti i concorrenti.
Per la prima volta furono utilizzate delle telecamere che trasmettevano in diretta le gare e in città erano state poste delle sale televisive e degli schermi perché il pubblico che non era all’interno dello stadio potesse seguire le gare. Per la prima volta si realizzò un film sulle Olimpiadi dal nome “Olympia” utilizzando tecniche innovative ( gru, rotaie, , più telecamere in posizioni diverse e la regista di tutta questa innovazione fu una donna: Leini Riefenstahl”. Durante i Giochi furono venduti 4,5 milioni di biglietti e l bilancio organizzativo ufficiale, mostrò un attivo di 1.000.000 di marchi dell’epoca. La squadra italiana fu composta da 182 atleti in gara di cui 13 donne più 28 riserve.
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