-di Francesco Schillirò-
Ad ogni azione segue una reazione uguale e contraria, in questo caso di “misura coercitiva volontaria o non”.
Le reazioni potevano essere le più diverse, ma la Nazione ha risposto in modo corretto alle condizioni modificate di modus vivendi rispettando quanto disposto dai DPCM e dai vari Governatori e Sindaci.
Non abbiamo più avuto libertà di fare quel che più aggrada; siamo stati impossibilitati a lavorare, a produrre, ad avere momenti di spensierato “convivium” e di amicizia.
Friedrich Wilhelm Nietzsche, affermava:” ciò che non mi distrugge mi rende più forte”; questo è un aforisma che ognuno di noi dovrebbe tenere ben in mente e fare proprio.
Ma, come si suol dire “non tutto il male vien per nuocere” e rimanendo nell’illustre filosofo “la felicità non ha volto ma spalle: per questo noi la vediamo quando se n’è andata!”; noi adesso ci accorgiamo di tutto quel che avevamo e che non apprezzavamo.
Il nostro pregresso modo di agire, consentitemi, è stato spesso un atto di violenza verso la natura, ed in questi oltre due mesi di “esistenza controllata”, abbiamo visto che la natura lentamente si è ripresa i suoi spazi, riportandoci in un ambiente sano, con colori ormai sempre più rari, con della flora e fauna che raramente prima vedevamo con tale semplicità.
Speriamo che questo periodo almeno ci serva da insegnamento per non ricadere negli errori comportamentali ed in quella corsa compulsiva ad avere quel che non si ha, trascurando quel che invece si ha “Liber inops servo divite felicior “.
Ritornando al titolo, sicuramente chi mi sta leggendo, si chiederà cosa c’entra la nostra rivista Panathlon Planet.
Posso senza ombra di dubbio affermare che è stata la mia compagna della giornata, coinvolgendomi sia nella lettura degli articoli scritti dai colleghi panathleti che nell’estensione e trasferimento dei miei pensieri in scrittura.
Mi ha fatto allontanare dalla quotidianità di medico ancora in attività; mi ha dato agli inizi della quarantena momenti di “allontanamento” da quei bollettini di “guerra”; mi ha fatto sentire attivo per l’Associazione Panathlon e quindi rispettoso dello spirito di servizio, che è in ognuno di noi panathleti.
Il nostro direttore Massimo Rosa, come si suol dire “ci ha messo la sua” e consentitemi l’ardire, lo paragono ai “musici” nelle Galee, che con il tamburo dà il tempo di vogata a noi che siamo dei “buonavoglia “
Infatti appena finito un articolo dice “adesso cosa mi scrivi?” E sono convinto che lo faccia con tutta la redazione.
Però, dobbiamo dare atto che tutti insieme, stiamo facendo un eccellente lavoro non solo per la nostra rivista, ma anche per una azione divulgativa della nostra ASSOCIAZIONE Panathlon International e sul Distretto Italia.
Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno (madre Teresa di Calcutta).
Light up Panathlon
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