Carlo Vittori ha scritto pagine memorabili dell’atletica italiana |
–A dicembre saranno trascorsi cinque anni dalla scomparsa del Professor Carlo Vittori, simbolo dell’Atletica Leggera Italiana. Il nome di Vittori è indissolubilmente legato a quello di Pietro Mennea, indimenticato velocista di Barletta più noto come ‘La freccia del Sud’.
–di Valerio Rosa
Carlo Vittori nato ad Ascoli Piceno nel 1931 e deceduto nel 2015, è stato un vero Maestro dello sprint tricolore. Insieme a Mennea ha formato una delle coppie vincenti dello sport italiano, immortalata su libri e su pellicole cinematografiche. Tra queste, la miniserie TV ‘Pietro Mennea – La freccia del Sud’ con regia di Ricky Tognazzi e con Luca Barbareschi nei panni di Carlo Vittori. Mennea e Vittori sono stati due uomini dal carattere forte, capaci di furiosi litigi, ma anche di eccezionali vittorie. Vittori ha legato il suo nome anche al Centro di Preparazione Olimpica ‘Bruno Zauli’ di Formia dove per anni ha insegnato i suoi metodi di allenamento a tanti giovani campioni e dove è tornato l’ultima volta a pochi giorni dalla sua scomparsa, in occasione delle celebrazioni del 60° anniversario della fondazione.
Vittori si era affermato in gioventù come sprinter, arrivando a vestire la maglia azzurra per otto volte, tra il 1951 e il 1954 (nel 1952, anche la partecipazione ai Giochi di Helsinki), ma solo successivamente, a bordo pista, nel ruolo di allenatore, il Professore ha contribuito a scrivere pagine memorabili per la velocità italiana. Ben 46 medaglie vinte dagli sprinter azzurri in quegli anni d’oro. Vittori è stato un vero rivoluzionario dello sport ed ha apportato metodologie di allenamento innovative abbinate a una disciplina maniacale. Il tutto racchiuso nel suo libro ‘Nervi e cuore saldi’ dove ha ribadito le sue convinzioni tecniche e quel culto della ‘resistenza alla velocità’, pezzo forte dello ‘sprinterismo’ italiano: ripetute su distanze brevi, con recuperi cortissimi, due volte alla settimana. E a tutto poi si è aggiunto l’elemento motivazionale considerato da Vittori il vero contrasto al doping, nemico giurato del Professore. Impossibile dimenticare gli allenamenti eseguiti in sella ad una vespa per seguire da vicino ogni singolo movimento dei muscoli di Pietro Mennea e le urla che accompagnavano ogni seduta atletica.
Nessuno è mai riuscito a capire quando Vittori e Mennea si sono incontrati per la prima volta. A distanza di anni anche i loro ricordi si sono spesso sovrapposti. Nel 2011 al Galà dello Sport organizzato al Teatro Ventidio Basso dall’assessore Massimiliano Brugni del Comune di Ascoli, Mennea ricordò che probabilmente si erano conosciuti nel 1979 proprio nella Città delle Cento Torri durante una gara sui 300 metri dei Campionati Italiani Giovanili al campo Scuola Bracciolani. Certo è che i successi ottenuti in seguito li hanno inseriti di diritto tra i più grandi protagonisti dello sport azzurro. E il record ottenuto da Mennea nel 1979 sui 200 metri piani percorsi in 19″ e 72 alle Universiadi di Città del Messico, è stato per 17 anni il Record del mondo e costituisce ancora oggi il Record di un atleta europeo.
Tra la fine degli anni 70 e l’inizio degli anni 80 la scuola di velocità italiana guidata dal Professor Carlo Vittori ha raggiunto il suo punto più alto. Oltre agli straordinari successi di Pietro Mennea (il primato mondiale dei 200 di Messico 1979, l’oro olimpico di Mosca 1980), è infatti arrivata anche la medaglia d’argento mondiale della staffetta 4×100 a Helsinki 1983, con il quartetto azzurro (Tilli, Simionato, Pavoni, Mennea) incastrato tra gli Stati Uniti di Carl Lewis e le maglie rosse dell’Unione Sovietica: le due superpotenze, anche sportive, dell’epoca.
Ma Carlo Vittori non si è dedicato solo all’atletica. Decine di studenti e tecnici si sono formati sui testi firmati dal professore ascolano portando poi quella conoscenza e quella competenza, in tutto lo sport italiano. Vittori, grande amico di mister Carletto Mazzone e del discobolo Armando De Vincentiis, ha rimesso in forma un promettente ragazzo della squadra Primavera della Fiorentina reduce da un calvario chirurgico: Roberto Baggio. E il ‘divin codino’ non ha mai dimenticato che alla sua carriera calcistica ha contribuito anche il Professor Carlo Vittori.
Vittori pochi giorni prima di morire ha ricevuto dalla Federazione Atletica Leggera Italiana la sua più alta onorificenza: la Quercia al merito di III grado. Un premio a coronamento di una straordinaria carriera sportiva.
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