-di Gino Goti–
Ne parlarono tutti i giornali persino l’autorevole Corriere della Sera, ma anche Il Messaggero, Il Corriere dello Sport, la Gazzetta dello Sport e Biscardi al “Processo del Lunedì”. La partita era la Monte Schiavo Jesi-Radio 105 Foppapedretti, due colossi del volley femminile e incontro molto importante per la classifica. Era il 1° dicembre 2001.
Grande agonismo in campo, tifo infernale sulle tribune del palazzetto dello sport, tutto documentato dalla diretta televisiva con la mia regia e ascolti stratosferici per un sabato pomeriggio e per un volley femminile: oltre 1.200.000 gli ascolti.
Verso la fine della partita il telecronista, il compianto Mimmo Fusco, con un po’ di sorpresa disse: “Attenzione, momento particolare, gli arbitri hanno espulso uno dei nostri operatori, non riusciamo a comprendere il perché”. Poco dopo il fischio finale, le interviste, i saluti ed io scappai di corsa perché (erano le 16.30) ed io dovevo essere a Genova per le 20.00 per l’incontro USA-EUROPA di motocross al palasport.
A mezzanotte a letto perché il giorno dopo, domenica, alle 18 avevo la partita di volley maschile di A/1 a Parma.
Alle 8.00 squilla il telefonino era “Mimmo”: Gino siamo su tutti i giornali; espulso l’operatore RAI che inquadrava il fondo schiena di Maurizia Cacciatori della Foppapedretti, grande giocatrice (figlia dell’ex portiere del Perugia Calcio) e grande fisico.” Fusco mi spiegò di aver chiesto agli arbitri il motivo dell’espulsione del cameraman “aveva un piede dentro il terreno di gioco e per l’ultimo, recente regolamento sul campo potevano esserci solo le atlete”. Ricostruii mentalmente l’accaduto durato pochi secondi e ricordai che in quel tempo la Cacciatori con le mani dietro la schiena chiamava o indicava gli schemi alle compagne. L’operatore dietro la Cacciatori (quello espulso era dalla parte opposta del campo) dal fondo campo mi propose l’inquadratura e io indugiai per tutto il tempo che l’atleta gesticolò; 4/5 secondi al massimo. E qui, secondo me, entra in gioco l’ufficio stampa della Monte Schiavo Jesi che, forse, nel comunicato accennò all’espulsione del cameraman e alle accattivanti immagini del fondo schiena della Cacciatori,
Poco dopo mi telefonò il capo tecnico del service delle riprese preoccupato per quanto poteva succedere all’operatore: £tranquillo-gli dissi- la responsabilità delle immagini è esclusivamente mia. L’operatore mi può proporre quello che vuole, ma sono io che decido quello e quanto mandare in onda”. Per la strada verso Parma Fusco mi chiamò di nuovo dicendomi del successo di ascolti e della risonanza mediatica di quella inquadratura e della bellissima partita.
Arrivo a Parma dove il telecronista Francesco Pancani mi fece i complimenti per gli ascolti della partita e ironizzò sul “fondo schiena” degli atleti che presto sarebbero scesi in campo.
Il lunedì ero a Lucca per il posticipo di calcio serie C della Lucchese, Sul Corriere della Sera c’era un articolo che parlava della partita di Jesi e del fondo schiena della Cacciatori e del regista “Tinto Brass della pallavolo”, preoccupandosi delle sorti dell’operatore. Al che presi il telefono, chiamai il Corriere e mi feci passare il giornalista autore dell’articolo: “Ciao, sono il Tinto Brass della pallavolo”. “Ti sei arrabbiato – mi rispose – per come ho raccontato il fatto?”, “No, non per questo, ma per la tua incompetenza di televisione, perché l’operatore mi può dare l’immagine che vuole, ma è il regista che decide quello che andrà in onda e per quanto tempo.”
Parlai anche con il giornalista de Il Messaggero, responsabile del calcio, il perugino Roberto Renga -grande amico dai tempi del suo inizio carriera – complimentandomi per l’articolo preciso e puntuale del suo giornale.
Il lunedì sera, ospite del “Processo del Lunedì”, ne parlò con Biscardi, con cui più volte avevo lavorato per i collegamenti esterni della sua trasmissione,che disse:”…ma Gino è una persona seria, un bravo professionista. Senza dubbio quello che ha fatto lo ha fatto per il bene dello sport e rispettando le regole di ripresa televisiva”.
Solo in un secondo tempo seppi che l’allora presidente internazionale del volley femminile, un messicano, aveva non suggerito, ma imposto a tutte le squadre di esporre proprio sul fondo schiena delle atlete il logo dello sponsor principale.
Non ho mai parlato, dopo il fatto, con Maurizia; so che ebbe un colloquio telefonico molto cordiale con l’allora direttore di RAI SPORT e mi risulta che abbiano parlato soprattutto del notevole indice di ascolto della partita, non certo dovuto all’episodio, ma all’agonismo e al valore delle atlete in campo e che erano abituate ormai a certe inquadrature e a certe foto.
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2 Comments
paolo.dazzi39@gmail.com
Agli onori della cronaca Maurizia Cacciatori nostro socio onorario.
Una vera “Stella” nel volley . ..innarivabile ed indomabilevcapitana
ed ora un grande mamma.
Panathlon D.I.
Paolo non ti scappa proprio niente