Redazione “GIANNI BRERA”
-di Sara Perin-
È una lotta, una battaglia, una guerra, possiamo definirla in qualsiasi modo, ma è la realtà dei fatti: la situazione mondiale attuale è senza precedenti e ci ha colto tutti alla sprovvista, ci ha rinchiuso all’improvviso nelle nostre case, chiedendoci di resistere e di lottare, ma non abbiamo ancora capito bene contro cosa.
Chi, se non gli sportivi, è abituato a lottare fino allo stremo delle sue forze? A sacrificare tutto per raggiungere una vittoria da tanto sognata? A racchiudere in se stessi il sogno di tutti coloro che sono al loro fianco, per portali poi con sé sul gradino più alto del podio?
In questo periodo surreale tutti sono diventati atleti, tutti sono chiamati ad essere sportivi del massimo livello: dai medici in prima linea, agli infermieri, a coloro che lavorano nei supermercati, i camionisti, i farmacisti, per non parlare di coloro che hanno la responsabilità di prendere le decisioni, quelli le cui firme decretano il futuro di una nazione intera.
Oggi più che mai i valori dello sport e quelli della vita sono fusi, si sono mescolati e si sono stretti tra loro, per lottare contro un destino ancora non scritto. Il sacrificio, il duro lavoro, il gioco di squadra, la lealtà e la fiducia che scendono in campo con qualsiasi atleta nei giorni delle loro gare più belle, sono oggi sparsi nei reparti di terapia intensiva del nostro Paese, sono entrati nelle anime già provate dei medici e pervadono tutta la nostra nazione, che canta a squarciagola dal balcone con il vicino che fino al giorno prima non salutava nemmeno.
Nonostante la chiusura di tutti gli impianti sportivi e il posticipo di tutte le competizioni, gli sportivi italiani si sono fatti sentire in altri modi, chi con donazioni, chi con raccomandazioni ai cittadini, chi si appresta a passare il tempo sui social per “fare compagnia“ ai tanti ragazzi soli che li seguono: sono proprio i nostri atleti a lanciare il messaggio #distantimauniti in tutti i social, appoggiati dal Governo e dal CONI, per insegnarci ancora una volta quanto sia importante rispettare le regole e quindi mantenere le distanze, ma sostenersi e non dimenticarsi dei propri compagni, men che mai nel momento del bisogno. Tutti si sono messi in gioco, da Marco Belinelli a Vanessa Ferrari, da Gianmarco Tamberi a Carolina Kostner, passando per Bonucci, Dovizioso, Bebe Vio e tanti altri: abituati ad essere sotto i riflettori per le loro battaglie sportive, oggi sono illuminati dal tricolore e da quell’orgoglio italiano che ci fa da guida in questi giorni bui.
Lo sport si conferma portatore e custode di tutti quei valori che la vita richiede quando si comincia a percepire la sua fragilità, quando la superficialità del quotidiano viene meno e si ha bisogno di una carica in più, di quello spirito agonistico che ci ricorda che bisogna lottare con i denti stretti e non mollare mai. Anche nella battaglia più dura, quella contro la morte, siamo tutti fratelli sotto un’unica bandiera e dobbiamo restare uniti (e in questo caso, restare a casa) per tornare a vedere la luce e ad essere liberi, perché “nessuno è bravo come noi con le spalle al muro, nessuno come noi sa rialzarsi quando sembra finita, quando si è ad un passo dal KO e ti devi aggrappare alle corde, è la nostra storia che ce lo insegna… Nessuno come noi in quei momenti, guarda l’avversario dritto negli occhi ed ha il coraggio di urlargli in faccia “noi non molliamo, noi siamo l’Italia, noi non siamo nati per perdere!”