-Adriana Balzarini-
Quando noi pensiamo ai Giochi Olimpici e ci concentriamo sui suoi “protagonisti di colore”, i neri come venivano chiamati fino a poco tempo fa prima di essere tacciati di razzismo, pensiamo ai primi atleti famosi: Berlino 1936 con Jesse Owens e poi, se pensiamo ad una donna, il nostro pensiero va subito a Roma 1960 alla velocista americana Wilma Rudolf. In questo articolo voglio invece ricordare la prima persona che, del mondo della neve, è riuscita a portare a casa per la prima volta una medaglia olimpica, “ l’oro nero del freddo”. E’ avvenuto ai Giochi Invernali del 2002 di St. Lake City .
Si tratta di Vonetta Flowers, nata nelle piantagioni di cotone sotto il sole della California che da ex promessa di atletica leggera si converte alla disciplina invernale del bob. A dire il vero nel 2000 si era preparata per partecipare ai giochi di Sidney ( il suo sogno fin da quando aveva solo nove anni) ma a causa di un infortunio alla caviglia durante le selezioni americane per il salto in lungo non riuscì ad ottenere il risultato che tanto aveva cercato. Non riuscì per il dolore nemmeno a correre i suoi 100 e 200 mt. e tornò a casa e poi all’Università amareggiata per la sfortuna che l’aveva investita. Ma le porte nello sport sono sempre aperte e lei ha saputo cogliere l’attimo rientrando” in pista”. All’università di Alabama Vonetta trova fra i vari annunci di affittasi appartamenti per studenti uno particolare che recita “Cercasi atleta tuttofare”. Un invito? Una burla? Una truffa? La parola atleta la conforta e decide di capire di che cosa si tratta buttandosi poi a capofitto nella nuova avventura.
Pochi giorni dopo Vonette si trova in pista, questa volta non per correre ma per spingere un bob, “una ferraglia pesante” che non aveva mai visto prima ma, dopo due settimane, sapeva spingere talmente bene che aveva già fatto il record di spinta. Passò cosi sulla pista vera! All’inizio super vestita per combattere il freddo poi capì che era meglio essere più leggera per essere meno impacciata dai maglioni indossati uno sopra l’altra: patire all’inizio un po’ di freddo e poi lasciarsi riscaldare dall’adrenalina.
Alle Olimpiadi invernali del 2002 Vonette Flowers , insieme al pilota Jill Bakken , ha vinto la medaglia d’oro , diventando la prima donna afroamericana a vincere una medaglia d’oro alle Olimpiadi invernali . Dopo i Giochi di Salt Lake City, Flowers ha dato alla luce due gemelli e si è presa una pausa agonistica ma nel 2003, è tornata in competizione con una nuova pilota Jean Prahm con la quale ha gareggiato alle Olimpiadi invernali del 2006 a Torino .
Il sogno di una bambina di competere alle Olimpiadi estive l’ha portata a osare in uno sport non tradizionale per chi ha vissuto fra le piantagioni di cotone dell’Alabama e questa passione, mista ad intraprendenza, le ha permesso, come in una favola , di lasciare la sua impronta permanentemente sul ghiaccio invece che sulla sabbia della buca del salto in lungo. Quando ha passato il traguardo si è trasformata in una pasionaria delle minoranze.
“Questa medaglia non può andare sprecata dal punto di vista dell’evoluzione delle masse . i neri hanno difficoltà nell’accesso agli sport invernali perché sono troppo costosi e lontani dalle città” questa la sua dichiarazione poco dopo aver avuto al collo la medaglia olimpica.