L’Editoriale di Francesco Schillirò
La domanda che ci dobbiamo porre è, che significa fare giornalismo?
La risposta che ognuno di noi si deve dare è : diffondere una notizia che ha stimolato la curiosità di voler sapere di più su qualche cosa di cui si è giunti a conoscenza.
Questa è la caratteristica peculiare del giornalismo di informazione.
I tempi sono cambiati ,non si è più ai “penny press,nati nel 1830 negli Stati Uniti ,ma piano piano,si è arrivati al giornalismo dei nostri tempi che attraverso il “broadcasting”spesso “brucia” la notizia rendendola “vecchia “dopo poco tempo.
L’on Line ha reso meno appetibile la carta stampata ,che per mia personale considerazione ha sempre il suo fascino e profumo di stampa che già ti faceva pregustare lo sfoglio e lettura.
Tutto corre velocemente ,non essendoci le lungaggini della stampa,dell’impacchettamento e ripeto dell’odoroso giornale con l’ultima fase della divulgazione.
Mi ricordo che negli anni 70, trasferitomi a Napoli dalla Sicilia,attendevo ‘l’una di notte per comprare dagli strilloni ,i giornali appena usciti dalle rotative.
Nel caso del nostro giornale “Panathlon Planet” on Line per la solerzia del nostro direttore ,abbiamo subito la soddisfazione di leggere il nostro “prodotto”.
In questo periodo “pesante” il nostro giornale,non ha trattato solo notizie sportive ,visto anche il lockdown ,ma anche nella specificità degli argomenti sportivi,si è cercato di “attirare” l’attenzione dei lettori, alternando notizie su eventi appena occorsi (dovuti al fatto che sui social la notizia ,per avere un buon riscontro mediatico,deve essere attuale) a informazione cosiddetta “narrativa”,molto utilizzata in questo periodo di quarantena,,abilmente infarcita di significative immagini ,dal nostro direttore Massimo Rosa.
Per chi “mastica “ un po’ di giornalismo,sa che le tecniche espositivo-narrative,si basano su tre forme :”fact story( l’evento al centro)” ,action story(sviluppo dell’evento), quote story(dichiarazioni di personaggi).
Io,nel mio piccolo,di giornalista dell’ultima ora,cerco di abbracciarle ,anche se non so con quale risultato,tutte e tre.
Le valutazioni sul tuo operato,sono di chi legge,che ha tutti i diritti di critica.
Come ho sempre sostenuto la soddisfazione di fare giornalismo narrativo,si ha nell’impegno che hai profuso nell’ideare,elaborare ,mettere i pensieri su carta (si fa per dire) ,creando una striscia che ti farà piacere leggere.
In conclusione ti devi creare la traccia e non avere una “notizia” da sviluppare.
“Non sono d’accordo con quello che hai da dire, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo “ (Voltaire)