-di Massimo Rosa–
Regola numero uno: NON TESSERARE GIOCATORI CATTOLICI O NON PROTESTANTI, tacito comandamento che vige nel Linfield Football & Athletic Club di Belfast, conosciuto nel mondo del calcio internazionale più semplicemente come Linfield F.C.
LA NASCITA
Non stupitevi di quanto avete appena letto, poiché la società fondata nel 1866 è nata a matrice protestante.
I suoi fondatori furono infatti degli operai della fabbrica dell’Ulster Spinning Company’s Linfield Millk, protestanti e di fede unionista e lealista alla corona britannica, che negli anni caldi del XX secolo erano affiliati ai corpi militari anticattolici nella terribile guerra civile tra le due fazioni religiose.
Le prime partite, siamo attorno al 1899, furono disputate nel retro della fabbrica non appena gli operai avessero cinque minuti di tempo libero. Poi, una volta, divenuto una realtà del calcio North Irish, il Linfield si spostò dapprima nella Ulster Avenue e successivamente nel 1904 allo stadio Windsor Park. Da lì fu e lo è ancora il protagonista principe del calcio irlandese del nord.
IL LIENFILD NELLA STORIA
La prima partita inaugurale si disputò il 2 settembre 1905 contro il Glentoran. Da quel giorno ai giorni nostri il Windsor Park Stadium è sempre la casa dei Blues.
Il Linfield è una squadra plurivincente avendo fatto razzia di titoli e trofei nella sua ultracentenaria storia, basti pensare che nel 2017 ne mise in bacheca ben sette.
Che i Blues siano grande parte della storia nordirlandese del calcio lo testimoniano i numeri da record del suo pedigree: l’ex capitano Noel Bailei giocò 1013 partite con la gloriosa maglia dei Blues, vinse dieci campionati e sette Coppe d’Irlanda; il coach più vincente fu Roy Coyle dal 1975 al 1990 si aggiudicò trentuno trofei.
Il 6 aprile 2011, battendo il Lisburn Distillery, il Lienfield si è appuntato il cinquantesimo scudetto, successivamente ne ha vinti altri tre. Nei suoi 130 di storia il totale dei trofei conquistati dai Blues è di 219, che ne fanno la seconda società al mondo per numero di titoli e coppe vinte, la prima è la Al Ahly del Cairo, che non mancheremo di raccontarvi prossimamente.
Le partite della nazionale sono disputate al Windsor Park, dove il Linfield percepisce il 15% degli incassi. Questa situazione è motivo di contestazione da parte degli altri club, poiché la voce “Nazionale” permette al Linfield di avere una maggior disponibilità di denaro da investire nell’acquisto di giocatori forti, che gli altri non sono in grado di acquistare per la povertà di fondi.
La situazione religiosa tra cattolici e protestanti, quest’ultimi sono la classe più abbiente dell’Irlanda del Nord, ha portato spesso la violenza delle rispettive tifoserie dentro e fuori lo stadio.
Negli ultimi anni però si sta tentando di rimediare al pesante passato aderendo alla campagna promossa dalla federazione “Give Sectarianism The Boot” (Diamo un calcio al settarismo).
The Blues Brothers
Nel Regno Unito sono tre le squadre definite Blues: il Chelsea, il Linfield e i Rangers, tutti e tre sono club a forte connotazione protestante. Durante le partite i rispettivi pubblici cantano “God save the Queen” a rimarcare il lealismo verso la corona.
All’Ibrox Park dei Rangers vi è un quadro la cui immagine è Queen Elisabeth II, che i calciatori colpiscono con un buffetto portafortuna prima della partita.
I Blues per evidenziare il loro status disputano durante l’anno diverse partite amichevoli tra loro.
Abbiamo voluto raccontarvi la storia del Linfield F.C. perché è una storia di anacronismo moderno, dove la religione ancora divide persone dello stesso Paese dalle stesse storiche radici, utilizzando anche lo sport.
Eppure ancor’oggi in Irlanda questo retaggio di forte contrasto religioso sopravvive come se fossimo ai tempi di Enrico VIII, il fondatore della Chiesa d’Inghilterra.
Una realtà che fa a cazzotti con il nostro “Ludis Iungit”.
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