–di Enrico Brighi–
L’Atalanta non smette di stupire. Dopo aver battuto all’andata il Valencia per 4-1, i bergamaschi hanno affrontato il ritorno con la loro consueta spavalderia, affrontando gli spagnoli a viso aperto e senza alcun timore reverenziale. Eroe della giornata è stato sicuramento lo sloveno Ilicic, che dopo aver contribuito con un gol nella partita di andata, ieri sera ha firmato tutte le quattro reti che hanno permesso alla compagine nerazzurra di conquistare il successo finale. Un poker di pregevole fattura e di rara importanza. Certo, giocare a porte chiuse in un impianto sportivo come il Mestalla, famoso per il suo pubblico caloroso, qualcosa può aver influito ma la formazione di Gian Piero Gasperini non ha rubato nulla.
Il passaggio del turno alle spese del Valencia che le consente di guadagnare l’accesso ai quarti di finale di Champions League rappresenta senza dubbio il punto più alto della sua storia. I risultati raggiunti dalla società orobica, attualmente quarta in campionato e in piena corsa per una nuova qualificazione al massimo torneo continentale per club, non sono però frutto del caso. Qui c’è dietro un’attenta attività di programmazione e di investimento che dopo qualche anno, inizia ora a dare i suoi frutti sempre più tangibili. In questi anni il presidente Percassi – ex giocatore atalantino ora imprenditore – ha investito molto ma con estrema ocultezza sul settore giovanile dal quale continuano ad uscire talenti che una volta ceduti permettono di attrarre nuova liquidità per continuare il progresso di crescita. Il vero salto di qualità, inoltre, è arrivato quando in seno alla società nerazzura hanno preso posto Giovanni Sartori e Maurizio Costanzi, rispettivamente direttore sportivo e responsabile settore giovanile. Entrambi provengono dall’esperienza con il Chievo Verona dove negli anni avevano dimostrato di possedere ampi dosi di competenza. La loro attenta opera di scouting ha consentito l’identificazione di talenti quasi sconosciuti che ora sono diventati obiettivo di società più blasonate.
I risultati raggiunti dall’Atalanta sono la dimostrazione che con competenza e con investimenti oculati si può ancora fare calcio, anche ad alti livelli. Un esempio che qualcuno farebbe bene a seguire.