–Il Panathlon Padova si tinge d’Azzurro. Sino al 6 luglio nella Città del Santo si terrà una mostra sul mondo dello sport dallo storico colore sabaudo.
-di Renato Zanovello Emerito Presidente Panathlon Padova–
Dopo i mesi più duri della pandemia da Coronavirus rifiorisce anche il mondo dello sport a Padova e nel Veneto. Infatti, dopo la consegna dei Premi Fair-Play Panathlon Padova, sabato scorso e’ stata inaugurata e rimarrà aperta al pubblico nelle mattinate dei prossimi sabati fino al 6 luglio compreso, presso lo stadio Euganeo di Padova ,la Mostra della maglia azzurra con le foto dei grandi campioni veneti . E’ una bella iniziativa del Coni Regionale presieduto da Gianfranco Bardelle, in collaborazione con il Panathlon di Padova guidato dall’infaticabile azzurro Fiorenzo Zanella, con l’appoggio dell’Assessorato allo sport del Comune e con l’adesione di altre Associazioni benemerite quali Azzurri d’Italia e Veterani dello sport.
Il fascino della maglia azzurra non fa distinzioni di genere, di razza o quant’altro. Elisa Bartoli, calciatrice della Nazionale femminile, afferma che la maglia azzurra e’ un sogno, un privilegio, una responsabilità inquantochè chi la indossa rappresenta l’Italia e non si può sbagliare, si dev’essere felici e cercare di andare avanti con il sorriso. Le fa eco la sua capitana di nazionale, Sara Gama, che rivela il volto dell’Italia già globalizzata. La maglia azzurra è qualcosa d’impareggiabile, facendo vivere e trasmettendo emozioni assai forti, è il punto d’arrivo per ogni atleta, come ricorda Roberto Baggio, il divin codino .
Per la storia, fu il calcio ad adottare per primo la maglia azzurra quale simbolo di appartenenza all’Italia, in occasione della partita Italia – Ungheria (0 – 1), giocata all’Arena di Milano il 6 gennaio 1911. La scelta del colore azzurro e’ dovuta al fatto che esso rappresentava, fin dal 1360, il colore del casato dei Savoia, dinastia allora regnante in Italia. La maglia azzurra rimase poi per alcuni anni limitata all’ambito calcistico, poiché’ solo a partire dai Giochi della X^ Olimpiade del 1932 tutti gli atleti italiani delle varie discipline sportive adottarono l’azzurro anche se Mussolini nel 1935 lo sostituì per un breve periodo con il colore nero del regime. Personalmente poi conservo con una certa venerazione laica una maglia azzurra, donatami dal capitano della nazionale calcistica Riccardo Carapellese, il “re della serpentina” che, negli anni di maggior fulgore, ebbe un riconoscimento equivalente all’attuale “Pallone d’oro” per il ruolo di ala sinistra, in base ad un referendum indetto intorno all’anno 1950 tra i giornalisti sportivi italiani e stranieri, come ci tramandano le cronache dell’epoca.
Magica maglia dal colore azzurro come il cielo limpido del creato! Ci fai sentire un po’ di Dio, canterebbe Ligabue.