Questa ragazza che vedete nella fotografia è Stéphanie Öhrström, la bionda svedesina attuale portiere della Fiorentina Women’s, un tempo anche del Verona.
Ebbene questa simpatica e brava atleta ama la scrittura, la ama a tal punto che recentemente ha scritto una favola per bambini: ”Elisa & Bella Francavilla”.
Ma questa non è la prima volta che Stéphanie si cimenta nella lingua di Dante, già lo aveva fatto quando giocava a Verona. Era accaduto, dopo l’intervista che le avevo fatto, che le chiedessi se se la sentiva di scrivere su PANATHLON PLANET. Mi risposi subito di sì.
Così ideai la rubrica “Italia – Svezia, andata e ritorno”, Un vero e proprio blog di scambio sportivo e culturale con le avventure di una campionessa che ama viaggiare.
In sostanza Stéphanie raccontava lo sport svedese traducendolo quindi in italiano, io le raccontavo quello italiano che traduceva in svedese.
Stéphanie,giornalista, allo Stadio Marc’Antonio Bentegodi di Verona
La rubrica ebbe subito un riscontro positivo per la curiosità sollevata sia in Italia che in Svezia, soprattutto nella zona di Trelleborg dove Stéphanie è nata.
Qui di seguito vi diamo un saggio delle sue capacità di scrivana raccontando la storia della gara più famosa di sci nordico lunga 90 chilometri, la mitica Vasalopet, che, come sempre, si corre la prima domenica di marzo…proprio oggi.
Buona lettura.
VASALOPPET, SULLA SCIA DI GUSTAV VASA
La storia della più antica e affascinante gara del nord Europa che giunge, nel 2015, alla sua 91ma edizione.
La prima domenica di marzo si svolge la Vasaloppet, quest’anno giunta alla sua 91esima edizione. E’ senza alcun dubbio la gara più lunga ed affascinante del mondo, dove lo sport racconta la storia, novanta chilometri di avventura che portano gli appassionati protagonisti dalla città di Sälen a quella di Mora.
Quella della Vasaloppet è una vicenda che ha origine oltre cinquecento anni fa, esattamente nel 1520.
In quel tempo Svezia, Danimarca e Norvegia erano un’unica identità raccolta sotto l’Unione di Kalmar*. A capo di questa Unione vi era il re danese Cristiano II, chiamato dai sudditi svedesi “Cristiano il tiranno”. Se l’Unione in un primo momento era stata bene accetta, col passare del tempo il rapporto tra queste tre nazioni cominciò a logorarsi, soprattutto per il duro governare di questo monarca.
Il malcontento serpeggiava ovunque nella terra delle lunghe ombre svedesi, tra queste numerose persone che esprimevano il loro dissenso anche un certo Gustav Eriksson Vasa, che sarebbe inconsapevolmente assurto a protagonista della storia di questo Paese.
Per il suo aperto comportamento critico un bel giorno venne imprigionato, ma la prigionia non durò a lungo perché ben presto riuscì a fuggire.
La sua fuga s’indirizzò verso nord-ovest, cioè verso le Alpi, dorsale di confine naturale tra Svezia e Norvegia, dove sicuramente sarebbe stato maggiormente al sicuro. Lungo il tragitto incontrando una moltitudine di persone le invitava a ribellarsi al re. Era però un mordi e fuggi che non portava ad alcun risultato, troppa era la paura tra la gente.
Un bel giorno arrivò in Dalecarlia (La provincia nella Svezia centrale che confina a ovest con la Norvegia e le montagne. Nell’immaginario collettivo degli svedesi la Dalecarlia è più svedese degli ABBA e dell’IKEA insieme. Casette rosse, laghi scintillanti in primo piano, fitte foreste all’orizzonte. Caratteristici della Dalecarlia sono anche il tipico cavallo in legno, come si legge su Visit Sweden”).
Là, nella città di Mora, parlò ad una assemblea pubblica per tentare di convincere quei cittadini della bontà delle proprie affermazioni, invitandoli a rivoltarsi contro la corona. Purtroppo, com’era già accaduto altrove, non fu ascoltato. Ed incalzato dagli uomini del re fu costretto a riprendere gli sci, allora ed in quella stagione unico mezzo di locomozione, per raggiungere la Norvegia.
Il cavallo Dalahästar vera e propri icona della Svezia
Nel frattempo a Stoccolma re Cristiano II aveva convocato la nobiltà per cercare una via di conciliazione al malcontento che saliva di giorno in giorno. Ma, ancora una volta il monarca mostrò tutta la sua ferocia facendo decapitare il proprio padre ed ottanta aristocratici. Il tragico evento passò alla storia come “Il bagno di sangue di Stoccolma”.
Di lì a qualche giorno la notizia del bagno di sangue di Stoccolma si sparse per il Paese, arrivando anche nella città di Mora, quando Gustav se n’era già andato.
I cittadini finalmente reagirono, capendo la veritiera denuncia di Gustav Eriksson Vasa, inviando sulle sue tracce due provetti sciatori: Lars e Engelbrekt. Lo raggiunsero a Sälen e lo invitarono a tornare indietro per condurre la battaglia contro il tiranno danese.
Ci vollero comunque due anni di dure battaglie, era il 1521, per sbarazzarsi del sanguinario re. Il 6 giugno 1523 finalmente la Svezia diveniva un Paese libero, Gustav Eriksson Vasa era incoronato Re di Svezia.
Gli svedesi per ricordare lo straordinario Re Vasa gli dedicarono quei novanta chilometri da Sälen a Mora, dando vita alla mitica Vasaloppet, il must dello sci nordico.
Stéphanie Öhrström
*Il territorio comprendeva anche Finlandia e Islanda
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06 marzo 2015
Notizia redatta da Stephanie Ohrstrom