Giorgio Calcaterra ospite del Panathlon di Rovigo, del presidente Gianpaolo
Milan, e dell’Associazione Culturale “Il Circolo” rappresentata da Paolo
Avezzù. Dopo la sgambata con i podisti della città (come anteprima speciale
della corsa “Rovigo in Love 2020”) mercoledì 29 gennaio, giovedì 30 gennaio il
campione ha raccontato la sua esperienza sportiva. Al mattino alla 10 e 30,
all’Auditorium del Liceo Paleocapa, ha incontrato gli studenti delle
scuole superiori per approfondire le tematiche sulla pratica del running. Alle
18, dopo un allenamento di circa 30 chilometri lungo la ciclabile di Rovigo,
l’incontro con in cittadini nella Sala Pescheria Nuova in corso del
Popolo, con la presenza dell’assessore allo Sport, Erika Alberghini.
“Doveva essere la mia prima ed ultima 100 km, dopo la vittoria è arrivata la
chiamata della Nazionale per Seul in Corea, quell’anno alla fine ne feci tre, e
poi anche la quarta ancora con la classicissima del Passatore”. Dopo alcune
esperienze nelle gare di 50 km, nel 2006 decide di fare il grande salto partecipando
alla 100 km Firenze – Faenza, la classicissima del Passatore. L’esordio è da
urlo: vittoria in 6h 45’ e Titolo Italiano. Il grandissimo risultato lo
proietta subito nel giro della Nazionale di Ultramaratona, con la quale prende
parte a tre edizioni del Campionato Mondiale di 100 km (2006, 2007, 2008).
48 anni il prossimo 11 febbraio, tre volte campione del mondo nella 100 km di
Ultramaratona, ha cominciato a correre all’età di 10 anni e da allora non si è
mai fermato. Nel 1993 inizia a lavorare come tassista nella Capitale, ma ben
prima aveva cominciato a correre partecipato alla stracittadina della Maratona
di Roma.
A 18 anni alla Maratona di Roma ha fatto segnare il tempo di 3h 29’, da allora
il “tassista volante” ha inanellato in giro per il mondo una serie
impressionante di Maratone, arrivando a correrne 175 a tutto il 2008, 31 nel
solo 2004. Nel 2000, oltre a realizzare il primato personale con 2h 13’15”, ha
stabilito il record mondiale di Maratone corse in un anno sotto le 2h 20’ (16),
ricevendo per questo un prestigioso riconoscimento dalla rivista specializzata
americana Runner’s World.
Un libro da 0 a 100 scritto qualche anno fa (il suo secondo) “ma non mi sento
un allenatore, ho voluto dare dei consigli per come
arrivarci”. Perché fermarsi a 100 km? La risposta di Calcaterra è
semplice: “Per ora mi sono fermato a 100, non ho avuto il coraggio, la corsa
non deve essere fatica, anche qualche volta lo diventa se si vuole raggiungere
la prestazione”.
In una affollata Pescheria Nuova, Cinzia Sivier, dell’associazione Run It, ha
chiesto come si affronta la crisi, il vero incubo per ogni atleta, candidamente
Calcaterra ha risposto: “La crisi fa parte della nostra vita, ne ho avute
tante purtroppo, ma ho imparato a conoscerla e mi fa meno paura, la testa è la
cosa più importante per fare la scelta giusta e per vivere quel che sta
succedendo”.
In tanti i podisti di Rovigo intervenuti per un autografo sul pettorale o sulla
copia del libro di Calcaterra, che riassume così l’essenza della corsa “Dico a tutti
che l’importante è correre, ma i 100 km è solo per chi se la sente, bisogna
avere qualcosa dentro, anche se perdi”.