–di Francesco Schillirò–
La Juventus ha avuto allenatori che ne hanno fatto la storia. La maggior parte di noi, indica per numero di vittorie in ordine di successi, Trapattoni, Lippi, Allegri, Conte.
Per onor della verità dobbiamo rammentare, a pieno diritto, un altro grande allenatore, Carlo Carcano detto Carlìn , preparato ed innovativo ,ha fatto vincere alla “Vecchia Signora “quattro scudetti di seguito dal campionato 1930/31 al 1933/34.
È stato da alcuni definito il” vincitore di quattro scudetti e mezzo” perché metà del quinto scudetto del campionato 1934/ 35 è da attribuire a “Carlìn”, che nonostante un ottimo inizio di campionato, e la squadra a due punti dalla prima, improvvisamente il 10 dicembre 1934 con una breve nota ufficiale è stato esonerato dal Presidente Edoardo Agnelli e dal suo vice il Barone Giovanni Mazzonis . L’ultima sua partita in panchina è stata il 2/12/34 versus la Triestina, finita a reti inviolate.
Da questo momento nasce il “fumus “prima velato e successivamente diradatosi sul personaggio e sulle sue tendenze, cancellando tutto quello di buono ed innovativo che aveva fatto, sfruttando le sue fini doti di psicologo e la capacità di amalgamare i giocatori riuscendo a cavarne il meglio.
Infatti negli anni di sua conduzione tecnica, la Juventus, con pochi innesti, su un blocco solido aveva ottenuto quei risultati che per molti anni non sono stati superati.
Forse Carcano è stato uno dei primi, oggi, a fidelizzare i giocatori, ottenendo i risultati, senza l’attuale tourbillion di cambiamenti alla ricerca dell’optimum.
Carcano alla Juventus ha portato Giovanni Ferrari dall’Alessandria. Nel 1931 arrivò l’oriundo argentino Luis Monti, definito per la sua mole “armadio a due ante”.
Nel 1932, fece esordire all’età di diciassette anni, come centravanti Felice Placido Borel, soprannominato “farfallino” per il curioso movimento ad “ali” delle braccia.
In quell’anno “farfallino” segnerà 29 gol in 28 partite.
Vittorio Pozzo, fu uno dei primi validi estimatori dì Carcano e nel 1928 disse:”che si possa riporre pienamente fiducia in elementi nostrani per la disciplina, l’insegnamento e l’organizzazione del gioco, è dimostrato da un esempio per tutti: Carcano”.
Giusto riconoscimento, “di chi di calcio ne capiva”, ad un ottimo mediano che già aveva iniziato la carriera di allenatore.
Ai mondiali del 1934, Carlìn sarà l’assistente di Vittorio Pozzo e i suoi giocatori, saranno l’ossatura di quella squadra campione del mondo.
Gianni Brera nel Settembre 1986 ad una domanda di un lettore di Repubblica, rispose:” Di esteti pedatori ne ricordo uno Carcano, centromediano milanese dell’Alessandria. In pensione presso la famiglia Ferrari, allevò Giovannino e lo volle con se in Juventus. Ebbe seri fastidì quando scoppiò lo scandalo intorno a Farfallino Borel, denunciato per gelosia da un consigliere “…………..”. La cosa più divertente di quella Juventus , fu la scoperta dei vizi montiani.
Il mio amico Ippolito, centravanti della rappresentativa torinese (io ero centromediano di quella milanese),mi riferì di un goffo litigio tra Monti e Varglien I,
Due gagliarde… a suo dire.
Il giornalista catanese Alfio Caruso sul suo libro “Un secolo azzurro”, monografia sui cent’anni della Nazionale, a pagina 139 dedicò un paragrafo alla vicenda:” L’omosessualità di Carcano era diventato un problema.
Un suo calciatore raccontava sorridente nei ritrovi torinesi: mai abbassare i pantaloni davanti a lui.A far esplodere Il caso, la denuncia di alcuni dirigenti bianconeri…
Nella realtà pare che proprio gli indignati difensori della morale, ambissero alle grazie di “farfallino”.
Agnelli, ha avuto la forza di evitare lo scandalo, il regime ha però preteso che venisse cancellata l’onta”.
Anche qui si potrebbe aprire una discussione su chi era nelle grazie e celava le sue tendenze.
All’onore delle cronache, spesso saliva la famosa “giacchetta di daino” simbolo di una raffinata eleganza, a quei tempi inconcepibile.
Come successivamente scriverà Umberto Maggioli su “Hurrà Juventus” la giacca proveniente dall’America, era stato un omaggio di Mario Varglien ,(che l’aveva avuta regalata da un cugino marittimo sulla rotta per New York),in risposta alla delicatezza dell’allenatore che ,avendo avuto omaggiato dai dirigenti del Genoa ,12 confezioni dei famosi canditi genovesi “Capurro”,per se e gli undici giocatori che erano scesi in campo, a sue spese comprò una identica scatola per Varglien, che infortunato ed era venuto in trasferta come dodicesimo.
Grande prova di sensibilità di entrambi.
Mi piace concludere questa striscia, con una frase di Kyle Allums:” l’atleta trascende dal sesso-la forza ti viene dal cuore e da come ti impegni.
Lo sport parla di vittorie, di competizione, di rispetto, di cuore e di lavoro di squadra.
Come giochi dipende da te e non da come sei fatto sotto la maglietta”.
Nel 2014 a Carlo Carcano, viene conferita alla memoria, la Hall of Fame del calcio italiano.
Iniziativa promossa dalla FIGC e dalla Fondazione “Museo del Calcio di Coverciano, per il riconoscimento e la valorizzazione del patrimonio, della storia, della cultura e dei valori del calcio italiano.
Giusto riconoscimento ad un grande tecnico.
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