-di Francesco Schillirò-
Parlare di Enzo Maiorca, mi inorgoglisce, come siciliano, perché ha divulgato in tutto il mondo la curiosità di conoscenza della nostra meravigliosa terra.
Uomo duro, alcune volte burbero, dotato di una eccellente forza non solo fisica ma anche di volontà ,ha rappresentato degnamente ,le caratteristiche migliori dell’uomo .
Fin da piccolo il mare per Lui era un tutt’uno con se stesso, lo amava ma lo rispettava.
Innamoratosi dell’immersione, nel 1960, all’età di 29 anni, conquistò il primo record di apnea in assetto variabile raggiungendo la profondità di -45 metri.
Da questo momento iniziò la competizione con se stesso e successivamente con Mayol.
Nel 1985 Mayol raggiunge i – 105 metri, ma il nostro Enzo, non poteva accettare e nel 1988 tentò di riprendersi il titolo, raggiungendo la profondità di -101 metri, nonostante un lungo periodo di inattività e gli inviti a “non farlo” dei sanitari del suo staff, che paventavano potesse arrivare all’exitus.
Maiorca ha avuto vari appellativi, ma io penso di definirlo “il Colapesce del XX secolo “.
Paragonandolo ad una figura leggendaria, nata nel XII secolo, variamente trattata.
Per rispetto delle mie radici, mi soffermo brevemente sulla leggenda Messinese.
“Nicola (Cola ) Pesce, giovane messinese amante di immersione nelle nostre limpide acque, che ancora si mantengono tali, raccontava le meraviglie degli abissi ed ogni tanto portava qualche tesoro.
Ne venne a conoscenza Federico II di Svevia e volle testarlo gettando nelle profondità degli oggetti che Colapesce riportava in superficie.
Per ultimo gettò il suo anello.
Colapesce immersosi non riemerse.
La leggenda dice, che avendo visto che la Sicilia si reggeva su tre colonne ed una era deteriorata, sia rimasto sotto a tenere la colonna per non fare sprofondare la “sua terra”
Leggenda docet sui comportamenti che dovremmo avere noi per rispettare il nostro ambiente e per rispettare la salute di noi stessi.
Ritornando ad Enzo Maiorca, potreste chiedervi che nesso ci sia con Colapesce.
Il nostro campione, ha sempre amato la natura Marina nella sua vita, ne ha descritto e difeso i valori e post mortem ha voluto che le sue ceneri restassero sempre nel suo ambiente Marino naturale.
Grazie Enzo per essere esistito, non solo per i Siciliani ma per tutta L’Italia.
Insieme a Pietro Mennea, siete state le Icone del nostro Sport non solo nel vostro periodo , ma ,pietre miliari per i nostri atleti di oggi e futuri.