Il romanzo di un pilota sempre al limite
–di Adalberto Scemma –
Diego Alverà ha un modo di raccontare così intenso, così pulsante, così “estremo” nella scelta delle immagini, da spingersi sempre oltre il limite delle scansioni temporali. Ma è proprio così che le sue storie, strappate all’oblio per restituirle all’attualità, riescono a dare nuova vita a quel “presente del passato che è la memoria”.
Non è
casuale la scelta delle frasi di Ronnie Peterson a corredo di “Quell’ultimo
rettilineo”, il libro sul pilota svedese che Diego ha affidato a un grande
editore delle storie motoristiche: Giorgio Nada.
Ronnie Peterson, dunque: “Per mantenere l’equilibrio ho bisogno di andare
forte, di portare sempre la vettura al limite”. E poi: “Se rallento appena un
poco comincio a commettere errori. Sono in una situazione migliore solo quando
spingo a fondo”.
C’è anche una virgola dell’anima di Diego in queste frasi, c’è un limite da spingere sempre più in là anche nel racconto, un limite da superare forzando il pathos, incanalando le parole come se appartenessero alle vibrazioni delle storie che racconta in teatro. Ed è soprattutto questo, nient’altro che questo, il senso del “romanzo”, struggente e appassionato, dedicato a Ronnie Peterson.