-Redazione “GIANNI BRERA”-
TIBALDI: CAMPIONESSA NELLA VITA
-di Anna Polinari
Francesca, triatleta, dopo aver vinto numerose manifestazioni è riuscita a conquistare la fiducia di un’atleta non vedente e guidarla fino alla vigilia delle Olimpiadi di Rio nel 2016.
di Anna Polinari
Francesca Tibaldi, ex triatleta, è nata a Verona il 3 luglio 1975. Laureata in Scienze Politiche all’Università di Bologna e mamma di due bambini, Giorgio e Zeno.
È stata atleta della Nazionale Italiana di Triathlon tra il 1994 e il 1999.
In quegli anni ha vinto numerose gare tra cui il celebre Triathlon Internazionale di Bardolino.
Prima di avvicinarsi al triathlon Francesca praticava nuoto e grazie al consiglio di un suo caro amico ha deciso di provare una nuova esperienza. È stato proprio al campo di atletica di Verona ‘Santini’ che ha conosciuto il suo allenatore Mattia Toffolutti.
La loro collaborazione è iniziata quando lei aveva 18 anni e come dichiarano entrambi: “sono cresciuti insieme”. Infatti in quegli anni Mattia era un atleta e aveva da poco cominciato ad allenare.
Tuttavia questo non fu svantaggioso per i due, in quanto già dal primo anno Francesca diede grandi soddisfazioni vincendo il titolo italiano a Ferrara e, sempre in quell’anno, entrò in nazionale.
Ma come spesso succede ai grandi atleti Francesca decise di prendere un’altra strada, cambiando così allenatore. Si affidò al Commissario Tecnico della nazionale per preparare le Olimpiadi di Sydney del 2000. Purtroppo si rivelò una scelta poco efficace perché come spiega l’ex triatleta: “tra di noi non ci fu mai un rapporto e non mi dedicava abbastanza tempo. Un atleta non è solo corpo e prestazione fisica ma anche mente, e questa gioca un ruolo fondamentale”.
Quando capì di aver fatto un errore decise di andarsene, ma non fu così semplice. L’allenatore minacciò di squalificarla, perciò nel ‘99 a malincuore lasciò la distanza olimpica [1].
Tornò da Mattia, il suo primo allenatore, e insieme decisero di cambiare distanze e incominciarono ad allenare il Triathlon lungo [2].
La scelta fu vincente. Francesca riuscì a riscattarsi arrivando seconda ai Campionati Italiani di Val di Non nel ’99.
Tornare sui suoi passi, e quindi da Mattia, le fece capire l’importanza di avere una buona guida, vista non solo come allenatore ma anche come un amico. Dopo quella competizione Francesca si prese una pausa di 11 anni dallo sport. Intanto finì l’università di Scienze Politiche, si sposò ed ebbe due bambini.
Nel 2010 la voglia di gareggiare e rivivere le emozioni che le avevano dato gioia era tanta, così all’età di 35 anni ricominciò ad allenarsi.Si mise alla prova decidendo di entrare nel mondo dell’ Iromen, che prevedeva ben altre distanze: 3.8 km di nuoto, 180 km in bici e una maratona (42.2 km di corsa).
Le sue capacità vennero subito messe in luce, tanto che nel 2011 riuscì a qualificarsi come professionista [3] al Campionato del Mondo del mezzo Iromen a Las Vegas.
Questo fu solo l’inizio. Nel 2015 vinse un Iromen in Colorado nella categoria Age Group [4]. Non solo arrivò prima ma si classificò 27esima tra gli uomini, battendo anche qualche italiano.
“Feci veramente una bella gara -dice- anche perché la preparai perfettamente. Ogni atleta ha la sua gara perfetta, per me è stata quella”. Dietro quel successo ci fu tanto lavoro. Dichiara infatti che il risultato della gara non dipende solo dall’allenamento ma anche dallo stile di vita: andare a letto presto, fare una dieta adeguata, seguire una preparazione mentale possono influire positivamente sul risultato.
Quando le avventure per Francesca sembravano finite, nel 2018 le è stato chiesto di fare da guida ad una ragazza non vedente nel para-triathlon. Si tratta di Anna Barbara, diventata cieca a 25 anni a causa di un virus. La competizione, inserita nel 2016 a Rio de Janeiro tra le discipline para-olimpiche, prevedeva una distanza sprint: 750 metri a nuoto, 20 km in bici e 5 km di corsa.
Per Francesca fare da guida ad Anna è stata
l’esperienza più bella della sua vita e le ha regalato tante emozioni. Per
essere gli occhi di una persona e guidarla in una gara che ti porta allo
sfinimento ci deve essere tra i due soggetti un forte legame e, secondo
Francesca, lei è riuscita a realizzare anche quello.
[1] Distanza olimpica: 1500 metri di nuoto, 40 Km di bici e 19 Km di corsa.
[2] Triathlon lungo: 4 km di nuoto in acque libere, 120 km di bici e 30 km di corsa.
[3] per qualificarsi come professionisti all’Iromen la persone deve risultare tra i top 25 al mondo.
[4] Age Group: fasce di categoria per età ogni 5 anni.