–di Roberto Gerosa-
In questo articolo ci addentreremo nella curiosa e particolare storia di una vetturetta costruita dal 1947 al 1961. E’ tempo di guerra e gli stabilimenti della Renault sono presidiati dai soldati tedeschi e preposti alla costruzione di automezzi ad uso bellico. In questo contesto, nel 1941 iniziò il progetto della Renault 4 CV che fu gelosamente custodito, inizialmente anche dallo stesso patron Louis Renault. Non va dimenticato che tutti i Paesi Europei sarebbero poi stati colpiti dalla crisi economica post bellica e l’esigenza era di costruire e vendere una vettura dalle caratteristiche precise: economica, pratica, affidabile e di dimensioni contenute.
Un primo prototipo fu costruito nel 43’ e un secondo, sempre a due porte e con spazio interno per quattro persone, nel marzo del 44’. Nello stesso anno morì Louis Renault, dopo essere stato denunciato ed incarcerato per tradimento in quanto costruiva mezzi bellici, e sarà sostituito da Pierre Lefaucheaux. La nota curiosa è che, essendo quest’ultimo alto 1 metro e 90 circa e trovando difficoltà ad entrare nei sedili posteriori di questo prototipo a due porte, chiese (anzi impose) che la vettura dovesse avere anche due porte posteriori; fu così che, nel novembre del 45’, nacque il terzo prototipo a quattro porte. Presentato al Salone di Parigi nel 1946, ottenne ampio riconoscimento, per le quattro porte in primis e nell’ agosto del 47’ furono costruiti i primi esemplari destinati alla vendita. Negli anni successivi furono costruiti svariati modelli: normale, luxe, grand luxe, décapotable, affaires e sport.
La Renault 4 CV venne utilizzata negli anni anche dalla polizia parigina, nei Paesi del Marocco e Tunisia come taxi ed alcune vetture costruite appositamente per il soccorso stradale in occasione di importanti manifestazioni sportive.
A tal proposito, questa “petit ravageur” partecipò a diverse gare come il Rally di Montecarlo, la Liegi Roma Liegi, il Tour de France, la 24 Ore di Le mans, la 12 Ore di Reims e tante altre, senza dimenticare l’ambita Mille Miglia, piazzandosi al primo posto di classe nel 1952. Una seconda nota curiosa è quella che, avendo inizialmente il motore una cilindrata superiore ai 750cc (760), in alcune gare dove la categoria turismo era compresa in cilindrate da 751cc a 1100, trovava grosse difficoltà di piazzamento e così la cilindrata fu ridotta a 747cc facendola rientrare nella diversa categoria fino a 750, permettendole ottimi piazzamenti.
Personalmente, ricordo come fosse oggi l’occasione in cui ebbi modo di provare una elaborata 4 CV, anni fa, in occasione di una rievocazione storica di corsa in salita. Fu un’esperienza dicotomica: entusiasmante e da ricordare per come la vettura filava e con rombante motore coinvolgeva il pubblico in una calda giornata di sole; da dimenticare in quanto a metà gara del secondo giro ed a circa 5 km dall’ arrivo, la vettura iniziò a perdere colpi e piano piano si fermò. Da corretto sportivo accostai per lasciare spazio agli altri in gara e, dopo aver preso la piccola borsa degli attrezzi, scesi cercando di capirci un po’. In quei momenti non si è certo rilassati non solo per la imprevista fermata, ma anche perché, con il continuo passaggio degli altri corridori, la tensione e il sudore sulla fronte aumentava. Provai a controllare, dopo aver levato la calotta dello spinterogeno, lo spazio delle puntine platinate rilevando che tutto era a posto. Pensai che il problema fosse allora nella pompa della benzina, probabilmente surriscaldatasi. Chiesi gentilmente a persone del pubblico che bivaccavano ai lati del percorso, una fresca bottiglia di acqua e la versai sulla pompa che raffreddando la membrana mi permise poi di ripartire ovviamente con tempi di arrivo penalizzati.
All’ epoca, anche la produzione di serie ebbe un risvolto sportivo in quanto furono costruite una settantina di 4 CV con specifiche caratteristiche per poter essere omologate e partecipare a gare sportive. Alcune di queste furono ulteriormente modificate, grazie ad accordi commerciali con la Società Alpine ed ai loro tecnici e alle elaborazioni dei motori del ben noto Gordini (come Abarth fece con le Fiat) portando le potenze dei motori dai 21 CV agli incredibili, per allora, 43 CV. Oggi queste ultime vetture sono ormai introvabili, vuoi per la gelosia di alcuni loro proprietari che preferiscono godersele in proprio, vuoi perché diverse andarono distrutte durante le varie gare, o peggio, perché furono tristemente demolite.
Nella foto 1 : una 4 CV (couleur bleue) preparata per una gara di velocità, senza paraurti e con dei nastri adesivi sui vetri dei fanali a tutela dei possibili sassolini sul percorso.
Nella foto 2 : un motore di una 4 CV del 1958, recentemente restaurata, dove si intravvedono due particolari, non di serie : una marmitta speciale che definiremo 4 a 1 e un copri punterie in alluminio per un miglior raffreddamento .
Nella foto 3 : una 4 CV pronta per una gara di regolarità. Si notino delle striscioline nere di nastro adesivo applicate sulla carrozzeria utili al pilota per “puntare” il pressostato (tubo in gomma) posto sulla strada, che, la pressione del pneumatico della ruota passandoci sopra, farà scattare il tempo sul cronometro collegato.
2 Comments
Quintarelli Silvano
Gli articoli di Roberto Gerosa sono molto godibili perché uniscono ad una precisa e puntuale disamina degli aspetti tecnici alcuni gustosi aneddoti storici e privati che conferiscono loro la pennellata impressionistica della realtà vissuta. Mi riferisco per esempio al Patron alto 1.90 e alla bella storia della bottiglia d’acqua ma anche alla rievocazione dell’episodio vissuto da bambino nell’articolo su la Mille Miglia. Attendiamo i prossimi articoli con la speranza che siano sempre infarciti da questi gustosi ricordi storici e personali.
Panathlon D.I.
Grazie Signor Quintarelli per avere apprezzato l’articolo di Roberto Gerosa, che ci legge in copia. L’appuntamento con Ruote d’Oro è quindicinale.
Il continuo riscontro, di cui gode questa rubrica, ci gratifica invogliandoci a migliorare le pagine di PANATHLON PLANET.
Un cordiale saluto,
Massimo Rosa/Direttore