LA NUOVA LITTLE BIG HORN DEGLI USA: L’AFFAIR “WASHINGTON REDSKINS
di Massimo Rosa
Se leggete la Treccani la definizione “Pellerossa” altro non è che l’appellativo usato dai primi europei alla vista degli autoctoni americani per il loro viso ricoperto da ocra rossa. Tutto qui. Dunque lungi dall’essere un epiteto razzista. Razzista, invece, lo hanno fatto diventare, i manifestanti durante le proteste di piazza per la barbara uccisione di George Floyd, in cui il populismo estremo ha bisticciato con la storia facendo di tutta un’erba un fascio, condannando così indiscriminatamente alla rimozione i simboli di quel passato, tra cui anche il termine “pellerossa”.
Di questa situazione di cervellotica caccia alle streghe ne ha fatto le spese anche la celebre squadra di football americano del Washington Redskins che, per volontà del suo boss Daniel Snyder, ha cancellato proprio quel “Pellerossa”, una pelle sulla pelle dei propri tifosi, dopo ottantotto anni di onorato servizio.
Ma dietro a ciò c’è solo ipocrisia, poiché gli sponsor, a seguito della situazione calda creatasi in tutto il Paese, hanno iniziato a mollare i marchi in contrasto con l’indignazione popolare. Di qui la forzata retromarcia anche di Daniel Snyder, che ha ammainato la bandiera dei gloriosi Redskins, almeno finché non arriverà il 7° Cavalleria del Generale Custer per prendersi la rivincita dopo questa seconda moderna Little Big Horn*.
*Little Big Horn è la località dove i pellerossa sconfissero, annientandolo, il 7° Cavalleria del Generale Custer, entrato nella leggenda del Far West (Vedi video).
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