–di Andrea Ceccotti–
Vi volevo raccontare qualcosa su Gabriele Vianello soprannominato “Nane”.
Ci tenevo a farlo perché è stato uno dei più grandi giocatori italiani di sempre e anche perché ho avuto il piacere di conoscerlo personalmente.
E’ stato infatti nell’anno scolastico 1974/75 il mio insegnante di educazione fisica presso il Liceo Scientifico Guglielmo Oberdan. Vianello in quella stagione era a Trieste in quanto allenava la squadra del Lloyd Adriatico che militava nel campionato di basket di serie A2.
Ci deliziava in palestra giocando con noi e facendoci intravedere le sue innate doti di grande campione. Su nostre insistenti pressioni ci fece anche da coach nella rappresentativa scolastica, portandoci a vincere il titolo dei licei triestini.
Da studente non proprio “modello” lo ricordo con grande piacere in quanto agli scrutini di settembre mi salvò da una bocciatura certa e venni poi a sapere che convinse gli altri insegnanti determinati a bocciarmi, con delle motivazioni di grande spessore umano che li fecero recedere dalla loro decisione.
Provate a immaginare lo sbigottimento e la profonda tristezza che provai nel gennaio del 2005 quando giunse dalla Thailandia la notizia che era nelle lista dei dispersi del maremoto che aveva colpito il Sudest asiatico.
Per fortuna dopo ore di grande apprensione, visto che familiari e conoscenti non riuscivano a contattarlo e non ricevevano neanche alcun riscontro dalla Farnesina, Nane chiamò col cellulare la sua ex moglie che poi rassicurò tutti. Ex compagni di squadra della Reyer Venezia, del Simmenthal Milano e tutti gli appassionati di basket (compreso il sottoscritto), poterono finalmente tirare un sospiro di sollievo.
Il giorno del disastro si trovava su una collina e aveva vissuto il maremoto al sicuro.
Vianello nato a Venezia il 6 maggio del 1938 da giocatore era conosciuto per il tiro in sospensione (uno dei primi a effettuarlo in Europa) con la mano sinistra.
Guardia-ala di 1.93 fu un atleta superbo, un realizzatore devastante e, allo stesso tempo, forse il miglior difensore d’Italia.
Assomigliava effettivamente come giocatore a John Havlicek, grande campione americano sia nel football che nella pallacanestro.
Havlicek giocò sempre e solo per i Boston Celtics con i quali vinse 8 titoli NBA.
Vianello come Havlicek stupiva per l’incredibile resistenza e per il fatto di arrivare a fine gara con più forza rispetto all’inizio.
Cominciò a giocare nel settore giovanile della Reyer Venezia con cui debuttò in serie A nel 1956/57, a soli 18 anni. Venne subito ceduto alla Moto Morini Bologna dove giocò 2 anni. Fu quindi acquistato dall’Ignis Varese dove rimase 2 stagioni dal 1959 al 1961. Al suo secondo anno in squadra vinse il primo scudetto nella storia del club. Così l’Olimpia Milano tentò di acquistarlo ma per i contatti avvenuti tra Vianello e la società milanese già nel corso del campionato, la Federazione decise di tenerlo fuori dalla serie A per una stagione (1961-62).
Si allenò quell’anno con Varese e giocò in serie B con la Robur & Fides Varese, seconda squadra della città, che conquistò il campionato e la promozione in A.
Passato l’anno di sospensione, passò ufficialmente all’Olimpia.
Vestì la maglia di Milano dal 1961 al 1967. In quel periodo stabilì il record di punti segnati in una singola gara in serie A, 67, un numero impossibile da comprendere a quei tempi. Con Milano vinse 4 scudetti e si aggiudicò la Coppa dei Campioni nel 1965-66. E proprio in Coppa dei Campioni realizzò nel 1966 la prestazione che più resta scritta negli annali. Contro il Real Madrid segnò 40 punti permettendo all’Olimpia di ribaltare la differenza canestri e di qualificarsi per le Final Four.
Con la Nazionale italiana collezionò 127 presenze e prese parte a 3 Olimpiadi (Roma, Tokio e Città del Messico).
Nel 2011 venne inserito nella Hall of Fame del basket italiano.
Gabriele “Nane” Vianello fu veramente una meraviglia per la sua epoca.
2 Comments
SISTO CECI
ERA IL MIO CAMPIONE PREFERITO ALL’EPOCA DELLE SFIDE AL CALOR BIANCO IGNIS – SIMMENTHAL , LE SCARPETTE ROSSE DI MILANO , E CONCORDO CON TUTTO QUELLO CHE HAI SCRITTO , AGGIUNGEREI QUALCHE PRECISAZIONE , BILL BRADLEY, TANTO NOMINE ,SUO COMPAGNO DI SQUADRA NELLA COPPIA DEI CAMPIONI DEL 1967 DISSE CHE VIANELLO ERA L’UNICO GIOCATORE ITALIANO CHE POTEVA GIOCARE NELL’N.B.A. , POI , SECONDO ME , PER IL RUOLO E LE CAPACITA’ REALIZZATIVE PIU’ VICINO AL RUOLO DI JERRY WEST CHE NON HAVLICEK , POI J.H. ERA IL 6° UOMO , IL MIGLIORE DI TUTTI I TEMPI, DEI BOSTON CELTICS , VIANELLO ERA TITOLARE FISSO IN TUTTE LE SQUADRE IN CUI HA GIOCATO.POI ASPETTARE IL 2011 PER INSERIRLO NELLA HALL OF FAME ….MA DAI , AVREBBERO DOVUTO FARLO NEL 1980 ……..BELLISSIMO PROFILO PIENO DI UMANITA’ E AMMIRAZIONE , BRAVO , TI SALUTO E TI RINGRAZIO
Panathlon D.I.
“Mi fa molto piacere che tu abbia considerato Gabriele “Nane” Vianello il tuo giocatore preferito anche perchè dalle tue parole e dalle considerazioni che hai voluto fare, si capisce bene che te ne intendi e che sei un grande appassionato di basket. Ti invidio anche perchè tu hai avuto la fortuna di averlo visto giocare nelle mitiche sfide con l’Ignis che per anni hanno segnato la storia della nostra pallacanestro nazionale. Io allora ero ancora troppo giovane ma ho avuto “solo” la fortuna di conoscerlo e frequentarlo al liceo e ti posso assicurare che in me giovane studente e giocatore di pallacanestro, ha lasciato un segno profondo e in un solo anno mi ha insegnato veramente tanto, tecnicamente e umanamente.
Ritengo tu abbia ragione anche a paragonarlo più a Jerry West che non a Havlicek.
Ma io vorrei anche rilanciare i paragoni in tempi più moderni.
Che ne dici, a parte il colore della pelle che fa la differenza, di avvicinarlo anche a un certo Magic Johnson? (Difesa, resistenza, attacco e tecnica).
Un caro saluto!
Andrea Ceccotti