OXFORD & CAMBRIDGE
ESSERE BLUE, QUALE ONORE
Uno status che ti porti dietro tutta la vita
di Giuliano Tofanin
Oxford o Cambridge, questo è il problema. Se Shakespeare avesse potuto, probabilmente tra i suoi innumerevoli versi troveremo anche questi. Da sempre infatti la rivalità quasi fratricida tra le due più importanti e conosciute università a livello anglosassone ha fatto delle competizioni sportive una via galante per stabilire chi, nelle diverse discipline, sia la regnante, almeno per quell’anno.
Accade cosi che ogni anno in Primavera, dopo mesi passati a sudare e sputare sangue per l’onore della propria università, baldi giovani si ritrovino a competere in diverse attività sportive cosi come accadeva più di 150 anni fa e tutti per un unico scopo: accedere all’olimpo dei Blue, l’elite dello sport universitario per antonomasia. Lo sport per eccellenza è il canottaggio con la storica e famosissima regata sul fiume Tamigi, dove i Rowers di Cambridge sfidano i Rowers di Oxford sui 6799 metri di percorso. Insieme al canottaggio negli sport per eccellenza, quelli che riservano ai partecipanti l’ingresso nell’olimpo dei Blue, vi è anche il rugby che come osò definirlo Oscar Wilde è un “gioco bestiale giocato da gentiluomini”; mentre il calcio, cui si riserva solo un mezzo Blue è “un gioco da gentiluomini giocato da bestie” e con esso vi sono altri sport considerati “minori” come il tennis, il pugilato e il tiro con l’arco.
Ciò che però si può osservare subito con chiarezza è che l’attaccamento al gruppo, all’università, quasi come una seconda pelle, non ha gradi ne differenze. I ragazzi che praticano sport per la propria università e che hanno anche l’onore di poter sfidare gli acerrimi rivali di Oxford o Cambridge potranno per sempre riconoscersi come gli “Hawks” di Cambridge o i “Vincent” di Oxford e se meritevoli della giacca da Blue potranno indossarla ad ogni manifestazione o evento relativo all’università per tutto il resto della loro vita.
Comparato all’universo accademico italiano, quello britannico, fatto ancora di antichi legami e ricorrenze, sembra voler continuare ad avere una chiara visione dei motivi fondatori delle università e della loro capacità di unire attraverso lo spirito sportivo. Il tutto assume quasi un fascino nostalgico quando si guarda indietro e come nel film “l’attimo fuggente” ci si accorge che alla fine quelli che tengono alta la bandiera della loro università ora e chi la terrà in futuro non differiscono molto da chi la teneva alta in passato, “stesso taglio di capelli, pieni di ormoni, come voi, invincibili, come vi sentite voi.”.
Non si combatte per meriti accademici, quelli non vengono nemmeno presi in considerazione quando si vuol far parte dei “Falchi” o dei “Vincent”, si combatte forse si per il prestigio all’interno del campus e perché no, magari pure per qualche chicks in più, ma fondamentalmente si combatte perché quando sei li difronte alla storia, seppur solamente universitaria, sai benissimo che occasioni del genere non ricapitano due volte.
Giuliano Toffanin
Nel Glossario dell’Università di Oxford alla voce Blue si legge: “The Blue is the highest sporting achievement at Oxford and Cambridge, and is awarded only to members of certain sports clubs who have competed in the annual Varsity Match”.