–di Adriana Balzarini-
… da poco usciti dalla I Guerra Mondiali e anche dalla pandemia della “spagnola”, che aveva fatto più vittime della Guerra stessa, lo sport diede speranza e voglia di ripartire a vivere!
I Giochi si svolsero dal 14 agosto al 12 settembre 1920 anche se dal 23 al 30 aprile, si erano svolte, sempre nella città fiamminga, i tornei olimpici di hockey e pattinaggio su ghiaccio. Così dopo la cancellazione dell’Olimpiade del 1916 che si sarebbe dovuta svolgere a Berlino, si scelse di affidare i Giochi a una delle nazioni più colpite dalla Grande Guerra: il Belgio. La città di Anversa fu una scelta meritoria anche se la città si stava riprendendo lentamente e faticosamente, come del resto tutto il Belgio, dalle enormi ferite provocate dal conflitto; l’idea di scegliere questa città al posto di Bruxelles venne grazie alla sollecitazione al C.I.O. dal Presidente del circolo della spada della città, Charles Cnoops. Nei quattro anni di guerra gran parte del Belgio, terreno di scontro cruento, era stato distrutto ma nonostante questo Anversa risulterà la città che ha saputo organizzare i Giochi nel minor tempo possibile dal momento dell’investitura, un intervallo di tempo davvero breve che andò fra l’8 aprile 1919 e il 23 aprile 1920, data quest’ultima in cui iniziò il torneo di hochey su ghiaccio, organizzato per la prima e ultima volta nei programmi dei Giochi estivi. Fu presa la decisione di escludere dai Giochi non invitandoli i paesi sconfitti nella Prima Guerra Mondiale Germania, Austria, Ungheria, Bulgaria e Turchia. La Germania, in segno di protesta contro l’occupazione francese della regione della Ruhr, in seguito non prenderà parte nemmeno ai Giochi Olimpici di Parigi del 1924. La Russia invece seppur invitata a partecipare, rifiutò per motivi politici, partecipando per la prima volta soltanto nel 1952ai Giochi di Helsinki.
I Giochi diventarono portatori di valori positivi: fu ad Anversa che per la prima volta venne recitato il Giuramento olimpico, onorato di questo momento storico fu lo schermidore Victor Boin , pallanuotista nei Giochi del 1908 e 1912. Inoltre la Bandiera olimpica con i suoi cinque cerchi apparve per la prima volta durante la sfilata e ogni nazione ebbe un alfiere locale che reggeva il cartello con scritto il nome della nazione che precedeva il portabandiera e la squadra. La cerimonia ufficiale venne aperta dal re Alberto del Belgio , in divisa da soldato senza decorazioni.
Il portabandiera per l’Italia fu Nedo Nadi, vincitore nel fioretto individuale appena diciottenne ai Giochi precedenti di Stoccolma nel 1912, oltre ad essere il capitano della squadra italiana di scherma, squadra scelta da lui personalmente. Alla fine della cerimonia di apertura dei Giochi si vide per la prima volta anche la liberazione delle colombe bianche a simboleggiare una pace ritrovata. Molte, forse troppe furono le discipline in programma, con il risultato che i Giochi durarono da aprile a settembre che portarono alcune ad essere ignorate dal pubblico. Se nuovi sport videro la loro presenza ai Giochi di Anversa (hockey su prato, vela con 21 gare, 21 gare di tiro, ma anche la richiesta di effettuare hochey su ghiaccio abbinato ad una gara di fondo fortunatamente, programma quest’ultimo eliminato in estremis). Bisogna dire che all’inizio ci furono molte esitazioni, per via degli incidenti di Pietri nel 1908 e di Lazáro nel 1912, anche il programma di mantenere l’organizzazione della maratona ma alla fine si decise di non sopprimere la gara. Per i Giochi fu ricostruito uno stadio in poco tempo intitolato al generale Pershing, comandante delle truppe americane in Europa, la pista per atletica e la piscina di 50 metri. In una atmosfera di austerità gli organizzatori cercarono di offrire l’accoglienza agli atleti facendoli dormire su dei pagliericci in locali all’interno di edifici scolastici da dove alla mattina venivano prelevati e portati con degli autocarri militari sui luoghi delle gare; anche le medaglie date ai vincitori, visto le carenze finanziarie, furono in argento dorato. Furono 2663 gli atleti presenti fra cui 76 donne. Per la prima volta ufficialmente anche per l’Italia fu presente una donna: Rosetta Gagliardi, tennista. L’Italia vinse grazie ai suoi atleti 13 ori, 5 argenti e 5 bronzi. Protagonista assoluto fu Nedo Nadi che conquisto 5 medaglie d’oro e venne, con un bellissimo gesto di fair play, portato in trionfo dagli stessi avversari.
Nei prossimi giorni approfondimenti dei personaggi protagonisti e delle curiosità.
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